ALIMENTAZIONE

Ricette per la Gioia - Anteprima del libro di Sharon Gannon

Consigli per la cucina

Consigli per la cucina

Ecco alcuni consigli per rendere la vostra cucina più gustosa e nutriente per il corpo, la mente e lo spirito, così come per il vostro corpo più grande, il pianeta Terra e tutte le creature terrestri che vivono qui con voi.

Preghiera

Cucinare può essere un’arte magica, un potente processo alchemico dove la forma si trasforma in un’altra forma. Coltivate il più alto intento, pregate o cantate Mantra prima di iniziare a cucinare, mentre cucinate e prima di mangiare. Pregare significa dotarsi delle migliori intenzioni, implorare le forze Divine affinché vengano in vostro aiuto per un obiettivo buono e altruista. Avvicinandovi al processo culinario e poi quando mangiate il cibo che avete cucinato, assicuratevi di focalizzare il vostro cuore e la vostra mente su un intento superiore. Questo purificherà l’intera esperienza, liberando la cucina da tossine sottili come la rabbia e l’impazienza.

Osservate l’intero processo, da quando pensate a cosa cucinare e tirate fuori gli ingredienti al momento di preparare, quando cucinate, mangiate e infine pulite prima e dopo, come se fosse un’offerta devozionale che non solo compiacerà voi e gli altri, ma anche Dio. Iniziate a vedere la vostra cucina come parte della dimora di Dio, uno spazio sacro, una porta per l'illuminazione. La vostra cucina è un tempio e ogni pentola, padella, spezia, cereale, frutta o verdura, così come i fornelli, i cucchiai, i coltelli, le ciotole e i piatti, sono tutti oggetti Divini, pieni di consapevolezza e in attesa di diventare parte del processo alchemico Divino di creazione di un pasto. Trattateli con rispetto, come fareste com il vostro Guru o stimato Maestro; considerateli vostri compagni, perché vi aiuteranno a condurre le vostre intenzioni Spirituali al Supremo Sé. Lasciate che il fuoco della vostra Anima divenga parte dell’elemento riscaldante che cuoce il vostro cibo.

Molti di noi in Occidente sono abituati alla pratica del ringraziamento prima dei pasti, eppure molte persone moderne considerano questa azione come antiquata, superstiziosa o priva di qualsiasi vero significato. Moltissimi pensano non sia necessario ringraziare neppure Madre Terra per il cibo, che è piuttosto nostro diritto di nascita. Eppure, nella tradizione Yogica, offrire il cibo a Dio prima di mangiare è una pratica fondamentale che fa parte della vita quotidiana.

Nella Bhagavad Gita, un antico testo indiano, Krishna dona consigli all’aspirante Yogi Arjuna, dicendo che se si vuole allontanare ansia e ignoranza bisogna tenere a mente Dio quando si fa ogni cosa, offrendo ogni singola azione a Lui, anche il cibo che mangiamo.

“Pattram pushpam phalam toyam/ yo me bhaktya prayacchati/ tad aham bhakti-upahritam/ ashnami prayata-atmanah” “Qualsiasi cosa mi venga offerta da un cuore amorevole e puro, che sia una foglia, un fiore, un frutto o un sorso d’acqua, io l’accetterò. Chiunque mi ricordi rimarrà caro al mio cuore.”
Bhagavad Gita 9.26

Il cibo, le bevande o anche solo l’acqua che siano state prima offerte a Dio sono conosciute in sanscrito come prasad, che significa, letteralmente, “un dono benedetto pieno di grazia”. Infatti, la tradizione Yogica suggerisce che non si dovrebbe mai consumare nulla che non sia prima stato offerto a Dio, perché se doveste mangiare cibo che non sia stato prima offerto, potreste ingerire egoismo e inconsapevolezza e ciò avrà un effetto sul vostro benessere fisico, mentale, emotivo e infine spirituale. Mangiare cibo offerto a Dio, d’altra parte, vi assicura un’esperienza culinaria Divina perché il prasad contiene al suo interno la benedizione Divina. Mangiare il prasad vi consente di coltivare una maggiore consapevolezza di ciò che mangiate: sarete meno portati a essere guidati dalle voglie per imbottirvi la bocca meccanicamente. Invece, vi prenderete del tempo per preparare il cibo come un dono, non per voi stessi ma per Dio. Il tempo speso a preparare, offrire e poi mangiare il cibo lascia spazio alla crescita della devozione, la contemplazione di Dio. Tradizionalmente, si cucina e si prepara il cibo senza assaggiarlo poiché il cibo dovrebbe essere prima offerto a Dio e poi consumato. In questo modo, mangiare il prasad è come mangiare gli avanzi lasciati da Dio. Si può offrire un pasto mettendo il cibo in un piatto, in una ciotola o in una tazza di fronte alFl'immagine o a una statua di una Divinità Spirituale, per poi chiedere che l’intento della nostra devozione venga accettato da Dio e che il cibo venga trasformato in prasad benedetto, pronto per essere mangiato. Un altro modo sta nell’offrire mentalmente il cibo dicendo una preghiera di fronte al piatto prima di mangiare.

