Leggi in anteprima un estratto dal libro di Selene Calloni Williams e scopri il rituale giapponese per liberarsi dall’ansia e dallo stress
Come si pratica lo Shinrin-Yoku
Lo Shinrin-Yoku è un’avventura di profonda comunione con la natura attuata con tutti i sensi.
Si pratica in molti modi, ma quello più tradizionale è la passeggiata e la meditazione nel bosco o nella foresta.
Il primo momento di questa esperienza è l’entrata nel bosco.
C’è sempre un momento quando ti addentri in un bosco in cui senti un cambio dell’energia, come se la vibrazione frenetica del mondo non potesse più avanzare, d’improvviso ti accorgi di essere avvolto da un alito caldo e umido di pace e profondità. In quel momento “entri il bosco”: entri nel bosco e il bosco entra in te. È proprio in quell’istante preciso che dovresti dare il via con consapevolezza e attenzione al rituale dello Shinrin-Yoku con un piccolo e semplice gesto, quasi impercettibile: abbassa la testa in segno di inchino.
Il bosco è psiche.
Inchinarsi al bosco quando si entra in esso e lo si percepisce entrare in noi, è un gesto che apre la porta del bosco interiore.
Il bosco interiore è invisibile agli occhi comuni.
Da molto tempo ormai, quasi tutti gli anni faccio visita a Svetlana, la sciamana altaica protagonista dei miei libri ambientati in Siberia, e poi affronto un pellegrinaggio nella steppa a cavallo che dura dai sette ai dieci giorni i cui, insieme al gruppo di persone di cui sono guida, attraversiamo l’altipiano di Ukok, un luogo di estrema sacralità e misticismo al confine tra Siberia, Kazakistan, Cina Mongolia. Qui, da migliaia di anni, non vi è presenza d esseri umani, solo aquile, marmotte e kurgan, le tombe degli antichi Sciti, una misteriosa popolazione nomadi dell’antichità di religione sciamanica.
Prima che io mi cimenti in quest’avventura insieme al mio gruppo, Svetlana fa per noi un rito per aprirci la strada. Innanzitutto brucia rametti di ginepro e con il fumo ci purifica.
Svetlana ha colto quei rametti nella foresta dopo aver chiesto il permesso allo spirito del ginepro. Un giorno, mentre eravamo seduti intorno al fuoco, Svetlana ci ha detto che il grande male del nostro mondo è l’aver perso il senso del sacro. A causa di ciò si spacca l’atomo senza chiedere il permesso, si buca la terra e si penetra nelle vene della Madre per estrame liquido nero, senza chiedere il permesso, nelle sale operatorie si va armati contro gli organi - che per gli sciamani sono gli antenati - senza chiedere il permesso.
Eseguire un inchino al bosco quando lo si penetra è chiedere il permesso di entrare in comunione con l’invisibile: le energie e le idee. Queste ultime, infatti, non sono un secreto del cervello umano, esse sono dei, dee, antenati e abitano boschi e foreste.
Dopo che sei penetrato nella magia del bosco hai due possibilità: camminare o fermarti; fai in modo che entrambi siano momenti di meditazione applicando l’attenzione consapevole a ciò che accade.
Camminare con totale presenza mentale e piena attenzione cosciente è praticare la meditazione camminata.
Meditazione Camminata
Mentre cammini porta l’attenzione al tuo respiro spontaneo e divieni consapevole del fatto che stai respirando. Di’ a te stesso: “So che sto inspirando”, quando inspiri e “So che sto espirando”, quando espiri. Simultaneamente rimani consapevole della presenza del bosco, del suo respiro, del suo alito che ti avvolge e ti compenetra.
Dopo qualche minuto di camminata e di respiro consapevole chiediti: “Chi sta respirando?”.
