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Riflessioni sull'Essere Donna, Oggi

Riflessioni sull'Essere Donna, Oggi

La riscoperta del nostro essere donne: fermarsi, ascoltare e scoprire i propri sogni e non dire no ad essi. Leggi l'anteprima del libro di Roberta Bailo.

Che donna sei?

Che donna sei? Anzi, SEI Donna? Te lo permetti?

Che cosa vuol dire per te Essere Donna?

Quante volte l’ho chiesto in questi anni alle donne che ho seguito.

È una domanda che chiede una presa di consapevolezza di se stesse, che fa fermare e guardarsi.

Prima di occuparmi unicamente di donne, ero spesso stupita e infastidita, quando sentivo differenziare il maschile dal femminile: per me esistevano unicamente le persone, uomini o donne che fossero.

Infastidita, quando sentivo dire “ah ma voi donne siete...”, “ma gli uomini sono”...

Pur rimanendo della stessa idea ancora oggi, perché quelle erano distinzioni nate per allontanare e dividere, non per comprendere a livello più profondo, ho interrogato e ascoltato (e continuo a farlo), negli anni, quanto il femminile e il maschile potessero anche essere differenti e riservato loro uno sguardo unico.

Ho compreso, nel tempo, come il femminile avesse bisogno di un suo sguardo unico e attento, nel momento in cui ho dato voce a quelle richieste profonde della mia anima di donna e scoperto che erano domande e bisogni universali.

Ci sono peculiarità del femminile che chiedono attenzione e cura, che appartengono ad un mondo con una sua storia antica che ha radici profonde che, oggi ancora e più che mai, chiedono di essere guardate, curate, amate e rispolverate.

Per protezione, e per far sì che possa espandersi.

Non è da fare di tutta un’erba un fascio, o perpetuare luoghi comuni e ormai di moda, ma il femminile oggi chiede ancora di essere risollevato, guardato con particolare attenzione, ascoltato e visto. Una realtà che ancora chiede di essere scoperchiata. Accudita e ascoltata. So bene che anche il maschile vive in un’epoca di smarrimento e che tutti siamo in evoluzione, tuttavia sento che il potere femminile sta chiedendo a gran voce di poter riemergere. Ancora, e di fortificarsi. Ed essere protetto.

Essere donna ancora oggi e, anzi, oggi ancor di più, ha bisogno di sostegno perché possa risvegliarsi a quegli antichi ritmi e poteri che tanto mancano.

Ci manca la connessione con noi stesse, ci mancano gli incontri autentici, ci manca l’anima che possa respirare. Ancora troppa la violenza, ancora troppe le dipendenze affettive, ancora troppe egregore che inconsciamente (e parlo di inconscio collettivo) agiscono e creano una realtà chiusa e mortificante. Quante donne, per non soccombere, si omologano ad un maschile duro e arrabbiato, emulano il potere maschile per farsi strada, schiacciando i loro bisogni e la loro femminilità così unica. Quante donne spaventate dal potere maschile che, anch’esso smarrito, usa forza e disprezzo pur di non contattare il vuoto che ha dentro? Quante ancora vivono da vittime nelle loro realtà chiuse, perse e smarrite?

Ci hanno insegnato che l’uomo, per esserlo, deve essere sempre forte e la donna, sempre accondiscendente. Ne è uscito un uomo spaventato che usa violenza per non farsi vedere fragile, e una donna arrabbiata o silenziosa che, nella sua solitudine, non si sente degna di amore e di essere vista e ascoltata. Ce lo hanno detto i nostri padri e le nostre madri, che hanno respirato aria di violenza e di malsani legami, ce lo dice la società quando non supporta la maternità, ce lo conferma la violenza sulle donne crescente, o la ricerca di un’immagine perfetta di tante fatiche (che derivano in quelle patologie così comuni, come anoressia e depressione, curate senza tener conto delle radici antiche di un’anima che non sa trovare la sua fisicità perché non vista e non nutrita di ossigeno).

Penso a tutte le donne che potrebbero dare il loro contributo unico di donne potenti e che invece si strozzano tra mille ruoli diversi, senza tregua, senza un respiro, che cercano di essere all’altezza sempre, di attese che seguono logiche maschili.

Che cosa significa essere donne oggi?

Non credo esista una risposta valida né per tutte, né tantomeno per la stessa fase della vita.

Assumere la propria diversità, e il proprio coraggio di essere “stonate”, è un percorso che dura una vita intera e ha una colorazione e sfumature sottili, non così facilmente individuabili.

Il potere femminile fa fatica a farsi spazio tra la folla delle aspettative e dei dogmi socialmente accettati.

