Oltre che per il caratteristico chicco nero-violaceo, questa varietà di riso integrale si distingue per le spiccate proprietà antiossidanti e per lo straordinario impatto sulla salute del nostro organismo.
Il riso Venere e i benefici degli antociani
Il riso Venere è una preziosa riserva di antociani: è questa una delle prime virtù con cui viene solitamente identificato.
Gli antociani sono potenti sostanze antiossidanti che, oltre a conferire al riso Venere la caratteristica pigmentazione nero- violacea, svolgono importanti funzioni per la salute dell’organismo.
Come molti studi scientifici hanno dimostrato, queste preziose sostanze stimolano e migliorano le funzionalità del sistema cardiovascolare. Possono impedire l’ostruzione delle arterie da parte delle placche e, di conseguenza, prevenire l’insorgenza di attacchi di cuore e di altre problematiche cardiache. L’azione degli antociani, infine, risulta anche molto efficace nel contrastare l’invecchiamento della pelle.
Per godere in maniera continuativa degli effetti benefici degli antociani, il consumo di riso Venere rappresenta una strada quasi obbligata. In natura, infatti, queste sostanze si trovano contenute in pochi alimenti: soltanto nella frutta e nelle verdure aventi un colore tendente al blu o al rosso.
Dunque, considerata la stagionalità di quest’ultimi, il consumo di riso Venere risulta la soluzione più indicata per beneficiare, nel corso dell’intero anno, della prodigiosa ed efficace azione di questi antiossidanti.
Riso Venere: varietà sempre integrale
Il riso Venere è una varietà di riso integrale. I suoi chicchi vengono sottoposti ad una lavorazione limitata che comprende soltanto la sbramatura: un’operazione volta ad eliminare la lolla, lo strato più esterno. In virtù di questa limitata lavorazione, il riso Venere si presenta come una varietà estremamente ricca di importanti nutrienti.
In particolar modo, nel riso Venere troviamo, come in altre tipologie di riso integrale, un’eccezionale concentrazione di fibre vegetali, sostanze utili per il benessere del nostro organismo.
Dal punto di vista dell’apparato gastrointestinale il consumo di riso Venere produce importanti effetti positivi: le fibre vegetali stimolano la motilità intestinale, favoriscono la digestione e ripristinano l’equilibrio della flora batterica. In armonia con uno stile di vita sano e dinamico rappresentano un efficace rimedio a problematiche come stipsi e colon irritabile.
Il consumo di riso Venere offre un immediato senso di sazietà e pertanto rappresenta un valido aiuto nell’ambito di una dieta dimagrante. Il segreto di questa virtù è riconducibile, ancora una volta, alle fibre vegetali. Una volta ingerite, le fibre assorbono l’acqua e, gonfiandosi nello stomaco, simulano un precoce senso di pienezza.
Inoltre, non dobbiamo dimenticare che questa varietà di riso integrale è anche molto ricca di minerali: vi troviamo calcio, selenio, zinco, magnesio e ferro. In particolar modo, è importante sottolineare la presenza del selenio, un elemento capace di ridurre l’insorgenza di tumori o malattie legate al cuore.
Infine, il riso Venere presenta un indice glicemico basso ed è consigliato ai diabetici e a tutti coloro che, per differenti motivi, soffrono di ipoglicemia.
La coltivazione biologica dell’autentico riso Venere
La coltivazione biologica del riso Venere è esclusivamente concentrata nelle provincie di Oristano, Vercelli, e Novara. Nelle risaie della Sardegna e del Piemonte, l’autenticità di questo riso è garantita dall’attività del Centro Ricerche SA.PI.SE., la società agricola che ha creato la varietà e che detiene, tuttora, il monopolio sulla produzione delle sue sementi.
Il Centro Ricerca SA.PI.SE. è specializzato nella produzione di sementi attraverso metodi ecocompatibili e a basso impatto ambientale. L’autenticità del riso Venere e della sua derivazione biologica è garantita da un complesso sistema di tracciabilità che, con scrupolo, segue ogni fase del percorso di questo prodotto: dalla nascita del seme alla raccolta, dal suo confezionamento fino alla rivendita.
