ARTICOLI VARI

I retroscena segreti di una pericolosa macchinazione tra Russia e USA

Attacco all'Europa - Marco Pizzuti - Speciale

Il libro-inchiesta sconvolgente che ci svelerà i retroscena segreti di una pericolosa macchinazione, leggendo l'anteprima del nuovo libro di Marco Pizzuti.

I retroscena segreti di una pericolosa macchinazione tra Russia e USA

Tra il 19 gennaio 1990 e il 31 dicembre 1991 giunse al termine il lento processo di dissoluzione che pose definitivamente fine all'Unione Sovietica, la superpotenza che per oltre quattro decenni aveva tenuto testa agli Stati Uniti nella guerra fredda per la spartizione delle proprie aree d'influenza sul pianeta.

Prima di seppellire l’ascia di guerra, il suo ultimo presidente, Michail Gorbaciov, aveva chiesto e ottenuto alcune garanzie dalla NATO per costruire un futuro di pace.

Come riportato infatti dal giornale tedesco Der Spiegel, negli archivi nazionali britannici viene ancora conservato il verbale della riunione dei Direttori politici dei ministeri degli Esteri di Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Germania, tenutasi a Bonn il 6 marzo 1991, per discutere delle garanzie richieste da Gorbaciov.

Il tema del colloquio era appunto la sicurezza nell’Europa centrale e orientale e i futuri rapporti con la Russia.

Per evitare nuove tensioni, inglesi, americani, tedeschi e francesi furono concordi nel ritenere “inaccettabili” le eventuali richieste di alcuni Paesi dell’ex blocco sovietico (Polonia in primis) di entrare a far parte dell’Alleanza Atlantica.

A tal proposito venne addirittura tracciato un confine ben preciso oltre cui la NATO (alleanza militare creata appositamente in funzione antisovietica) non avrebbe mai dovuto spingersi, che fu indicato nel fiume Oder, tra Germania e Polonia.

Venne così stabilito che non era possibile concedere alla Polonia o ad altre nazioni dell’ex Patto di Varsavia di aderirvi.

In quella stessa occasione, l'ambasciatore degli Stati Uniti, Raymond Seitz, dichiarò: “Abbiamo ufficialmente promesso all'Unione Sovietica — nei ‘colloqui 2 più 4’, così come in altri contatti bilaterali intercorsi tra Washington e Mosca — che non intendiamo sfruttare, sul piano strategico, il ritiro delle truppe sovietiche dall'Europa centro-orientale e che l'Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord non dovrà espandersi al di là dei confini della nuova Germania né formalmente né in modo informale”.

 

attacco-europa-marco-pizzuti

 

In seguito però, tale accordo venne sistematicamente violato e gli Stati Uniti, che nel frattempo avevano acquisito lo status di vincitori della guerra fredda, iniziarono prepotentemente a inglobare nell’Alleanza Atlantica i Paesi dell’Europa orientale, arrivando nel 2014 a lambire gli stessi confini territoriali della Russia con un golpe armato in Ucraina, lo “Stato cuscinetto” considerato da Mosca d’interesse strategico vitale per la propria sicurezza nazionale.

Il nuovo governo golpista filoamericano, inoltre, venne scelto direttamente da Washington, che fece nominare addirittura tre ministri stranieri con un'iniziativa sostenuta dalla Fondazione Renaissence, il network di consulenza politica dello speculatore finanziario George Soros, noto per essere l'architetto di ogni colpo di Stato degli ultimi 25 anni (lo dimostrano le email pubblicate da Bloomberg) alla guida di oltre 50 fondazioni.

Soros ha persino voluto rivendicare pubblicamente il proprio operato dietro le quinte per rovesciare il legittimo governo filorusso di Kiev dichiarando, durante un'intervista alla CNN, di averlo fatto per la “democrazia”.

Subito dopo il golpe, Joe Biden (all’epoca vicepresidente USA) si recò a Kiev per manifestare ufficialmente il proprio sostegno al nuovo governo fantoccio filo USA e Washington fece porre al ministero delle finanze l'americana Natalie Jaresco (di origine ucraina), amministratore delegato di un fondo investimenti del gruppo Horizon Capital.

Il portafoglio all’Economia venne invece fatto assegnare al banchiere lituano Aivaras Abromavicius, partner della società di investimenti East Capital. Alla Sanità infine, venne fatto inserire il georgiano Alexander Vitashivili, l’ennesimo uomo di fiducia della Casa Bianca.

Dal giorno del golpe, il battaglione nazista Azov è stato saldamente inserito ai vertici delle istituzioni ed è stato utilizzato per compiere attacchi e stragi nelle regioni del Donbass a maggioranza etnica russa, ricche di giacimenti di gas.

