ECOLOGIA E AGRICOLTURA   |   Tempo di Lettura: 8 min

Cane Anziano: Cosa aspettarsi

Cane Anziano

La Dieta Barf per Cani Anziani o Malati - Anteprima del libro di Swanie Simon

Cane Senior

E certamente desiderio di ogni proprietario vedere il proprio animale raggiungere la tarda età in buona salute e poi, un giorno lontano, guardarlo addormentarsi in pace e per sempre.

Sfortunatamente però la vita canina è di norma molto più breve di quella umana; per questo motivo la maggior parte degli amici dei cani è costretta a confrontarsi più d’una volta nella vita con le problematiche della vecchiaia, della malattia e della morte del proprio amato animale.

Accade purtroppo di frequente che il cane anziano sia gravemente malato, e che si arrivi al punto di dover decidere di liberarlo dalla sua sofferenza. La decisione, sempre alquanto difficile, andrebbe presa insieme alla propria famiglia e al soggetto in questione.

Con il mio cane, vi starete domandando? Sì, con il vostro cane. Nella maggior parte dei casi l’animale comunicherà in modo molto evidente la non volontà di continuare a vivere oppure, al contrario, il fatto di non essere ancora giunto a quel punto.

Un esperto in comunicazione animale oppure di fiori di Bach potrà essere assai utile al riguardo. Detto solo per inciso.

Cos’è realmente la vecchiaia?

Nel corso dell’invecchiamento si innescano diversi processi, a iniziare da una sorta di logoramento chimico, che conducono al danneggiamento delle cellule e, infine, alla morte. Responsabile di tale decorso è, tra le altre cose, il metabolismo.

L’ossigeno, in associazione al cibo, avvia il fenomeno di combustione all’interno delle cellule. Per mezzo di tale combustione si libera energia e si formano i cosiddetti radicali liberi, che sono tra i responsabili del processo d’invecchiamento.

I radicali liberi sono atomi o molecole con un elettrone non accoppiato. Nel tentativo di sottrarre alle altre molecole l’elettrone loro mancante, si innesca una reazione a catena nel corso della quale scaturiscono sempre più radicali liberi, giacché le molecole attaccate si ritrovano a loro volta sfornite di un elettrone.

Nel caso in cui si formino troppi radicali liberi, il processo sottopone i tessuti biologici al cosiddetto stress ossidativo.

Numerose sostanze, ad esempio le membrane cellulari di lipidi e proteine - ma anche il DNA - vengono danneggiate e l’intero metabolismo cellulare risulta alterato.

Tali danneggiamenti indeboliscono il sistema immunitario e favoriscono la comparsa di diverse malattie nonché l’ingenerarsi della morte cellulare, fenomeno che contribuisce al processo d’invecchiamento.

Il corpo dispone di alcuni meccanismi di protezione dai radicali liberi, ma proprio dove avviene il consumo di energia, ovvero nei mitocondri, essi si rivelano ampiamente fallimentari. I mitocondri possiedono un proprio DNA ma nessuna protezione al riguardo, circostanza che comporta il danneggiamento progressivo del DNA mitocondriale e l’invecchiamento crescente della cellula.

Un altro ruolo incisivo nel processo d’invecchiamento è svolto dai telomeri. Questi ultimi, necessari tra le altre cose alla suddivisione cellulare, rappresentano la regione terminale dei cromosomi lineari e incidono sui processi biologici correlati all’invecchiamento delle cellule ma anche all’insorgere del cancro.

Sono collocati all’inizio di un filamento di DNA come sorta di cappuccio protettivo; non replicandosi, i telomeri si accorciano ulteriormente a ogni suddivisione cellulare, andando infine perduti.

Una volta raggiunta la minima lunghezza possibile, la cellula non può più suddividersi, il DNA resta senza cappuccio proteico protettivo e subentra la morte.

Una maggiore lunghezza dei telomeri, e con essa un’elevata resistenza allo stress da parte delle cellule, esercita con ogni probabilità un’influenza significativa sulla generale aspettativa di vita di un organismo. Tali filamenti terminali si accorciano con maggior rapidità quanto più vengono esposti ai radicali liberi.

Un altro fattore determinante, almeno negli esseri umani, è costituito dalla predisposizione genetica. Chi annovera genitori, nonni e bisnonni longevi raggiungerà a sua volta un’età avanzata.

Nel caso dei cani la correlazione non è altrettanto inequivocabile; a tal proposito altri fattori determinano certamente una diversa incidenza.