Visualizza i tuoi polmoni espandersi durante l’inspirazione e contrarsi durante l’espirazione. Realizza che affinché i polmoni si espandano, bisogna che intorno vi sia un bosco e un universo che si contrae e, affinché i tuoi polmoni si contraggano, è necessario che vi sia un bosco e un universo che si espande. Nella respirazione emetti anidride carbonica che gli alberi assorbono restituendo ossigeno che tu assorbi. In questo processo dove è “dentro” e dove è “fuori” di te?
Quindi concentrati sull’emozione più forte che stai provando in questo periodo della tua vita e chiediti: “Chi sta provando cosa?”.
Perciò in sincronia con il movimento dei tuoi passi, ripeti mentalmente questo mantra: “Ate, a te, a te!”. Dai al bosco la tua emozione e chiedigli di aiutarti a guarirla: se si tratta di un’emozione di sofferenza, di risolverla, se si tratta di un’emozione di gioia di espanderla a tutte le creature senzienti.
Il mantra “A te, a te, a te!” è stato molto consigliato da Mère, la compagna spirituale del guru indiano Sri Aurobindo. Esso è il mantra del surrender. Questa parola inglese era usata da Mère e Aurobindo per definire il mettersi nelle mani della Madre dei Mondi, l’affidarsi all’universo.
La stessa cosa puoi fare con un disturbo fisico, un problema esistenziale, un pensiero ossessivo.
Questa meditazione è straordinariamente potente. Essa modifica la tua prospettiva. Il mondo è negli occhi di chi lo guarda, cambiare sguardo significa cambiare mondo: non cambiare il mondo, ma cambiare mondo. Fare periodicamente questa meditazione nel bosco o nella foresta ci conduce in un viaggio di trasformazione molto intenso e appagante.
Meditazione in Piedi
Fermati nei pressi di un albero che attrae in modo particolare la tua attenzione. Con un piccolo gesto della testa fai un inchino. Chiedi allo spirito dell’albero il permesso di entrare in connessione con la pianta. Appoggia le mani o la schiena al tronco. Percepisci la linfa che scorre nell’albero. All’inizio dovrai immaginare lo scorrere della linfa, poi la potrai sentire. Rimani per qualche minuto ad ascoltare lo scorrere della linfa senza pensare a nulla. Quindi dai amore all’albero attraverso ogni poro della tua pelle. Rimani in questo stato di amore per qualche minuto. Infine chiedi allo spirito dell’albero di aiutarti nella realizzazione di un obiettivo cui tieni molto. Devi sentire che il tuo obiettivo non risuona con gli attaccamenti del tuo ego, ma piuttosto con la volontà della tua anima di evolvere sul cammino spirituale e di generare azioni meritevoli, capaci di produrre effetti che vanno a giovamento di tutte le creature senzienti. Questo è il solo genere di obiettivi che gli spiriti del bosco concorrono a realizzare. Se nutri simili obiettivi sicuramente riceverai un aiuto straordinario dal bosco.
L’ultima parte della meditazione è la più difficile e riguarda tutto il tempo successivo alla meditazione stessa, quello in cui vivrai la tua quotidianità. In tutto questo tempo dovrai cercare di permanere nella connessione con l’albero, ricordando a volte il tuo rituale e dovrai rimanere nella fiducia che il bosco sta lavorando per te e che tutto andrà per il meglio. La perdita di fiducia invalida il rituale.
Perdere fiducia è uscire dal cerchio magico dell’amore in virtù del quale tutto ciò che la tua anima desidera per compiere la sua opera viene sostenuto e realizzato per te.
Meditazione a piedi nudi
Sui sentieri noti, nei tratti dove sei certo che siano ben puliti e non vi sia la presenza di insetti o animali pericolosi, di spine o di sassi appuntiti, puoi camminare per brevi tratti a piedi nudi.
Sentire il contatto della nuda terra sotto le piante dei piedi è straordinario. La meditazione consiste nel porre piena attenzione alle sensazioni delle piante dei piedi a contatto con il suolo senza pensare ad altro per qualche minuto.
Si tratta di una meditazione dagli straordinari poteri rigeneranti.
Data di Pubblicazione: 6 luglio 2018