SPIRITUALITÀ ED ESOTERISMO

Rivelazioni - Anteprima del libro di Jacques Vallée

Rivelazioni - Jacques Vallée - Speciale

Alieni recuperati

Estratto del libro "Rivelazioni" di Jacques Vallée

Alieni recuperati

E' iniziata.

Nel maggio del 1974, J. Alien Hynek mi chiese di accompagnarlo a Los Angeles, dove i produttori cinematografici indipendenti Alan Sandler e Robert Emenegger stavano girando un nuovo documentario. Lo spettacolo faceva parte di una serie promossa dal Dipartimento della Difesa e progettata per migliorare la sua immagine. L’idea era di sfruttare il fascino degli UFO sul pubblico per dimostrare che l’Aeronautica militare era aperta alla possibilità di eventuali incontri con alieni provenienti dallo spazio, anche se per il momento non poteva fare dichiarazioni in merito alla loro esistenza. Altri documentari della serie, che avrebbero dovuto concentrarsi sulle ricerche mediche condotte dall’Aeronautica e sulle nuove scoperte nel campo astronomico, erano stati previsti, ma mai realizzati. La Sandler Institutional Films si era già occupata di produzioni finalizzate alle pubbliche relazioni per Bank of America e per Armand Flammer, e Sandler ed Emenegger erano stati selezionati sulla base di quei lavori. Fu il colonnello Coleman, un portavoce dell’Aeronautica, a gestire il progetto, ma i due avevano anche altri contatti a Washington.

Durante le riprese del documentario accaddero molte cose curiose. Quando ad esempio fu chiesto alla NASA se avesse del materiale sugli oggetti spaziali non identificati, l’agenzia informò Alan Sandler c°n tono categorico di non avere alcun filmato di qualche interesse.

Ma il suo contatto a Washington in breve tempo fu in grado di fornirgli una lista di voli, date e marcatura dei fotogrammi di pellicole girate dagli astronauti. Con queste informazioni, Sandler potè costringere la NASA a collaborare, anche se dai filmati non emersero tracce evidenti di oggetti non identificati.

Ancora più interessante fu la questione, sollevata dai militari durante una riunione di produzione a Washington, di un presunto “contatto con esseri alieni” avvenuto nella Holloman Air Force Base. A Sandler e a Emenegger fu detto in modo molto curioso e ambiguo che sarebbe stato bello includere le riprese di “un contatto reale che potrebbe verificarsi in futuro, o che forse si era già verificato”, tra gli alieni e le forze armate statunitensi. Dove? Beh, in una grande base isolata da qualche parte nel deserto, come la Holloman Air Force Base nel New Mexico. Un uomo di nome Paul Shartle, responsabile della sicurezza e capo delle acquisizioni per il programma audiovisivo della Norton Air Force Base, disse a Emenegger di aver effettivamente visto il filmato del contatto, girato intorno al 1970.

Ecco come Robert Emenegger descrive l’arrivo degli oggetti nel suo libro UFOs, Past, Present, and Future (Bailamme, New York 1974):

La giornata è limpida. Sono circa le 5:30. Il traffico è leggero; un aereo di ricognizione è pronto per il decollo quando il telefono della torre di controllo squilla e il sergente Mann viene informato di un velivolo non identificato in avvicinamento.

Ci spostiamo davanti al radar e sullo schermo vediamo diversi puntini luminosi. Il radarista preme la bocca contro la cornetta del telefono: “Ripeto, oggetti non identificati in avvicinamento, coordinate quarantanove-trentaquattro gradi sudovest. Traiettoria erratica...” Il controllore, sorseggiando un caffè, risponde: “Probabilmente è qualcuno che si è perso, forse un civile... Tienimi informato”. Poi si gira verso un collega. “Chiama la Edwards.”

Vedendo che gli oggetti sconosciuti non rispondono alle richieste di identificazione, si decide di contattare il comandante della base e viene lanciato l’allarme.

un elicottero per una missione fotografica di routine e girano parecchi metri di pellicola riprendendo tre oggetti nel cielo sopra la Holloman. Uno degli oggetti rompe la formazione e inizia una discesa. Una seconda troupe dotata di telecamera ad alta velocità, impegnata a riprendere un test aerospaziale, punta la macchina da presa verso l’oggetto e gira circa centottanta metri di pellicola a colori a 16 mm. Le telecamere continuano a girare mentre l’insolito velivolo si avvicina fino a diventare visibile. Resta sospeso in aria, quasi senza emettere rumore, a circa tre metri da terra per quasi un minuto, imbardando come una nave alla fonda. Poi si posa a terra su tre bracci allungabili.

