SELF-HELP E PSICOLOGIA

Riprogrammare l'Inconscio con la Programmazione Neuro-Linguistica

Riprogrammare l'inconscio - Paul Liekens - Speciale

Riprogrammare l'Inconscio con la Programmazione Neuro-Linguistica per raggiungere i tuoi obiettivi, leggendo la nuova edizione del libro di Paul Liekens.

Riprogrammare l'Inconscio con la Programmazione Neuro-Linguistica

L'interazione tra conscio e inconscio è un gioco che ci permette di comunicare con noi stessi e con gli altri: imparandone le regole diventerete eccellenti giocatori.

Questo libro è stato pensato per tutti coloro che vogliono fuggire dalla loro situazione attuale e trasformare la propria vita utilizzando un metodo semplice, rapido ed efficace; per coloro che vogliono migliorare ulteriormente la loro esistenza; per coloro che sanno che il mondo che li circonda è il loro riflesso, e che cambiando essi stessi modificheranno anche la loro vita, e per tutti coloro che ancora non sanno di poter cambiare.

In queste pagine troverete i mezzi per eccellere nei campi che preferite e per realizzare finalmente ciò che vi sta a cuore.

Ho iniziato a scrivere questo libro in viaggio, seduto in macchina, con il computer sulle ginocchia; al volante c’era mia moglie. Eravamo in autostrada, nei pressi di Avignone, in uno splendido paesaggio; il rumore dell’auto e il vento ci offrivano, insieme, un meraviglioso concerto di suoni armonici. Digione, Lione, la Provenza, nomi che mi facevano venire in mente...

Esitavo, poiché non sapevo quale scegliere tra i mille ricordi e le immagini fissate durante i miei viaggi: i deliziosi mercatini, il profumo della lavanda, una bottiglia di Chàteau-Neuf-du-Pape del 1980, le splendide meditazioni al sorgere del sole, il festival musicale di Avignone, il sole caldo e i momenti d’ozio.

È meraviglioso scoprire che abbiamo il potere di dirigere la nostra coscienza, che possiamo scegliere. Dal 1986 mi interesso di programmazione neurolinguistica (PNL) e ho scoperto quanto sia facile trasformare se stessi e regalarsi il lusso di una vita, di sensazioni e di qualità nuove e, per alcuni di noi, sbarazzarsi di un buon numero di idee, opinioni e comportamenti che ci impediscono di vivere in armonia e di essere felici.

 

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Ho sempre pensato che la nostra educazione terminasse il giorno in cui lasciamo la casa paterna: oggi mi rendo conto che in quel momento essa comincia appena, ma secondo le nostre scelte e le nostre norme, e non più secondo quelle degli altri.

Grazie alla PNL, potrete migliorare la qualità della vostra vita, imparando ad allargare la vostra visuale, a comunicare e a sentire ciò che gli altri sentono.

Numerose aziende utilizzano i metodi della PNL per sviluppare le attitudini alla direzione e alla comunicazione dei loro impiegati. “Karma-Cola” era il titolo di un articolo su una conferenza a cui erano presenti ottocento aziende, e nella quale si dava dimostrazione della necessità di applicare le filosofie orientali alla gestione delle imprese.

Si realizza così uno dei miei vecchi sogni: unire Oriente e Occidente, far confluire coscienza della materia e spiritualità all’interno delle imprese, permettendo a tutte le categorie del personale di raggiungere un alto livello di qualità e di efficienza.

Già da qualche anno vengo regolarmente invitato a curare la formazione di consulenti e dirigenti d’azienda: la conoscenza esoterica e la spiritualità, che ho imparato a combinare insieme nella mia stessa impresa, mi hanno permesso di concepire nuove idee, che oggi posso trasmettere ad altri grazie alla PNL.

Richard Bandler e John Grinder, gli ideatori della PNL, hanno preso a modello, tra gli altri, il dottor Milton Erickson. Egli diceva che ciascuno possiede la soluzione dei propri problemi: il gioco consiste nel riuscire a scoprirla e a realizzarla.

 

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La vita è un gioco straordinario

Nell’introduzione di un mio libro sull’energia della piramide racconto di quando, nel 1979, noleggiammo una chiatta per visitare la Borgogna, percorrendone i canali. Mentre cercavo di capire dove fossimo finiti, vidi un cartello con la scritta “Beaune”: era l’uscita che dovevamo imboccare per tornare dove eravamo partiti!