Il mio amico Shyamdas, che è stato un Maestro Illuminato per il suo modo di coltivare la gioia e la devozione spirituale (bhakti) attraverso la cucina e che è stato il mio Maestro in questo ambito, mi disse che: “Tutto il cibo che prepari dovrebbe prima essere offerto a Dio, poi condiviso con altri bhaktas e quindi mangiato da te. In questo modo, la tua devozione spirituale aumenterà sicuramente.”

È vero, potrebbe risultare poco pratico avere ospiti a cena ogni sera, ma potreste almeno spendere qualche istante per dire una preghiera di offerta del vostro cibo prima di mangiarlo e trovare qualcuno a cui offrire un cucchiaio o due del vostro pasto (magari il vostro cane, gatto o un uccellino in visita sul vostro davanzale). E se non c’è proprio nessuno con cui condividere il cibo, potrete sempre fare un’offerta mentale a qualcun altro, anche una persona cara che non c’è più. Il punto è che per coltivare la sacralità del pasto, dovreste almeno provare a essere grati per il vostro cibo e condividerlo con gli altri, non mangiare solo per soddisfare il vostro appetito. È risaputo nella tradizione Yogica che mangiare spesso cibo offerto cambia la composizione delle cellule e dei tessuti, dando luogo a un corpo più raffinato, leggero e Spirituale con una pelle letteralmente splendente.

Se siete di malumore, è meglio stare lontani dalla cucina. Se ci sono altre persone in cucina con voi mentre preparate il pasto, non parlate di pettegolezzi, chiacchiere da bar o malignità, perché questo avrà effetto sulle vibrazioni del cibo. È meglio lasciare fuori dalla cucina le conversazioni senza senso mentre preparate il cibo e mantenere le chiacchiere al minimo, oppure osservare il silenzio o cantate silenziosamente dei Mantra. Se avete uno stereo o un lettore musicale in cucina, può essere utile fare andare un Mantra o una musica Spirituale mentre preparate.

Molti occidentali intendono l’atto di offrire il cibo a Dio come un modo per ringraziare per un pasto e questo può manifestarsi anche con una semplice espressione di gratitudone di fronte al cibo piuttosto che con elaborati rituali. Voglio lasciarvi due mantra in sanscrito dalla tradizione Yogica che possono essere usati come benedizioni quando offrite il vostro cibo con il più alto intento Spirituale, che a sua volta infonderà il vostro cibo di potenza Spirituale e si manifesterà sul vostro benessere.

"Lokah Samastah Sukhino Bhavantu Om Stiantili Stiantili Hari Om"

Traduzione: possano tutti gli esseri viventi essere felici e liberi e possano i pensieri, le parole e le azioni nella mia vita contribuire in qualche modo a questa felicità e questa libertà per tutti. Pace, pace, pace a tutta resistenza.

"Brahmarpanam Brahma-Havir Brahmagnau Brahmana Hutam Brahmaiva Tena Gantavyam Brahma-Karma-Samadhina"
Bhagavad Gita 4.24

Traduzione: vedi Dio (Brahman) ovunque. Dio è il mestolo, Dio è il cibo, Dio è il fuoco, Dio è colui che lo prepara. Dio è colui che mangia il cibo, Dio è la ragione per cui mangiamo e Dio è l’obiettivo da raggiungere.

Quando utilizziamo Mantra come questi per benedire il cibo, il risultato è che preparare il pasto, chi lo prepara e lo offre e quando lo si magia, diventa un tutt’uno e questa esperienza emana una potenza magica che può veramente far avvicinare di più alla conoscenza della Realtà Divina trascendentale. Il cosidetto semplice atto di preparare e mangiare il cibo può essere un’esperienza Spirituale se ce n’è l’intenzione.

Aglio e cipolle

Molti Yogi, tra cui i Vaishnava (adoratori del Dio Vishnu e delle sue incarnazioni) e l’alta casta dei Bramini indiani, si astengono dal mangiare aglio e cipolle. Sebbene ci siano molte ragioni all’origine di questa restrizione, in sostanza il pensiero è che mangiare aglio e cipolle influenzi la consapevolezza tanto da inibire la capacità di meditare. Aglio e cipolle sono considerati rajasici e quindi si pensa che inducano alla passione e non alla tranquillità della mente. Nel sistema ayurvedieo indiano, questi due alimenti vengono usati come medicinali e non su base quotidiana perché, se mangiati regolarmente, il loro potenziale curativo diminuirebbe. Nell’antica cultura vedica, aglio e cipolle erano usati per cuocere la carne, per cui nella mentalità indiana essi sono associati al consumo di carne. Nel sistema delle caste indiane, la casta più alta è quella dei Bramini e loro sono tradizionalmente vegetariani e non mangiano aglio e cipolle, mentre le altre caste, inferiori, non sono così restrittive con il cibo e spesso includono questi alimenti e anche la carne, sia che preparino piatti vegetariani o a base di carne. Perciò l’uso di cipolla e aglio potrebbe essere visto anche da una prospettiva classista o di caste.