Il comandante e due ufficiali, insieme a due scienziati dell’Aeronautica, arrivano e aspettano con apprensione. A un tratto sul fianco del velivolo si apre un pannello scorrevole.

Uno dopo l’altro, escono tre occupanti, che dall’aspetto sembrano degli esseri umani con indosso delle tute aderenti. Forse un po’ bassi per i nostri standard, con una strana carnagione tra il blu e il grigio e gli occhi molto distanziati. Hanno dei nasi grandi e pronunciati e portano dei copricapi fatti con qualcosa che assomiglia a una corda.

Il comandante e i due scienziati si fanno avanti per salutare i visitatori. Viene trovato un accordo con una sorta di comunicazione impercettibile all’udito e poi il gruppo si ritira rapidamente in un ufficio interno nell’area King I. Da lì vengono guidati in fondo a Mars Street, nell’edificio 930 dell’area ovest. Fuori dalla struttura rimane un gruppo di militari stupefatti da quanto hanno visto. Chi siano i visitatori, da dove vengano e cosa vogliano, non è noto.

A Sandler ed Emenegger fu detto che in effetti il filmato esisteva e avrebbe anche potuto essere disponibile, ma il colonnello Coleman non rispose mai alla domanda più ovvia: se quel filmato esiste, si tratta di una pellicola dimostrativa, di una simulazione pensata per una valutazione psicologica, o di una vera ripresa dell’arrivo di un disco volante autentico proveniente dallo spazio?

Io sono stato coinvolto

Io sono stato coinvolto solo marginalmente nel documentario, nella parte storica che prendeva a piene mani dai miei libri Anatomy of a Phenomenon e Passport to Magonia, ma non ne ho seguito in alcun modo la produzione. Chi lo ha fatto, incluso Hynek, è rimasto stupito nel vedere in che modo Sandler e la sua squadra furono ammessi alla Holloman. La loro prima richiesta di girare all’interno della base fu accolta con forte scetticismo: “Vuole entrare qui dentro? Con una telecamera? Siamo una struttura segreta. Si rende conto di quanto tempo ci vorrà per ottenere le autorizzazioni?”.

Sandler chiamò il suo contatto a Washington per far presente il problema e la probabile variazione nella tabella di marcia. “Ce ne occuperemo subito!”, fu la risposta. Il giorno successivo arrivò una telefonata dalla Holloman: “Quando vuole venire con il suo gruppo, Sandler? Per i permessi non ci saranno problemi”.

Fino alfultimo minuto, Sandler ed Emenegger si aspettarono di ricevere il filmato originale dell’awistamento, ma non si materializzò mai e per il documentario dovettero usare delle comuni animazioni, inserite tra alcune scene riprese alla Holloman, e degli elaborati disegni dei cosiddetti alieni.

Nel 1988 Paul Shartle sosteneva ancora di aver visto il filmato e che le riprese riguardavano tre navi a forma di disco. Una, disse, aveva avuto dei problemi ed era stata costretta ad atterrare, mentre le altre erano volate via. Da quella scesa sulla terra erano venuti fuori tre alieni. In evidente contrasto con buona parte della letteratura ufologica, che descrive esseri con nasi piccoli o assenti, gli esseri grigi del filmato aveva un naso pronunciato e tenevano in mano uno strumento descritto come un traduttore. I superiori di Shartle gli dissero che il filmato conteneva solo delle scene di finzione acquistate dall’Aeronautica militare, ma lui non trovò alcuna traccia della transazione nel suo archivio alla Norton. Inoltre, aggiunse che il filmato sembrava “troppo realistico per essere una pellicola dimostrativa”, ed era stato girato dal personale dell’Aeronautica, che quel giorno doveva riprendere un test di accelerazione.

Sandler, Emenegger e Hynek rimasero incuriositi, confusi e un po’ arrabbiati dopo quell’episodio in cui informazioni clamorose erano state prima promesse e poi smentite alfultimo minuto dall’Aeronautica, in base a un classico modello di manipolazione. Dopotutto, che senso avrebbe avuto ipotizzare che una scena del genere potesse verificarsi in futuro o fosse già accaduta da qualche parte, se davvero esisteva un simile filmato?

Non si trattava di uno di quei casi in cui qualcuno voleva far uscire il filmato, mentre altri preferivano tenerlo nascosto. Recentemente ho scoperto che la pellicola esiste e non è neppure secretata. A quanto pare chiunque potrebbe farla trapelare senza incorrere in sanzioni severe, soprattutto considerato che la sua autenticità può essere negata in modo credibile spacciando il tutto per immagini di finzione. È evidente che l’Aeronautica ha voluto fare uno dei suoi giochetti.

