Così Parla un Q'Ero - Anteprima del libro di Nicolás Pauccar Calcina

Il termine sciamanesimo

Per alcuni  è un po’ controverso perché viene in genere relazionato con la magia e alla gente non piace parlare di magia né cercare di comprenderla e preferisce credere che sia qualcosa di soprannaturale o di straordinario.

Pare che il termine sciamanesimo provenga dalla Siberia. In quel Paese, infatti, chi aveva un ruolo di leader o di medico, oppure era una sorta di psicologo, era detto “sciamano”o “shaman”. Il termine si è poi diffuso in tutto il mondo per designare genericamente chi ha una funzione di guida e di guaritore.

Per spiegare la dinamica di una “guarigione magica”, vi racconto una storia che ho preso a prestito dalla vostra cultura...

Quando Gesù, che era un famoso guaritore, arrivava in un luogo, era sempre preceduto dalla voce dei guariti che ne propagavano le incredibili abilità. La notizia giunse cosi a un giovane, cieco dalla nascita, che volle conoscerlo, con la speranza di poter essere guarito.

Cominciò allora a girare per le strade gridando:

“Gesù, figlio di Nazareth, Gesù, figlio di Nazareth”...

“Che cosa vuoi figliolo?”, gli rispose Gesù.

“Voglio guarire”, gli disse il giovane.

Allora Gesù prese un po’ di terra, la mise nel palmo delle mani, vi gettò sopra un po’ di saliva, formò un grumo di fango e lo collocò sugli occhi del cieco.

Chiese poi ai suoi discepoli di condurre il giovane alla fonte e di lavargli gli occhi. Non appena i discepoli gli tolsero il fango, il giovane riacquistò la vista e tutti si meravigliarono del gran prodigio.

Allora corse da Gesù per baciargli i piedi e gridargli tutta la sua gratitudine.

E Gesù gli disse: “Vai e dì ai tuoi fratelli che sono arrivato”. Il giovane portò così la lieta novella a tutti i ciechi della regione e uno di loro si precipitò subito da Gesù dicendogli: “Gesù, figlio di Nazareth, Gesù, figlio di Nazareth”...

“Che cosa vuoi figliolo?”, gli rispose Gesù tranquillamente. “Voglio guarire”, gli rispose il cieco.

Gesù gli pose le mani sulla fronte e gli disse:

“Figliolo, apri gli occhi. Sei già guarito”.

L’uomo aprì gli occhi e cominciò a piangere, saltare, benedire e baciare i piedi di Gesù. Poi gli disse: “Maestro, ti seguirò ovunque”.

Allora Gesù gli disse: “Vai e avverti che sono arrivato”.

Un terzo cieco, dopo aver sentito quelle notizie, volle allora recarsi da Gesù, ma Lui si stava dirigendo verso Gerusalemme ed era circondato da una grande folla. Ed era impossibile da avvicinare.

Il cieco allora cominciò a chiedere alla gente come poteva fare per incontrarlo e chi lo mandava da una parte chi dall’altra. Alla fine, disperato, si lanciò verso il Maestro e riuscì a toccargli il lembo del mantello.

“Qualcuno mi ha toccato”, Gesù disse ai suoi discepoli. “Maestro, non ti ha toccato nessuno, noi ti stiamo proteggendo”, gli risposero i suoi discepoli.

“Qualcuno mi ha toccato” ripetè Gesù. Si girò e vide il cieco. “Posso vedere! Posso vedere!”, gridò l’uomo.

“La tua fede ti ha guarito”, gli rispose allora Gesù.

Nel primo caso vediamo che il guaritore utilizza alcuni strumenti sciamanici (terra, saliva e acqua) per creare fiducia nella mente del paziente e indurla a focalizzarsi nell’area trattata. In quel modo potrà rilasciare le sostanze neurochimiche necessarie alla sua ristrutturazione.

Il guaritore

Invece nel secondo caso il guaritore usa solo le parole: “Apri gli occhi. Sei guarito”. E nel terzo, la persona guarisce con la sua sola presenza.

Nella prima fase, la mente ha bisogno di un appiglio esterno per avviare il processo di guarigione o per comprendere come gli elementi fìsici interagiscono tra loro. Una volta compresa questa fase, l’appiglio non sarà più necessario e la mente potrà attivare o disattivare le sostanze neurochimiche usando solo il “decreto”, cioè un’affermazione o un ordine espresso a parole.

Nella terza fase, infine, anche le parole non saranno più necessarie. La mente del paziente funzionerà in modo automatico decodificando l’informazione ambientale e prendendo come riferimento la sola presenza del guaritore.

Lo sciamano ha infatti la funzione di ristrutturare la mente del paziente per creare in lui un nuovo paradigma e una nuova convinzione. Per questo utilizza vari elementi (Acqua, Terra, Fuoco e Aria) combinati con incensi, maracas, suoni o parti di animali come zampe di coniglio, piume di condor, amuleti... oppure si concentra su un punto specifico del corpo per fare in modo che il paziente possa attivare o disattivare le sostanze neurochimiche necessarie alla sua guarigione.

