SALUTE E BENESSERE   |   Tempo di Lettura: 7 min

Salute dei bambini: è meglio vaccinarli?

I bambini non vaccinati godono di buona salute

Scopri perché ritardare le vaccinazioni dei più piccoli può essere estremamente benefico leggendo l'anteprima del libro di Françoise Berthoud.

Sì, i bambini non vaccinati godono di buona salute.

La mia esperienza di pediatra omeopata m’insegna ogni giorno che i bambini non vaccinati o con poche vaccinazioni hanno una salute fisica e psicologica di gran lunga migliore rispetto ai loro amici vaccinati. Numerosi studi passati e recenti, a livello mondiale, ci dimostrano inoltre che non si tratta di un’illusione!

La genesi di questo libro.

Avendo fatto parte del “Forum europeo per la vigilanza sui vaccini” venni invitata a tenere una conferenza su “La salute dei bambini non vaccinati” prima in Belgio e poi a Barcellona, nella primavera del 2009. In Belgio parlai dopo l’intervento di Sylvie Simon sul tema “Bugie e vaccini” e quello di Georget, sul tema “Il vero rapporto benefici/rischi dei vaccini".

Ricordavo di aver già ascoltato questi due brillanti “portavoce” dei problemi dei vaccini. Uscendo dalla sala, pensai: «È chiaro che i vaccini vanno evitati... ma che fare per rimanere in buona salute?»

Né Michel né Sylvie - oggi entrambi miei cari amici e complici - essendo rispettivamente biologo e giornalista, avevano il ruolo giusto per parlarne. Io però sì, decisi, e in più avevo voglia di infondere un’energia positiva nel problema: non si trattava solamente di evitare i vaccini, bensì di scegliere un’altra prevenzione, un altro stile di vita basato sulla fiducia nella salute invece che sulla paura delle malattie.

So per esperienza che i bambini non vaccinati godono di buona salute e che diversi fattori possono proteggere e sostenere la loro immunità naturale.

La mia esperienza di pediatra e i vaccini

Ho seguito alcuni bambini fin da prima che nascessero, proponendo, come fanno del resto molti dei miei colleghi pediatri tradizionali, una visita prenatale. La riflessione sulle vaccinazioni era ovviamente inevitabile e cercavo insieme ai genitori la soluzione migliore per quella famiglia.

Una famiglia che rifiuta le vaccinazioni immediatamente è evidente che le teme, e la situazione è chiara (salvo di fronte ai vaccini obbligatori nella vicina Francia, a qualche chilometro dal mio studio situato nella campagna ginevrina). La paura delle malattie, tuttavia, soprattutto tetano e a volte poliomielite, persiste in molti di noi, e sempre concordavamo di ritardare al massimo queste vaccinazioni per aspettare che il sistema immunitario del bambino maturasse.

Una differenza fondamentale tra la mia pratica medica e quella dei pediatri tradizionali è l’ascolto reciproco tra medico e genitori, al quale ho dato sempre più spazio nel corso degli anni. È impossibile per un pediatra allopatico di città immaginare di passare mezz’ora ad ascoltare gli interrogativi e le paure dei genitori dei suoi pazienti sulle vaccinazioni. Non è compatibile né con il suo modo di pensare né con il suo orario. Eppure, è ciò che molti genitori vorrebbero: semplicemente essere ascoltati.

Mi ricordo dello sconforto espresso durante una conferenza da una collega, che era stata mia stagista all’ospedale pediatrico:

«Non vi immaginate il tempo e l’energia che perdo a convincere i genitori a vaccinare... capite, la città è piena di omeopati... e cosopati vari!», diceva, riferendosi certamente ai miei amici naturopati ed osteopati.»