Questo fenomeno è molto strano, ma fondamentale: Jung l’ha chiamato “sincronicità”; io lo definirei piuttosto “legge di risonanza” oppure “legge di attrazione e repulsione”. Noi attiriamo le cose a cui pensiamo consapevolmente; di conseguenza dimostriamo costantemente a noi stessi di aver ragione.

Se poi un avvenimento ci dà torto, lo trasformiamo affinché rientri nella nostra visione del mondo. A volte scegliamo un metodo ancora più drastico: filtriamo tutto ciò che minaccia la nostra visione del mondo, impedendo così a noi stessi di vedere, udire e sentire.

Così la nostra vita è determinata dalla qualità della nostra coscienza (con questo termine intendo l’insieme di conscio e inconscio).

Tutto ciò che vive nella nostra coscienza, prima o poi si manifesta; esso prende anche il nome di “karma”.

Noi possiamo trasformare il nostro karma in due modi:

  • per mezzo della PNL, che permette un’integrazione attraverso la trasformazione cosciente di vecchie credenze che si trovano nascoste nell’inconscio;
  • attraverso la ripetizione, cioè vivendo e rivivendo le esperienze, per arrivare infine a comprenderle e trasformarle;
  • attraverso un lavoro di presa di coscienza delle esperienze vissute.

 

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La distribuzione dei compiti tra conscio e inconscio

Il “conscio” ci permette di pensare in modo razionale e volontario, mentre “l'inconscio” realizza tutto ciò di cui non siamo coscienti, mentalmente e fisicamente. La sua logica, diversa da quella del conscio, ci sembra spesso irrazionale.

Se avete anche solo un minimo dubbio sull’importanza dell’inconscio, vi invito ad osservarvi con maggiore attenzione di quanto abbiate fatto finora.

L’inconscio funziona senza che ce ne rendiamo conto, gestendo tutto ciò di cui non abbiamo memoria o consapevolezza: fa battere il cuore, fa lavorare il fegato, la milza, l’apparato digerente, organizza la comunicazione tra le cellule, sorveglia il metabolismo e mette in moto il processo di crescita.

Nell’azione di bere un bicchiere d’acqua, l’unico atto cosciente consiste nel dare l'impulso di volontà: “Voglio bere”. Esso dura un secondo, tutto il resto (portare il bicchiere alle labbra, versare il contenuto nella bocca, eccetera...) è opera dell’inconscio, che è responsabile dell’esatta trasmissione dei segnali ai milioni di cellule delle braccia e delle gambe e alle miofibrille che fanno contrarre determinati muscoli affinché si mettano nella posizione desiderata.

L’inconscio controlla che la mia mano non sbagli nel prendere il bicchiere e che l’acqua non mi soffochi. Se confrontiamo tutte queste azioni con la durata di un secondo (tanto dura l'impulso di volontà!) è probabile che il conscio svolga lo 0,01 per cento del lavoro, mentre l’inconscio si accolla il restante 99,99.

L’inconscio non è in grado di ragionare logicamente; si limita ad eseguire il messaggio e le istruzioni che gli vengono impartite: per questo motivo è necessario fornirgli istruzioni corrette è precise.

I Kahuna, sacerdoti-maghi hawaiani, hanno una conoscenza stupefacente dell’inconscio e la usano da migliaia di anni; rappresentano l’inconscio ricorrendo all’immagine del bambino, unihipili, mentre per la coscienza (il conscio) ricorrono all'immagine della madre, uhane.

La madre si prende cura del bambino e gli dà istruzioni, ma il bambino può non comprenderle bene o essere capriccioso.

Il nostro inconscio funziona come un ingranaggio completo e preciso che attende il colpetto giusto, ed è molto ben rappresentato dall’orologio della cattedrale di Strasburgo. In questa cattedrale si può ammirare un grande orologio con tanto di personaggi che si mettono in movimento allo scoccare del mezzogiorno.

Un primo personaggio dà un colpo di martello a una campanella e l’insieme si scatena, ogni elemento si mette a girare, a battere, a martellare, mentre altri personaggi appaiono e scompaiono. Poi, come per incanto, tutto si ferma.

Se diamo l’impulso giusto, l’inconscio avvia il processo, ma se diamo un segnale scorretto, è possibile che non succeda nulla o che accadano cose impreviste. Di conseguenza, è importante imparare il linguaggio dell’inconscio, cioè dare il segnale giusto per avere l’effetto desiderato.

