Anteprima del libro "Storie della Buonanotte per Bambine Ribelli 2" di Francesca Cavallo e Elena Favilli
Audrey Hepburn
Attrice
C'era una volta in Olanda una bambina di nome Audrey che mangiava i tulipani. Non perché le piacessero i fiori: lo faceva perché aveva moltissima fame. La vita in Olanda durante la Seconda guerra mondiale era molto dura. Non c'era mai abbastanza cibo sulla tavola, e Audrey provava spesso i morsi della fame. I bulbi di tulipano non avevano un buon sapore, ma almeno così non moriva di stenti.
Quando diventò grande, Audrey si trasferì in Inghilterra e divenne un'attrice cinematografica. Era ammirata in tutto il mondo per la sua figura elegante e per la sua bellezza luminosa. Famosi stilisti facevano a gara per vestirla, e Audrey divenne un'icona di stile, nota per il suo tubino nero, i guanti lunghi e il diadema di diamanti. Dopo che il suo film più famoso, Colazione da Tiffany, uscì nelle sale, il "look alla Hepburn" divenne così popolare che molte donne cominciarono a vestirsi proprio come lei. Entravano perfino in quella famosa gioielleria di New York citata nel film per trovarsi nello stesso posto dov'era stata lei.
Ma Audrey non voleva essere solo una star del cinema ammirata per il suo fascino. Voleva aiutare gli altri, soprattutto i bambini poveri e affamati - i bambini che soffrivano la stessa fame di cui aveva sofferto lei. Perciò dedicò la sua vita all'UNICEF, la stessa organizzazione umanitaria che aveva aiutato lei da bambina durante la guerra. Era convinta che nessun bambino dovesse patire più così tanto la fame da ridursi a mangiare i bulbi di tulipano.
Quando Audrey morì, un nuovo tulipano bianco fu chiamato in suo onore con il suo nome, per celebrare il lavoro straordinario che aveva compiuto per l'UNICEF.
Katherine Johnson, Dorothy Vaughan e Mary Jackson
Informatiche
Ogni giorno, Katherine, Dorothy e Mary salivano in macchina e andavano insieme alla NASA, l'agenzia responsabile del programma spaziale americano. Erano tutte brillanti scienziate, e il loro compito era quello di risolvere complessi problemi matematici per fare in modo che gli astronauti potessero viaggiare sicuri nello spazio.
Quando la NASA acquistò il primo computer IBM a transistor, solo poche persone nel mondo sapevano come usarlo per gli affari - e nessuno sapeva come usarlo per i viaggi spaziali! Così Dorothy imparò da sola il Fortran, ovvero il linguaggio di programmazione che il computer comprendeva, e fece funzionare il sistema.
Quando l'astronauta John Glenn stava per compiere la missione di orbitare intorno alla Terra, disse che non si fidava del tutto di quel computer e chiese a Katherine di controllare personalmente i calcoli della traiettoria. «Se lei dice che i numeri tornano, sono pronto a partire» disse.
Quando si presentò l'opportunità di lavorare alla Galleria del vento supersonica, Mary si offrì volontaria. Si specializzò nel comportamento dell'aria attorno agli aeroplani, e divenne la prima donna afroamericana a ricoprire il ruolo di ingegnere aerospaziale.
Katherine, Dorothy e Mary superarono difficoltà incredibili, ma i loro contributi alla scienza e alla tecnologia rimasero ignoti per molti anni. Oggi sono celebrate come tre delle maggiori protagoniste nella storia dei viaggi spaziali.
Sophia Loren
Attrice
Il soprannome di Sophia era "Stecchino".
Trascorse l'infanzia a Napoli, durante la Seconda guerra mondiale, condividendo un piccolo appartamento con la madre, la sorella, i nonni e gli zii. Non c'era mai abbastanza da mangiare.
La madre di Sophia aveva spesso sognato di diventare un'attrice, così, quando venne a sapere che stavano cercando comparse per un film a Roma, fece le valigie e partì, portandosi dietro la figlia. Sophia era ancora adolescente, ma capì che le piaceva stare sul set, perciò decise di rimanere a Roma per cercare di diventare lei stessa un'attrice.
Lo "Stecchino" tutto pelle e ossa si era ormai trasformato in una bellissima giovane donna. Sophia lavorava come modella per le riviste e le sfilate di moda, e intanto tentava di sfondare nel mondo del cinema.
All'inizio, i registi erano attratti dalla sua bellezza, ma poi si accorgevano in fretta che Sophia era anche una splendida attrice. Ben presto divenne il volto per eccellenza del cinema italiano. Commedie, film drammatici, gialli... Sophia recitò in pellicole di ogni genere.
Con il suo malizioso senso dell'umorismo, la sua passione e la sua forte personalità, Sophia ha incarnato la volontà di un intero Paese di riprendersi dai lunghi e difficili anni della guerra, e di lavorare per un futuro più luminoso.
Anche Hollywood si accorse del talento di Sophia, e non passò molto prima che i produttori facessero a gara per averla nelle grandi pellicole in programma. Sophia aggiunse una vivacità tutta sua all'epoca d'oro del cinema americano.
«Se sei testarda» ha detto, «se non dimentichi da dove vieni, saprai quali sono le storie più vicine al tuo cuore. Fai del tuo meglio per raccontare quelle storie, e troverai la tua strada.»
Questo testo è estratto dal libro "Storie della Buonanotte per Bambine Ribelli - Vol. 2".
Data di Pubblicazione: 1 marzo 2018