Spesso mi è capitato di dover rassicurare i genitori dei bambini seguiti in precedenza da altri medici e già vaccinati che non vi era alcun pericolo nel non fare i richiami programmati, e di decidere insieme se procedere o meno a un drenaggio omeopatico dei vaccini, argomento che tratterò in seguito. Molti di questi bimbi erano stati spesso curati con gli antibiotici, perlopiù per otiti ricorrenti, una patologia per la quale avevo messo a punto i miei tre pilastri terapeutici:

  • riflessione sull’alimentazione (prodotti lattiero-case-ari, glutine),
  • osteopatia craniale e
  • omeopatia,

...senza dimenticare la domanda fondamentale: “cos’è che forse il bambino non ha voglia di sentire?”. Quando i genitori sono pronti per questo approccio, i risultati sono molto soddisfacenti. Eccovi un aneddoto raccontato da una mamma:

«L’anno scorso, ogni bambino dell’asilo nido aveva sulla mensola la sua brava boccetta d’antibiotico, molto spesso per l’otite. Tranne mio figlio. Le altre mamme mi hanno fatto delle domande e ho parlato loro dei problemi legati al latte vaccino e dei benefici dell’osteopatia craniale. Il discorso è stato ben recepito e oggi rimane un solo bambino sotto antibiotici: il figlio della pediatra!».

Gli studi presenti nella letteratura medica

Per parlare della buona salute dei bambini non vaccinati, mi baso quindi tanto sulla mia esperienza di pediatra omeopata quanto su studi presenti nella letteratura medica. Quest’ultima non è molto ricca in questo campo e i pochi studi esistenti sono evidentemente poco letti dai medici... o contestati.

Nello studio del 2017 viene spiegato che una delle ragioni della scarsità di studi randomizzati sulla morbilità e mortalità connesse ai vaccini esistenti per i bambini è che tali studi dovrebbero prevedere un gruppo di controllo formato da bambini a cui venisse somministrato un placebo al posto dei vaccini, il che solleva questioni etiche di rilievo negli sperimentatori convinti della fondatezza delle vaccinazioni, naturalmente.

Vedremo però che vi sono stati diversi studi comparativi, per esempio in Nuova Zelanda e in Africa occidentale, dove uno studio ha causato il ritiro dal mercato di un vaccino contro il morbillo ad alto titolo: una serie di test randomizzati avevano infatti dimostrato che l’interazione di quel vaccino con l’antidifterica-tetano-pertosse aumentava del 33% la mortalità infantile.

Tale studio recentissimo ed altri che incontrerete nel libro lasciano ben sperare quanto ad una maggiore generosità del futuro su questo argomento, in risposta ai gravi interrogativi che ora il pubblico e una crescente minoranza di medici si pongono sulla fondatezza delle vaccinazioni. Nel caso del papillomavirus e, soprattutto, della febbre suina (virus A/H1N1), questa minoranza sta addirittura, pian piano, diventando maggioranza.

Quante volte ho sentito da parte dei genitori dei miei piccoli “pazienti” questo tipo di testimonianze:

  • «ha cominciato a tossire dopo il vaccino»; «da dopo il vaccino non ha smesso di colargli il naso»;
  • «i figli dei vicini, vaccinati secondo il programma ufficiale seguito dal loro pediatra, sono sempre malati... i miei, non vaccinati, mai... o comunque guariscono in fretta. Non hanno mai avuto bisogno di antibiotici»;
  • «ho una figlia di 16 anni che non è mai stata vaccinata. Quando si ammala, le dura due o tre giorni».

Gli anni passano, ed ecco che i miei pazienti “ex neonati”, ormai cresciuti, si avvicinano, in Svizzera, all’età del servizio militare. Di recente, ad uno di loro sono stati proposti due vaccini: il morbillo (per via dell’“epidemia”!) e l’encefalite da zecche. Il suo rifiuto di essere vaccinato non ha fatto così scalpore: gli è stato richiesto semplicemente di firmare una liberatoria. Il bello di questa storia è che tutti i suoi compagni, all’indomani della vaccinazione, erano a pezzi. Sì, tutti... tranne lui!

Le testimonianze dei genitori dei miei pazienti sono confermate da diversi studi e osservazioni in vari paesi. Tra le righe di questi studi sulla buona salute dei bambini non vaccinati si leggono alcuni elementi ricorrenti.

  • parto avvenuto in casa o in un centro per parti naturali;
  • allattamento prolungato;
  • coscienza olistica dei genitori;
  • uso di terapie “dolci” che rispettano i sintomi;
  • e/o alimentazione vegetariana, se non addirittura vegana.

Ritroveremo questi elementi nel nostro viaggio intorno al mondo. Inoltre, vedremo che il fatto di ritardare le vaccinazioni dei più piccoli può essere estremamente benefico.

Data di Pubblicazione: 8 gennaio 2019

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