 

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Il linguaggio dell’inconscio

Se parlate in italiano ad un cinese, egli non vi capirà, e anche se desidera aiutarvi, non necessariamente farà ciò che vi attendete da lui. Se invece imparate il cinese, il risultato della vostra comunicazione sarà molto più soddisfacente.

Il linguaggio dell’inconscio è semplice ed è composto di immagini, sensazioni, parole e suoni. Le sensazioni corporee rientrano tra i mezzi che l’inconscio utilizza per esprimersi.

Il dolore fa parte di questo linguaggio, ed è certamente il segnale che fino ad ora ha attirato maggiormente la vostra attenzione; forse però non avete riconosciuto questo tentativo di comunicazione, ed avete preso un antidolorifico senza pensarci più... fine del messaggio. A volte, le conseguenze di un’azione del genere sono incalcolabili e possono manifestarsi nella vostra vita più in là nel tempo.

Richard Bandler e John Grinder hanno studiato il nostro comportamento e hanno descritto l’intero processo ricorrendo al modello VUCOG (V per visivo, U per uditivo, C per cinestesico, O per olfattivo, G per gustativo). Noi percepiamo la realtà che ci circonda attraverso i cinque sensi (vista, udito, odorato, tatto, gusto) e inviamo questa realtà all’inconscio attraverso filtri o sistemi di rappresentazione:

  • il canale visivo: attraverso le immagini;
  • il canale uditivo: attraverso i suoni e le parole;
  • il canale cinestesico: attraverso le sensazioni primarie (calore, pizzicore), le sensazioni secondarie (tristezza, felicità) e le emozioni;
  • il canale olfattivo: attraverso l’odorato;
  • il canale gustativo: attraverso il gusto.

Infine, il nostro sistema di espressione è il linguaggio verbale.

Il ricordo di ogni avvenimento è immagazzinato nel nostro cervello, in aree (o depositi) di memoria, e ogni sistema di rappresentazione ha un canale che lo collega al deposito corrispondente.

Noi utilizziamo questi filtri in modo selettivo. Alcuni utilizzano principalmente il sistema di rappresentazione visivo, altri solamente quello cinestesico o uditivo, ma perché il nostro inconscio possa captare e comprendere un messaggio, dobbiamo usare tutti i canali principali. Il messaggio introdotto in questo modo avrà molte più probabilità di “impressionare” il nostro inconscio provocandone così una reazione.

 

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Richard Bandler e John Grinder hanno notato che, se vogliamo ricordare un’immagine, giriamo gli occhi in su e verso sinistra. Quando richiamiamo alla memoria un motivo musicale, i nostri occhi si dirigono al centro e verso sinistra, e quando ripensiamo a delle voci, in basso a sinistra.

Al contrario, per costruire delle immagini (immaginando qualcosa di nuovo) guardiamo in alto a destra, per comporre dei suoni, al centro e verso destra, e per ricordarci delle sensazioni (tanto primarie, quanto secondarie), in basso a destra.

Questo accade nel novanta per cento delle persone; il restante dieci per cento si comporta in modo opposto, vale a dire guarda verso destra quando gli altri dirigono lo sguardo a sinistra. Questo gruppo è formato, in maggioranza, da mancini.

È importante sapere come funzioniamo, perciò vorrei chiedervi di rispondere alle seguenti domande, osservando la posizione dei vostri occhi. Se trovate che sia troppo difficile, potete chiedere a qualcuno di leggervi le domande e di osservare i movimenti dei vostri occhi.

  • Contate mentalmente il numero di sedie e poltrone presenti in casa vostra.
  • Immaginate di indossare un costume da bagno giallo brillante, una parrucca rosa e piume di pavone nelle orecchie.
  • Qual è l’ultimo brano musicale che avete ascoltato?
  • Cercate di ricordare la tonalità del segnale telefonico di occupato e componete una melodia in quella tonalità.
  • Cosa vi ha detto la cassiera del negozio l’ultima volta che avete comprato qualcosa?
  • Che sensazione provereste se vi mettessero un ghiacciolo giù per il collo?

È possibile che i vostri occhi siano rimasti al centro, poiché le porte di tutti i depositi danno “sull’ingresso” cioè al centro.

Data di Pubblicazione: 8 agosto 2022

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