Viene in questo modo, preservata l’unicità di una varietà pregiata e ricca dal punto di vista nutrizionale: un autentico patrimonio della risicoltura italiana.
Come cucinare il riso Venere?
Cucinare il riso Venere rappresenta un’ottima scelta se si vuole preparare un piatto salutare e gustoso. Questa varietà si afferma per essere energetica, leggera e con un sapore che, dopo la cottura, ricorda quello del pane appena sfornato. Di fronte a una qualità tanto evidente, mettersi ai fornelli diventa una tentazione a cui è impossibile resistere. Per testare il potenziale di questa varietà vi suggeriamo una ricetta vegetariana: riso Venere alle verdure.
Ingredienti per 2 persone: 200 grammi di riso Venere, una zucchina, una carota, mezza melanzana, mezzo peperone giallo, un porro, zenzero fresco, olio extravergine d’oliva, sale, pepe, salsa di soia.
Procedimento:
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Per prima cosa mettiamo a cuocere il riso con il metodo all’inglese: versate il riso nell’acqua salata già a bollore. Ricordate che la quantità d’acqua necessaria per bollire dev’essere pari a 5 volte quella del riso: per 200 g occorrerà 1 litro d’acqua.
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Tagliamo le verdure a pezzetti o a striscioline.
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Facciamo soffriggere in padella olio, salsa di soia, zenzero grattugiato, sale e pepe e, poi, aggiungiamo le verdure tagliate.
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Scoliamo il riso al dente e aggiungiamolo alle verdure in padella e facciamolo saltare per qualche minuto. Una ricetta di facile preparazione che vi farà innamorare (sempre che non lo siate già!) di questa meravigliosa varietà italiana.
Riso Venere: perché si chiama così?
Perché si chiama riso Venere? È una domanda che sorge spontanea sotto la spinta di un miscuglio di curiosità e perplessità: non siete d’accordo?
Per aver conosciuto la sua prima alba nella Pianura Padana, questa varietà porta un nome eccessivamente solare ed esotico. La culla italiana del riso, con il suo onnipresente velo di nebbia, non richiama immediatamente alla dea dell’amore e della bellezza. La Venere che noi ci immaginiamo e sogniamo dimora sicuramente in un luogo più esotico, immerso in una vegetazione rigogliosa e lussureggiante.
Allora, perché questo nome?
Per rispondere all’interrogativo potremmo distogliere lo sguardo dal territorio di origine e rivolgerlo, alla ricerca di qualche indizio, all’aspetto fisico che lo caratterizza. Però i nodi non si sciolgono ugualmente e i dubbi rimangono gli stessi di prima: i suoi chicchi si caratterizzano per una pigmentazione scura, tra il nero ed il violaceo, una colorazione che contrasta con l’immagine della dea dell’amore.
Dunque, siamo ancora al punto di partenza, con la stessa insistente domanda: perchè si chiama riso Venere?
Se non è per il territorio d’origine, se non è per l’aspetto, qual è la ragione di questo altisonante nome?
La soluzione c’è ed è contenuta nella genesi che ha portato alla luce questa straordinaria varietà.
Era il 1997 quando, nelle risaie di Vercelli, un riso tipico della Pianura Padana venne incrociato con un riso di provenienza asiatica. Non si trattava di un riso qualunque, ma del riso nero, celebre per essere conosciuto nell’antica Cina come “riso proibito”.
Si chiamava così perché il suo consumo era riservato esclusivamente all’imperatore ed alla sua stretta cerchia di familiari. Soltanto la famiglia reale aveva il diritto di godere dei miracolosi benefici che il riso nero prometteva: salute, bellezza, longevità ed effetti afrodisiaci.
Quando i risicoltori di Vercelli si trovarono a scegliere un nome per la nuova varietà, non dovettero scomodare la loro fantasia arrovellandosi su chissà quali ipotesi: la leggenda del riso proibito suggerì inequivocabilmente il nome da dare a quel riso di colore nero che oggi conosciamo come Venere.
Data di Pubblicazione: 1 ottobre 2017