Prima dell’intervento di Putin, quindi, il governo filo USA di Kiev ha bombardato per otto anni consecutivi la popolazione del Donbass, causando decine di migliaia di vittime sulle quali i media occidentali hanno mantenuto un agghiacciante silenzio omertoso.

 

attacco-europa-libro-marco-pizzuti

 

Nello stesso tempo, Hunter Biden, figlio del presidente USA, oltre ad avere svolto la funzione di consulente della Burisma Holdings (la più grande società di gas ucraina), ha avuto contatti e affari molto stretti con fornitori dei “31 biolaboratori del Pentagono nel mondo” ed è stato implicato nel finanziamento del programma biologico di Kiev attraverso la sua società di informatica, la Rosemont Seneca. Una ulteriore insostenibile minaccia per Mosca.

La manifesta intenzione di estendere la NATO all’Ucraina è dunque servita a Washington per trascinare la Russia in una lunga e impopolare guerra di logoramento con l'Occidente, volta a far cadere Putin con l’aiuto dell’opposizione interna filoccidentale e allineare Mosca al processo di globalizzazione a guida americana.

La propaganda della NATO è riuscita a far credere all’opinione pubblica che il conflitto ucraino sia scoppiato solo a causa della criminale invasione russa. Lo ha potuto fare censurando ogni informazione scomoda sul golpe USA di Kiev, sui precedenti accordi internazionali con Gorbaciov e su tutte le stragi commesse contro la popolazione russa del Donbass dal governo ucraino con l'appoggio del Pentagono.

Scopo di questo libro-inchiesta, quindi, è svelare le fake news della martellante propaganda bellicista della NATO ed elencare tutti i fatti nascosti dai media occidentali, dai quali sarebbe emerso che gli Stati Uniti sono i veri responsabili della crisi in Ucraina.

Una guerra che, invece di colpire la Russia, sta danneggiando gli alleati Europei. Nel 2008 (governo Prodi), Francia, Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, Olanda, Belgio, Lussemburgo e Norvegia votarono contro la proposta di Bush per non ammettere la Georgia e l'Ucraina nella NATO e lasciare uno Stato cuscinetto con la Russia.

Gli stessi britannici di Gordon Brown avevano obiettato agli USA l’inopportunità di andare allo scontro con la Russia proprio quando il caso Kosovo era ancora fresco e soprattutto per i due Paesi che erano tutt'altro che pronti per entrare nella NATO.

L’Ucraina perché aveva metà della popolazione e della sua classe politica contrarie alla NATO stessa e vicine invece alle posizioni della Russia. La Georgia perché sul suo territorio non controllava due province, l’Ossezia del sud e l’Abkhazia, che erano in mano a gruppi armati e sostenuti dalla Russia stessa, due regioni pronte ad accelerare nella secessione da Tbilisi se solo fosse partito l’ordine da Mosca.

 

libro-attacco-europa-marco-pizzuti

 

L'America e la tragica farsa del mondo libero

La Dottrina Monroe

Uno dei termini più abusati dalle amministrazioni americane è la parola democrazia e ciò nonostante il fatto che, sin dalla fine dell’800, l'America latina sia stata usata come continente laboratorio dell’imperialismo americano nella totale indifferenza degli altri Paesi dell'Occidente democratico.

Gli Stati del Sudamerica, insomma, sono stati i primi ad avere subito sulla loro pelle la strategia di dominio che poi è stata applicata dagli Stati Uniti anche nel resto del mondo.

Il golpe del Cile, avvenuto nel 1973, è un esempio illuminante di questo modus operandi della Casa Bianca. Cinquant'anni dopo il rovesciamento e la morte di Salvador Allende, l’NSA, la madre di tutte le agenzie di intelligence statunitensi, ha desecretato migliaia di file top secret che hanno rivelato come gli USA abbiano agito dietro le quinte per evitare una condanna internazionale per gravi interferenze contro il risultato di una libera e democratica elezione che aveva condotto al governo un leader socialista.

Quei documenti sono la testimonianza diretta dell'intervento statunitense per impedire ad Allende di governare e per insediare al suo posto il sanguinario dittatore filoamericano Augusto Pinochet. Lo scopo era logorare ai fianchi l’uomo che aveva osato rompere il controllo USA sull'America Latina con un progetto politico nuovo e diverso.

Boicottarlo con pressioni sulle principali multinazionali affinché abbandonassero il Paese, facendo crollare il prezzo del rame, tra i principali prodotti esportati dal Cile, esasperando una popolazione che si trovava senza più aiuti e spinta verso l’abisso della povertà. Fare di tutto per affossarlo.