A seconda della modalità usata, possiamo distinguere fra sciamanesimo magico o utopico e sciamanesimo metodico o sperimentale.

Per esempio nello sciamanesimo utopico, il Sacerdote, per realizzare una guarigione, si limita a usare vari elementi naturali: piume, pietre, acqua fiorita, maracas, erbe, farina di mais ecc., mentre in quello metodico cerca anche di capire e di investigare cosa accade.

Quando ero ancora uno studente, i Maestri mi avevano insegnato come muovere le piume e come usare i canti e mi avevano detto: “Devi fare in questo modo e avere fiducia”. Ma a me questo non bastava.

Io volevo andare oltre, investigare ciò che accade in ogni scenario di guarigione o d’iniziazione, sapere perché nella maggioranza dei casi si guarisce e in altri no, capire a cosa è dovuta questa differenza ecc.

Volevo insomma passare dallo sciamanesimo magico o utopico a quello metodico o sperimentale. Perché quando si comincia a comprendere, allora tutto ci appare semplice, molto semplice.

Il Missayuq

Il Missayuq può essere definito uno sciamano metodico perché ha la funzione di indicare al cervello, attraverso il canto o altri elementi simbolici, l’area e il disturbo da trattare. Il canto, per esempio, serve a distogliere l’attenzione della mente cosciente in modo che la persona possa entrare progressivamente in una modalità non-cosciente e possa così potenziare o attivare i recettori o le funzioni connesse al processo di guarigione automatica.

Anche la pelle umana è disseminata di recettori, per questo quando qualcuno ci tocca, noi reagiamo spontaneamente. Ma se pratichiamo a qualcuno una ‘pulizia energetica con la piuma del condor, anche se non lo sfioriamo, lui avrà la percezione di essere toccato. In questo modo il suo cervello potenzierà i recettori delle aree del corpo che si stanno trattando e sarà indotto a rilevare ed eliminare ogni eventuale anomalia, perché la sua funzione è proprio quella di mantenere fintegrità del corpo fìsico.

In realtà chi guarisce è il cervello della persona. Lo sciamano è solo uno strumento che serve a creare degli scenari o dei contesti specifici che ne favoriscono la guarigione.

Riguardo allo sciamanesimo magico o utopico, ricordo che i miei genitori, i miei nonni e tutti i miei antenati mi portavano a parlare con la Pachamama, la Madre Terra, e le dicevamo: “Madre, vogliamo questo... Madre, vogliamo quello”... poi ci mettevamo in ginocchio e la baciavamo tre volte.

Molte volte lo faccio ancora.

Ho analizzato quello scenario molte volte per capire che baciare la Terra è un atto davvero importante!

Qualcuno può pensare che sia ridicolo o insensato, invece è un gesto semplicemente meraviglioso perché è come fare l’amore con la Terra!

E attraverso quel bacio, attraverso i granelli che restano sulle nostre labbra, possiamo assorbire tutte le informazioni di Madre Terra.

Quando andavamo a trascorrere qualche giorno in un luogo sacro, prima di baciare la Terra, dovevamo digiunare. Poi le chiedevamo che il raccolto fosse abbondante, che gli animali si moltiplicassero, che i parassiti non mangiassero i nostri prodotti, che la pioggia fosse buona, che la convivenza con gli animali e con le piante fosse positiva e che la razza umana potesse vegliare su tutto questo.

Quando poi ho cominciato ad analizzare i vari scenari da un punto di vista metodico o sperimentale, mi sono reso conto che non è più necessario baciare la Terra, ma che è sufficiente toccarla e assaggiarne qualche granello. In questo modo, attraverso il contatto diretto, le terminazioni nervose delle labbra assorbiranno tutte le informazioni di quel sistema ecologico e ne analizzeranno automaticamente la biochimica e le trasformazioni. Così il corpo potrà incorporare i vari elementi di queU’habitat e potrà stabilmente adattarvisi.

I sistemi ecologici

I sistemi ecologici sono delle strutture in cui gli organismi viventi tendono ad adattarsi e a modificarsi geneticamente. Vanno dal livello del mare a un’altitudine superiore ai cinquemila metri.

Anche l’organismo umano è progettato per adattarsi al sistema ecologico in cui vive e se cambia ambiente continua a funzionare secondo i parametri del suo solito habitat. Questa discrepanza tra corpo e ambiente può anche generare degli squilibri psichici e biochimici che possono essere evitati assaggiando qualche granello di terra del nuovo sistema ecologico. Questo piccolo rituale, infatti, permette all’organismo di entrare automaticamente nella coscienza del luogo e lo aiuta ad adattarsi rapidamente al cambiamento orario o ad altre disarmonie.

