SALUTE E BENESSERE   |   Tempo di Lettura: 10 min

Rispondi alla domanda più importante: Come Stai?

Scopri come sta e liberati dallo stress

Leggi l'anteprima del libro di Marina Patanero e Tea Pecunia e scopri una tecnica semplice ed efficace per liberarti dallo stress quotidiano.

Come sto?

«Gioco nel mondo con questo mio corpo, non pensando al mondo che verrà.»
Ryokan

«Come stai?» Eh già, come sto? Se presti la dovuta attenzione a come reagisci a questa quotidiana, ordinaria, educata domanda, ti si apre un incredibile scorcio sulla tua interiorità. Intendo dire che, innanzitutto, devi essere consapevole di come tendi a rispondere e il motivo per cui lo fai. (Questo è un esercizio di riflessione che lascio a te, non hai bisogno di nessuna indicazione, se non quella di pensarci seriamente un pochino.)

Per esempio, io ho scoperto che eludevo spesso questa domanda, cosa peraltro non difficile, mi bastava rispondere sommariamente, farfugliando una frase di convenienza tipo: «Abbastanza bene» (la mia preferita: non troppo positiva e alquanto scaramantica), e virando subito il focus della conversazione sul mio interlocutore (chi non ama parlare di sé?). Lo facevo scientemente, ne ero consapevole. Evitavo di soffermarmi sulla questione del «come sto?» per innata riservatezza, ma anche per non dover ammettere con me stessa e gli altri dove avvertivo tensione nella mia vita e nel mio corpo: i due sono strettamente, indissolubilmente, precisamente connessi.

Ebbene sì, se ancora non lo sai, è il momento di svelarti qualcosa di te di «magico» e importante:

Come stai fuori è come stai dentro

Il tuo corpo ti segnala con una precisione infallibile come vivi ciò che ti accade nella vita, come ti parli interiormente, quale natura hanno i tuoi pensieri. Il corpo parla un linguaggio metaforico. In questo universo precisamente ordinato, la legge di causa-effetto vale anche nella relazione tra spirito, mente e corpo. Partendo da tale presupposto, se non sto bene «dentro» prima o poi non starò bene «fuori».

«Ah, però!»

Quindi se in me trattengo pensieri di ansia, rabbia o paura, prima o poi si tradurranno in eccesso di stress e, a seguire, ulcera, mal di testa, difficoltà di digestione (non in quest’ordine di associazione! Sono esempi).

Infatti ciò che vuoi è lasciare andare. Vorresti smetterla di rimuginare su quanto accaduto o potrebbe accadere - di qualsiasi cosa si tratti - perché ti rendi conto da solo (non devo di certo dirtelo io) che quei pensieri non ti aiutano a stare bene. Anzi!

Se poi certe situazioni si reiterano giorno dopo giorno, sai da solo che ciò si ripercuoterà sulla tua salute, prima emotiva poi fisica.

Lo sai, non raccontiamoci frottole.

Forse per alcune cose non vedi ancora le connessioni, ma ci sono. Perché l’universo è precisamente ordinato (chiedilo agli scienziati se esiste il caso o se esiste qualcosa che non ha una precisa ragione di essere).

Il controllo

Un ulteriore passo avanti in questa riflessione consiste nel rendersi conto che non puoi controllare né gli eventi né le persone. Tale constatazione è applicabile anche nell’altro verso: renditi conto che gli eventi e le altre persone non possono controllare te (non iniziare a pensare che non sia vero! Non incrociare le braccia, non mettere il broncio e non ribattere caparbiamente che certo, di sicuro, questo e quell’altro hanno potere sulla tua vita).

Il tuo capo non ha potere su come stai.

I tuoi genitori non hanno potere su come stai.

Le critiche di presunti amici non hanno potere su come ti senti.

I voti scolastici non hanno potere su come stai.

Se pensi il contrario, stai vivendo un’illusione.

Se pensi il contrario, allora non hai speranze di uscirne.