Una cucciolata di cani, ad esempio, solo in rari casi trascorrerà tutta la vita sempre insieme; assai più frequentemente ciascun cucciolo verrà esposto a condizioni ambientali molto diverse, suscettibili di esercitare a loro volta una notevole influenza sull’aspettativa di vita.

La storia patologica del cane esercita infine un ulteriore e decisivo ruolo nel processo d’invecchiamento. Qualora un animale sia spesso malato o sviluppi patologie croniche, gli effetti sulla sua aspettativa di vita si ripercuoteranno per lo più in negativo.

Vivere più a lungo?

Al giorno d’oggi l’umanità riesce a comprendere sempre meglio il processo di invecchiamento e si riscontra un ovvio e crescente aumento degli studi scientifici concernenti la possibilità di arrestare i fenomeni a esso correlati. Se abbia davvero senso vivere in eterno ovvero molto, molto a lungo, è tutt’altra questione. La natura ha previsto continui cambi, riproduzioni e miglioramenti delle diverse specie.

Un punto assai importante dell’evoluzione è costituito dalla selezione. Gli esseri viventi più forti, meglio capaci di adattamento, sopravvivono e si moltiplicano; essi trasmettono il loro patrimonio genetico e provvedono, così facendo, a rendere la specie sempre più resistente e meglio adattata al suo ambiente. In quest’ottica un’esistenza limitata nel tempo ha il suo significato profondo.

Tuttavia possiamo certamente concedere a noi stessi e ai nostri cani qualche rimedio contro i processi di senescenza, e la nutrizione esercita una grande influenza al riguardo.

Al fine di prevenire le patologie canine o di evitare un invecchiamento precoce, la migliore opportunità è costituita da un’alimentazione a base di cibo fresco e non trattato: e infatti ricco di enzimi, vitamine, micronutrienti e sostanze vegetali secondarie che, tra le altre cose, svolgono la funzione di antiossidanti e, catturando i radicali, riescono ad arrestare il processo d invecchiamento a livello cellulare.

Tra gli antiossidanti naturali menzioniamo la vitamina C, il tocoferolo (vitamina E) e il licopene (un carotenoide).

Non è scientificamente dimostrato, o quantomeno non a sufficienza, che assumere concentrati di antiossidanti abbia un effettivo senso. E possibile che tale forma di integrazione alimentare non comporti grandi risultati, giacché gli elementi vegetali secondari presenti in natura non si trovano invece nei suddetti concentrati ed estratti.

In breve, allo stato attuale delle ricerche scientifiche è ancora sempre più salutare mangiare una mela o un arancia anziché assumere un biofla-vonoide prodotto chimicamente oppure un preparato a base di vitamina C.

Tale acquisizione sostiene ulteriormente l'orientamento in favore di un cibo fresco e non trattato da offrire al vostro cane.

Quando un cane può essere considerato anziano?

A partire da una certa età il cane viene definito anziano o, affinché non suoni male, senior. Invece di fissare la definizione senior in base al numero di anni di vita raggiunti, si definisce un cane anziano prendendo in considerazione alcune caratteristiche dell’invecchiamento.

I senior hanno meno nervi gustativi e una ridotta secrezione salivare. A ciò si aggiunge un ottundimento del senso dell’olfatto che quasi impedisce all'animale di poter odorare il proprio cibo.

Poiché i cani identificano ciò che mangiano soprattutto attraverso l’olfatto, è così spiegato il motivo per cui con l’aumentare dell’età alcuni di loro mangino male.

I denti dei cani senior sono per lo più alquanto usurati, tanto da rendere la masticazione degli ossi e dei grandi pezzi di carne sempre più difficile.

La loro mucosa gastrica è consunta e il pancreas secerne già nella fase iniziale dell’invecchiamento una minore quantità di enzimi, pregiudicando la digestione e la metabolizzazione delle sostanze nutritive.

La peristalsi intestinale si fa più lenta e l’assimilazione dei nutrienti nell’intestino risulta ulteriormente ridotta.

I cani anziani bevono e si muovono di meno, abitudini che assieme a un intestino pigro possono generare costipazione. Questi fattori vanno considerati, ad esempio, quando si vogliono dare ossi all’animale.

Un cane anziano ha sovente problemi di usura alle articolazioni e alle ossa; la massa e la forza muscolare vengono meno; ne consegue una mobilità ancora più limitata...

Questo testo è estratto dal libro "La Dieta Barf per Cani Anziani o Malati".

Data di Pubblicazione: 11 settembre 2018

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