Mettiti la gonna, non metterla, fatti desiderare da un uomo, sii libera, fai lavare i piatti all’uomo, non portare pesi, non essere volgare, sii educata, sei una signorina, non fare la scema che poi pensano male di te... bersagliate da messaggi di ogni tipo, ci ritroviamo a doverci definire per contrapposizione, una contrapposizione forte e dura spesso, perdendo così di vista tutti quei bisogni di cura, protezione e sicurezza di cui la donna necessita.

Diventiamo così guerriere, paladine solitarie del nostro riscatto contro tutti e tutto, dimenticando il nostro cuore e i nostri desideri, di un femminile che ha bisogno di ricevere, chiedere e ricevere.

Passiamo dal niente al tutto, ancora in una logica di indegnità secondo la quale non possiamo essere fragili e vulnerabili, ma forti anche quando riscopriamo il nostro potere autentico, un vizio resta: quello di credere che, riscoperta la nostra forza, non dobbiamo avere bisogno di nulla e di nessuno.

Dimentiche del cuore e dell’anima che, anche quando selvaggia, mantiene bisogni di sorellanza e di amore.

La riscoperta del nostro essere donne in tutto il suo potere, forza e autenticità non esclude l’altro, aiuta semplicemente ad incontrare l’altro in un’altra dimensione, non di dipendenza, ma di incontro vero, dove poter dire i propri bisogni che vengono accolti, dove poter esistere in totalità e libertà. Ma l’altro non può mai sparire. Essere Donne non significa diventare autistiche monadi rinchiuse in se stesse, bastanti a se stesse. Siamo relazione. Il nostro compito è creare relazione.

Essere donna oggi ha più compiti e difficoltà rispetto a quel passato antico dal quale possiamo attingere per ritrovare la nostra natura.

Abbiamo smarrito radici nel tentativo di essere accettate, abbiamo respirato storie recenti di nonne spaventate e sottomesse, che ci hanno lasciato eredità arrabbiate e solitarie.

Ma il femminile possiede una forza e un’energia che resiliente lavora anche sotterraneamente e che riesce a bucare copioni da brava bambina.

Basta fermarsi, ascoltare e scoprire i propri sogni e non dire no ad essi.

Il femminino profondo resiste e risorge

La donna selvaggia che ognuna ha in sé non muore mai.

Ha il potere dell’incontro e della determinazione, non si arrende e quando lo fa è per chiamare a sé quelle forze ataviche.

Siamo guerriere che possono crollare, ma lo spirito femminile che vive in ognuna di noi risolleva. Lo abbiamo scritto dentro. Fa parte di noi.

Abbiamo cosi necessità del coraggio guerresco che possiamo attingere dalle nostre antenate, del nostro chiaro vedere e del nostro potere ancora di più. Dobbiamo chiederlo oggi con maggior forza, tenere più saldi di un tempo i nostri desideri profondi e non permettere che i nostri confini vengano travalicati e sfondati. Da invadenze, pretese e rinunce. Lo dobbiamo a noi stesse, ma non solo, anche alle generazioni future. Oggi il femminile si sta svegliando di nuovo. Al piacere, al diritto di esserci e di esistere, per se stesse e per il contributo insostituibile che può dare al mondo, alla libertà.

Un contributo di visione e di connessione che appartiene come ineguagliabile.

Non possiamo, se non noi, fare questa parte nel mondo. Per risvegliare altre donne, per ridare fiducia ad un maschile che si è perso. Per tessere di nuovo quelle relazioni che possono insieme costruire un mondo differente.

Perché essere Donna significa sapere e vivere e sentire la connessione profonda con il sacro, con la terra, con la vita e saperlo comunicare e vivificare dove è stato smarrito e perso. Possiamo essere guide di vita.

Perché lo abbiamo dentro, per nascita.

Nostro compito è far sì che si faccia vita in noi e dono per il mondo. Altrimenti appassiamo.

Altrimenti diventiamo mute e avvizzite, doloranti a volte fino alla morte del cuore.

Donne che credono da sempre di dover essere uomini e che fanno del dovere il ritmo della loro vita, del non manifestare i bisogni la regola normale, del non permettersi di sentire il segreto dell’essere vincenti.

Perfezionismo, non desiderio, nascondimento della sacralità del corpo e della sessualità, mascheramento della propria identità come accoglienza, ricevere, come permesso di lasciar fare ad un maschile che viziato non riesce più così a trovare spazio per esistere come uomo.

La donna si è presa tutti i ruoli di uomo e di donna. Li ha miscelati e ne è emersa una solitudine e confusione tale per cui solo solitudini e separazioni. Non sappiamo più ricevere e lasciare quell’apertura al ricevere, al lasciar essere, che l’uomo sappia fare l’uomo e lo possa fare, possa agire, possa proteggere, possa compiere. Siamo diventate eroine assolute e sole che combattono le loro guerre in solitaria e in nascondimento, senza far vedere la fatica, le incertezze, che non si permettono di non sapere, di non farcela più, che nascondono lacrime e fastidio.

Data di Pubblicazione: 26 maggio 2021

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