Perché NON puoi né potrai MAI controllare il pensiero di altre persone né qualsiasi evento. Puoi provarci, a volte ti andrà bene e ti CONVINCERAI di esserci riuscito, altre volte non accadrà, e questo ti mostrerà come tu non abbia il controllo. Vale il viceversa: nessuno e nessun accadimento ha controllo su di te. Per il momento, prendila come un’affermazione logica, matematica, un sillogismo «aristotelico», occhio e croce così:

«IO» NON POSSO CONTROLLARE GLI «ALTRI» OGNI «ALTRO» È UN «IO» ERGO GLI «ALTRI» NON POSSONO CONTROLLARE ME.

Oppure - se gli assiomi ti infastidiscono - prendila come un’ipotesi di laboratorio su cui stiamo lavorando. Accettala come presupposto per sperimentare il metodo. Anche perché se qualcosa e qualcuno può controllare la tua vita e il tuo benessere/malessere, allora tu non puoi cambiare questo stato di cose e non puoi fare nulla per stare bene. D’altronde se fino a oggi credere che gli eventi e le altre persone abbiano il controllo della tua vita (o che tu possa controllarli) non ti ha risolto il problema di ansia, rabbia eccetera eccetera, che ti impedisce di essere gioioso ed entusiasta, vale la pena provare a partire da un presupposto diverso e verificare di persona se così facendo puoi stare meglio. Come diceva mia nonna: se usando sempre gli stessi ingredienti, la torta non ti viene, prova un’altra ricetta, altrimenti non ti stupire del risultato!

Partire da idee diverse sulla realtà

Il primo grande cambiamento è il secondo passo lungo questo nuovo sentiero: decidere di cambiare ingredienti, partire da idee diverse sulla realtà.

Ma occupiamoci del primo passo: sapere come stai. La risposta che vorrei ti dessi dovrebbe essere caratterizzata da un certo distacco emotivo e scevra da ragionamenti e involuzioni mentali. Insomma, una descrizione pura e semplice, obiettiva, neutra, di come ti senti. Innanzitutto fisicamente, perché su come stiamo emotivamente possiamo raccontarcela e autoconvincerci, ma il corpo non mente mai.

La consapevolezza di come stai è la base per progredire lungo questo cammino verso il «lasciare andare», ossia liberarsi finalmente dello stress della ruminazione mentale, che sia l’ansia o la rabbia o la paura legate ai pensieri ossessivi su certi avvenimenti (perlopiù ipotetici), e ricordarsi che nessun cumulo d’ansia può cambiare ciò che sta per accadere.

Ecco allora un breve esercizio per fare il punto della situazione, per rispondere alla domanda: «Come sto?».

Ma prima apro una lunga parentesi, perché già ti immagino perplesso - o magari non lo sei affatto, chi lo sa... - all’idea di fare esercizi quotidiani per liberarti dall’infausto stress. Come già ti ho detto, se bastasse alzare le spalle e dire ad alta voce: «Chissenefrega!», o un po’ più composto: «Lascio andare», per farlo sul serio, avresti già risolto il problema da un pezzo e vivresti gioioso e sereno la tua quotidianità.

Invece sei qui a leggere un libro che ti promette risultati.

Ma la via da percorrere, la devi percorrere tu.

Ed esiste un modo - l’unico modo oserei dire - per arrivare a destinazione: la pratica costante. Di che cosa? Di certi esercizi, il cui nome ti svelerò più avanti. Ci vuole la volontà di liberarsi dall’attaccamento a certi pensieri. Se ti proponessi di fregartene semplicemente - qualunque sia la cosa che ti crea stress -, di certo ti sembrerebbe la strada più semplice e rapida, ma in realtà non ci riusciresti. Non arriveresti a «mollare la presa», continueresti a girare sulla tua personale ruota da criceto, senza sapere come scendere!

Per lasciare andare è necessario che tu possa attingere a una fonte di energia e a risorse infinite già presenti in te. Il metodo è semplice, ma non sempre facile.

È estremamente efficace e risolutivo.

Piacevole.

A tratti meraviglioso e stupefacente.

E innato in ogni essere umano. Ci siamo solo scordati come attuarlo, o meglio, abbiamo permesso a chi già l’aveva dimenticato di farcelo scordare.

Pronto a recuperarlo? Si parte con il primo esercizio.

Si parte da come stai.