Il documentario di Sandler fu finanziato dalla John MacArthur Foundation. Curiosamente, a detta di Bob Emenegger, la Fondazione all’ultimo momento richiese di non essere menzionata nei titoli di coda, e non fornì alcuna spiegazione per questa sua decisione.

Accuse di coperture

Negli ultimi anni diversi programmi televisivi di qualità, tra cui un documentario del 1989 distribuito dalla Seligman Productions e intitolato Cover-Up, hanno presentato presunte prove dell’infiltrazione di alieni extraterrestri sulla terra. Il governo, sostenevano i produttori di queste trasmissioni, stava nascondendo dei dischi volanti precipitati e i corpi dei loro piloti alieni.

Quello che una volta era l’oggetto di studio di pochi fanatici isolati o il catechismo di strani gruppi occulti, è ormai diventato una sottocultura influente, con riviste, congressi e pellegrinaggi. Tale sottocultura sfrutta le esperienze autentiche di migliaia di persone rimaste confuse in seguito ad avvistamenti di UFO, fornendo risposte che sono in realtà solo frutto di fantasia. Inoltre, è in grado di veicolare il suo immaginario attraverso i media e di influenzare l’opinione pubblica in modo consistente. All’inizio si trattava semplicemente di una serie di chimere che venivano create in risposta al problema irrisolto degli oggetti volanti non identificati, ma è ormai evidente che simili trovate stiano andando incontro a un più profondo bisogno sociale e spirituale che interessa milioni di persone. Può darsi che stiamo assistendo alla nascita di un mito potente, forse anche al sorgere di una nuova religione.

Di fronte a una simile valanga di voci contrastanti, la prima parte di questo libro vuole essere un’indagine scettica sui presunti episodi di dischi volanti “precipitati” e sul recupero di alieni — vivi o morti! — da parte del governo degli Stati Uniti.

Se crediamo ad alcuni membri attivi o in pensione dell’intelligence statunitense, non solo abbiamo recuperato dischi volanti precipitati sulla terra, ma il governo degli Stati Uniti ha stretto un accordo con centinaia di alieni provenienti dallo spazio che vivono qui sul nostro pianeta, lavorando fianco a fianco ai nostri migliori scienziati in città sotterranee e uscendo di tanto in tanto sulle loro sofisticate navi spaziali per rapire esseri umani. Ricercatori come l’artista newyorkese Budd Hopkins e lo storico della Tempie University David Jacobs, che hanno ipnotizzato diversi testimoni di avvistamenti ufologici, sono convinti che lo scopo dei rapimenti sia procurare femmine terrestri in ovulazione per i ripugnanti esperimenti genetici degli invasori alieni, un’idea che risale al film di fantascienza del 1958 intitolato Ho sposato un mostro venuto dallo spazio.

Secondo alcuni scienziati del governo, come Bruce Maccabee, le alte sfere dell’amministrazione a Washington sono così preoccupate dalla minaccia potenziale posta dagli alieni che hanno progettato una complessa risposta tecnologica — il cosiddetto sistema “Guerre stellari” - non per puntare i suoi laser e i suoi fasci di particelle su bersagli terrestri, come è stato detto al pubblico, ma per colpire possibili invasori provenienti dall’alto! Secondo molti ufologi di primo piano, il contribuente americano sta di fatto sovvenzionando lo sviluppo di una rete di armi destinata a proteggere la terra dagli UFO, spacciata per un’iniziativa di difesa strategica (SDÌ) con la piena collaborazione dell’Unione Sovietica. Queste ipotesi, tanto complesse quanto fantasiose, sono frammenti di una mitologia del XX secolo elaborata passo dopo passo fino a raggiungere l’attuale livello di estrema aberrazione. Eppure possono vantare migliaia di seguaci fedeli, alcuni dei quali, come leggerete fra poco, occupano posizioni di responsabilità.

Come ogni movimento emergente, anche questo ha i suoi santuari, come la Kirtland Air Force Base, con le sue cripte misteriose, e Dulce, nel New Mexico, con i suoi grandi templi verso cui i fedeli possono dirigere l’energia spirituale. Essendo questo un movimento tecnocratico, le suoi capitali non si chiamano San Pietro, La Mecca, Gerusalemme o Salt Lake City, ma sono designate da nomi in codice, parole di potere come Hangar 18, Majestic 12 e Area 51. Vi invito adesso a seguirmi in un pellegrinaggio attraverso questo paesaggio sacro.

Questo testo è estratto dal libro "Rivelazioni".

Data di Pubblicazione: 28 settembre 2017

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