Fu soprattutto Henry Kissinger, all’epoca (1969-1974) segretario alla Sicurezza nazionale, a sollecitare il presidente Richard Nixon per una linea d’intervento più dura. La Casa Bianca decise quindi di dare mano libera a un uomo senza scrupoli come Pinochet e i carri armati invasero le vie di Santiago; il palazzo presidenziale della Moneda venne bombardato e dato alle fiamme.

 

attacco-europa-pizzuti-libro

 

Il presidente resistette con l’elmetto in testa e un fucile automatico, ma trovò comunque la morte. Subito dopo iniziarono le retate dei sostenitori di Allende che furono ammassati negli stadi per essere torturati e uccisi con fucilazioni di massa. Il terrore durò fino al 1990.

Gli Stati Uniti adottarono questa politica di dominio sull’intero continente sudamericano (ormai ridotto a terra di sfruttamento per le sue multinazionali) sin dal 2 dicembre 1823, quando l'allora presidente James Monroe, postulò le linee guida della politica estera di Washington dinanzi al Congresso americano.

Secondo il suo disegno imperialista, il mondo doveva essere spartito su base continentale con l’affermazione implicita di una sorta di diritto egemonico spettante agli Stati Uniti su tutto il continente americano.

Nello specifico, il discorso di Monroe era molto chiaro nell’instaurare una stretta connessione tra la minaccia alla sicurezza nazionale e l'instaurazione di un regime politico diverso da quello statunitense nel continente americano.

I principi cardine della Dottrina Monroe hanno continuato, senza pause, a dar forma alla politica estera USA e gli interventi americani nelle due guerre mondiali, come nella guerra fredda, furono esempi concreti di quello stesso modo di pensare che poi ha trovato nuova linfa vitale nei neoconservatori.

Il mare dei Caraibi divenne così la versione statunitense del Mare Nostrum dell’antica Roma imperiale, mentre i Paesi circostanti furono ridotti a territori a sovranità limitata. L'applicazione della dottrina Monroe provocò una catena ininterrotta di conflitti e di operazioni sotto copertura volte a rovesciare i governi stranieri non allineati.

Alcuni esempi:

  • Tra il 1846 e il 1848 Washington invase due volte il Messico.
  • Nel 1898 al termine del conflitto ispanico, pretese che Portorico passasse sotto il suo controllo.
  • Nel 1903, volle mantenere la propria giurisdizione sul territorio colombiano che comprendeva Panama (era stata ottenuta da un precedente negoziato dall'effetto temporaneo), ma il governo della Colombia decise di non ratificare l'accordo. Gli Stati Uniti allora reagirono organizzando una sommossa a Panama per creare un governo locale fantoccio sottomesso alla Casa Bianca.
  • 112 marzo 1901 il Congresso USA approvò l’emendamento Platt che consentì tre interventi armati contro Cuba, verificatisi rispettivamente nel 1906 (con l'insediamento di un nuovo governo di occupazione durato fino al 1909), nel 1912 e nel 1917.
  • Nel 1907, tra l'8 marzo e 18 giugno, gli Stati Uniti attaccarono l’Honduras.
  • Nel 1910 il Nicaragua e nel 1911-1912 ancora l’Honduras.
  • Nel 1912 invasero di nuovo il Nicaragua e un presidio militare americano rimase nel Paese fino al 1925.
  • Nel 1921 Washington attaccò il Costa Rica e, nel corso degli anni a seguire, continuò a usare la forza per stabilire il suo dominio su tutti gli Stati del Sudamerica.

 

attacco-europa-libro-pizzuti

 

Ogni volta in cui l'America ha condotto delle guerre di aggressione, le ha sempre giustificate chiamandole azioni umanitarie necessarie a garantire l'incolumità dei propri cittadini all’estero o volte a impedire la violazione dei diritti civili.

Tale spregiudicata condotta del lupo travestito da agnello ha fatto sì che “la più grande democrazia del mondo” arrivasse addirittura a ripristinare l’uso della tortura, senza neppure un regolare processo, presso il carcere di massima sicurezza di Guantanamo (Cuba).

Nello stesso anno in cui il nuovo istituto di detenzione è stato creato su ordine del governo degli Stati Uniti (2002), l'Alto Commissario per i Diritti dell'Uomo del’ONU, Mary Robinson, ha duramente protestato contro le condizioni disumane dei prigionieri senza sortire alcun effetto su Washington.

Gli Stati Uniti insomma, sono gli unici a poter decidere d’imperio quando scatenare guerre in nome dei diritti umani e quando invece calpestarli impunemente con la prepotenza della forza. Tale comportamento ha fatto loro valere l'appellativo (sarcastico) di “polizia del mondo”.

Data di Pubblicazione: 21 settembre 2022

Ti è piaciuto questo articolo? Rimani in contatto con noi!

Procedendo con l'invio dei dati:

Lascia un commento su questo articolo

Caricamento in Corso...