Se osserviamo per esempio i bambini piccoli, vediamo che esplorano il loro corpo e ciò che li circonda portandosi tutto alla bocca perché in questo modo registrano l’interazione biochimica con l’ambiente e generano gli anticorpi necessari contro virus, batteri ecc.

Oltre ai diversi sistemi ecologici, la Terra presenta anche dei punti e delle linee energetiche conosciute come “punti geodetici” che contengono le informazioni sullo stato dei bacini idrografici e delle valli.

Nello Sciamanesimo magico, i Sacerdoti di solito s’inginocchiano e chiedono agli spiriti delle montagne di dar loro un buon raccolto o un’abbondanza di animali. Nello Sciamanesimo metodico invece, i Sacerdoti operano dai vari punti geodetici, per determinare lo stato generale di una valle o di un bacino e valutare di conseguenza l’equilibrio evolutivo dei suoi organismi.

Le valli sono degli acceleratori genetici. Nella parte alta si ha un solo raccolto all’anno, mentre in quella bassa se ne possono avere fino a tre o quattro.

La funzione dello sciamano metodico è appunto quella di prevedere che non avvengano squilibri a livello di prodotti o di animali perché questo potrebbe provocare uno sviluppo abnorme di una specie.

E l’Uomo ha appunto il compito di vegliare sull’equilibrio dell’ambiente.

A livello evolutivo

A livello evolutivo, gli Esseri umani sono superiori alle altre specie, per questo hanno il dovere di controllare che si mantengano in un buon equilibrio e non provochino scompensi pericolosi nell’ecosistema. Se per esempio un microrganismo avesse un’evoluzione molto più rapida della razza umana potrebbe da solo arrivare a sterminarla.

Ricordo le parole di Tunupa:

“Tu e la tua specie vivete qui sulla Terra, ma ricordate che qui vivono anche altre migliaia di specie. E tutte hanno fiducia in voi, perché voi siete per loro quello che io sono per voi. Loro dipendono da voi come voi dipendete da me. Tutto è strettamente correlato e tutto ha una sua funzione specifica nell’Universo”.

Gli Esseri umani devono rendersi conto che le creature che li attorniano, li considerano degli ‘Dei in Terra. Questo non significa che hanno il diritto di dominarle ma piuttosto che se ne devono assumere la responsabilità. Perché essere responsabili della Terra, significa essere pienamente coscienti che lei è la matrice del nostro corpo fìsico e che noi siamo una sua estensione. E riconoscerlo ci permetterà di avere un buon adattamento.

Per me la Terra è semplicemente la mia casa, mia madre, il nutrimento del mio corpo fìsico, il tempo e lo spazio... e per il mio corpo non-fìsico, o energetico, è un luogo transitorio per riposare un po’ come turista.

Per questo il gesto di baciare la Terra o assaggiarne qualche granello è importante e rappresenta un modo per sentirsi maggiormente connessi a un determinato luogo.

Infatti, per capire se una persona è ben adattata al suo ambiente, basta vedere se si lamenta del freddo o del caldo perché in realtà queste sensazioni non esistono, sono solo degli indicatori che mostrano il grado di connessione con Madre Terra. Se si sta bene, allora significa che si è ben adattati. E se si è ben adattati, non si ha più bisogno di accendere il riscaldamento o l’aria condizionata ed è molto diffìcile che ci si prenda l’influenza...

Per esempio, uno sciamano sa che in una giornata calda l’acqua fredda genera più calore. E che la sensazione termica si regola meglio con una bevanda calda. Infatti, se nell’ambiente ci sono 38 gradi, si dovrebbe bere l’acqua a 40 gradi, così la pelle diventerebbe fresca.

Per stabilire allora un buon contatto con la Pachamama, o essere in risonanza con Lei, è sufficiente camminare a piedi nudi, assaggiare un pizzico di Terra, salutarla a voce alta, parlare alle piante...

Se in quanto Missayuq io insegnassi unicamente il rituale, le persone avrebbero il 50 % di probabilità di guarire, ma se invece spiegassi loro i vari processi e come realizzarli, allora la probabilità salirebbe al 100 %.

Non ci si può sbagliare perché si tratta di processi che hanno un inizio e una fine e che non dipendono dalla fiducia nel guaritore, ma dalla consapevolezza dei processi biochimici e bioenergetici che vengono attivati.

Naturalmente il compito del guaritore è quello di creare lo scenario adeguato.

Nella tradizione dei Sacerdoti Paqokuna, ogni cosa segue un determinato processo, ha un suo inizio e una sua fine e la stabilità del corpo fìsico, di quello emozionale e di quello sottile dipende solo dalla consapevolezza.

SALUTE = COSCIENZA

MALATTIA = INCOSCIENZA

Questo testo è estratto dal libro "Così Parla un Q'Ero".

Data di Pubblicazione: 2 ottobre 2017

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