ESERCIZIO 1

L’OCCORRENTE

  1. Una sedia comoda, di un’altezza tale che ti permetta di tenere i piedi ben appoggiati a terra. Se hai già meditato nella tua vita («Caspita! Ma è di questo che si tratta????» Ebbene sì), e hai uno zafu (cuscino da meditazione) o uno sgabello da meditazione, puoi utilizzarlo.
  2. Il desiderio di provare a farlo e rifarlo e rifarlo. La decisione di applicarsi con buona volontà e sana curiosità, per vedere dove ti porta.
  3. Un luogo tranquillo dove non sarai disturbato per alcuni minuti.

IL MOMENTO

Qualunque momento della giornata in cui sei certo di avere una decina di minuti in cui poter restare solo e indisturbato.

LA PRATICA

Leggi tutte le istruzioni che seguono, poi applicale.

Siediti con i piedi appoggiati bene a terra, con le piante aderenti al pavimento. L’ideale è che le ginocchia formino un angolo retto tra cosce e polpacci. Tieni la schiena dritta, la testa dritta con il mento leggermente flesso in avanti.

Le mani sono appoggiate sulle cosce con i palmi rivolti verso l’alto.

Chiudi gli occhi. Fa’ tre respiri profondi e a ogni respiro prova a rilassare sempre più il tuo corpo.

Rilassa le spalle.

Rilassa le braccia.

Rilassa la pancia.

Rilassa il viso.

Trova il ritmo di respirazione che più senti naturale per te, in questo momento.

Asseconda il tuo ritmo naturale di respiro.

Ora diventa consapevole di come respiri: respiri con il naso o con la bocca? Respiri con la parte alta del torace o con la «pancia»? Prendi semplicemente atto di come respiri, senza giudicare se lo stai facendo nel modo giusto o sbagliato. Continua a respirare con il ritmo che ti viene naturale e sposta la tua attenzione al tuo corpo. Fanne una scansione. Parti dai piedi, dirigi la tua consapevolezza nei piedi e nota come li senti. Avverti dei dolori o delle tensioni? Dedica qualche secondo a sentire i tuoi piedi, uno alla volta se vuoi. Prendi semplicemente atto di come li senti e se avverti fastidi o tensioni lì. Non giudicare. Nota solo come li senti. Stai prendendo consapevolezza di come sta il tuo corpo.

Se noti che ci sono tensioni, immagina di rilassarle, sentile che si sciolgono. Immagina che si sciolgano.

Ora sposta la tua attenzione alle caviglie, poi ai polpacci, alle cosce, alla zona dell’inguine e su, sempre più su, un pezzetto alla volta, fino alla sommità della tua testa, ripetendo l’esercizio che hai fatto per i piedi per ciascuna altra parte del tuo corpo.

Troverai che in alcuni punti c’è tensione, in altri dolore, in altri disagio. Dove noti che ci sono tensioni, dolori, fastidio immagina di rilassare quella parte, senti che si scioglie la tensione. Immagina che si sciolga.

Scoprirai che non è così facile mantenere la «concentrazione»: la mente produrrà una serie infinita di pensieri su altre cose che ti distrarranno dal compito che ti eri prefisso.

Tu prendine atto e persevera, torna a quanto stavi facendo, a osservare come stai. (Meraviglia: stai già lasciando andare!)

Al termine di questa scansione corporea, fa’ tre respiri profondi, poi torna lentamente consapevole di dove sei, dei rumori che ti circondano e infine apri gli occhi.

Se, durante l’esercizio, non hai rilevato alcuna contrattura o tensione, allora questo libro non ti serve perché sei già molto rilassato e lo stress né ti tocca né ti intacca.

Oppure, sempre se non hai notato alcuna contrattura nel tuo corpo, questo libro ti serve molto e ti serve anche ripetere questo esercizio - domani, per oggi basta - perché evidentemente ti sei così abituato a stare in tensione da non rendertene neppure più conto. Perché ti sei dimenticato come riuscire a riconoscere i segnali che il tuo fisico ti manda e devi riprenderci un po’ la mano...

L’esercizio in cui ti sei appena destreggiato ti ha apportato alcune conoscenze:

  • il tuo corpo ti segnala tensioni,
  • la tua mente non sta mai ferma,
  • sei riuscito a lasciare andare almeno un po’, dirigendo i tuoi pensieri dove volevi tu (sicuramente a più riprese e con un po’ di impegno, ma è un buon inizio).

Data di Pubblicazione: 10 ottobre 2018

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