Personalmente, non mangio tanto aglio e cipolla, ma non sono strettamente contraria all’utilizzo. Sono più preoccupata del veganesimo, per cui non m’importa se le persone hanno bisogno di “insaporire” le loro verdure con questi due alimenti. Ci sono molte ricette in questo libro che utilizzano aglio e cipolle, ma se preferite, considerateli opzionali e non includeteli nella ricetta.

L’igiene

Prima di preparare il cibo, lavatevi le mani accuratamente e toglietevi qualsiasi gioiello o bigiotteria stiate indossando sulle dita, mani e polsi, perché i batteri e lo sporco possono nascondersi su di essi e trasferirsi nel cibo. Toglietevi lo smalto per la stessa ragione. Raccogliete i capelli con un fermaglio o una retina o un cappello, in modo che non cadano nel cibo che state preparando. La cucina dovrebbe essere pulita, inclusi i piani di lavoro e i taglieri, così come il pavimento, prima che i preparativi inizino.

Pentole e padelle

Mai usare pentole in alluminio o fogli di alluminio o padelle di Teflon. Usate invece pentole in ghisa, acciaio inossidabile, vetro o pentole smaltate (se non sono scheggiate). Le pentole in alluminio ricoperte di Teflon possono diventare tossiche perché, con il tempo e l’uso, il Teflon si scheggerà e finirà nel cibo e questo specialmente se usate cucchiai, forchette o spatole di metallo mentre cucinate, perché graffieranno la superficie della pentola.

Bollire o cuocere al vapore?

Quando una verdura viene bollita, un sacco di nutrienti finiscono nell’acqua di cottura. Se quest’acqua viene gettata, allora questi nutrienti vanno perduti. Cuocere al vapore, invece, è il metodo migliore per impedire che questi nutrienti si perdano in cottura.

È una buona idea investire in un paio di pentole a pressione di qualità. Le mie sono in acciaio inossidabile. Ne ho una che sembra una grossa pentola da minestrone con due cesti di metallo che possono essere messi all’interno, uno molto profondo e uno più piccolo che riesce a infilarsi sopra al primo. Riesco a cuocere le patate e altri tuberi in quello più profondo e le verdure in quello più piccolo. Ne ho anche uso richiudibile che riesce a stare dentro a qualsiasi tegame, lo uso quando voglio cuocere al vapore poche cose e non voglio tirare fuori quello grande.

Ricordate, quando cuocete al vapore, non avete bisogno di riempire la pentola con un sacco di acqua. Il livello dell’acqua dovrebbe essere al di sotto delle verdure, assicuratevi che ci sia sufficiente acqua nella pentola affinché non evapori tutta prima che le verdure abbiano finito di cuocere. Altrimenti, vi ritroverete con una pentola asciutta che brucia sul fornello.

Oli

Usate sempre e solo oli biologici e spremuti a freddo. È sempre preferibile non cuocere gli oli, ma usarli a crudo. Quando alcuni oli vengono scaldati, la loro struttura molecolare viene alterata e, come risultato, si formano residui tossici in grado di danneggiare fegato e reni, oltre a portare a invecchiamento prematuro e tumori. Gli oli che più resistono ad alte temperature sono l’olio d’oliva, di cocco, di semi di girasole, di cartamo e di colza.

I cibi fritti andrebbero evitati, in primo luogo perché l’olio viene portato ad altissime temperature, diventando dannoso per il vostro corpo e difficile da digerire e in secondo luogo perché serve un grande quantitativo d’olio per friggere e, a causa di questo, l’olio viene usato più e più volte e riscaldato ogni volta. Questo processo altera l’olio a livello chimico e produce radicali liberi, che possono essere dannosi per la salute24.

Soffriggere il cibo nell’olio è meglio che friggerlo. Se pensate di farlo, usate olio di oliva, olio di cocco, di semi di girasole, di cartamo e di colza. Ma accertatevi che il vostro olio sia biologico e non geneticamente modificato (OGM). Circa la metà dell’olio di colza non biologico è ottenuto da colture geneticamente modificate e così l’olio di semi di mais, per cui siate sicuri di comprarne uno biologico. L’olio di semi di sesamo, che è quello con la maggiore quota di grassi insaturi, dovrebbe essere sempre consumato a crudo e mai sottoposto a calore. Non dovreste mai cuocere con l’olio di semi di sesamo!

I vegani dovrebbero puntare a ottenere dal 15% al 30% delle calorie giornaliere dai grassi sotto forma di oli non raffinati, noci, semi, burri di noci crudi, olive, latte di soia, cocco e avocado. Evitate i grassi idrogenati sotto forma di margarina, cibi fritti (patatine) e le chips. Ci sono alcune margarine vegane che non contengono grassi idrogenati, leggete l’etichetta.

Sale e pepe

Nella maggior parte delle mie ricette preferisco aggiungere sale e pepe alla fine, prima di servire, perché il sale tende a inibire la scomposizione molecolare del cibo. Questo è vero soprattutto quando si cuociono fagioli e lenticchie, che rischiano di rimanere duri.

Questo testo è estratto dal libro "Ricette per la Gioia".

Data di Pubblicazione: 2 ottobre 2017

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