SELF-HELP E PSICOLOGIA   |   Tempo di Lettura: 9 min

Scrivi Rileggi e Brucia - Anteprima del libro di Andrea Penna

Vita di Relazione Neuroni Specchio - Le basi neurologiche della Comunicazione

Vita di Relazione Neuroni Specchio

«Ma prima di accettare bisogna comprendere. Talvolta questa comprensione è così lenta che può sembrare un’interminabile agonia. E quando al termine del nostro travaglio interiore ci accorgiamo che in ogni dolore vi è una rinascita, siamo stupiti dei nuovi orizzonti scoperti. Altre volte poi ci sentiamo circondati da tenebre improvvise. Non bisogna aver timore: è sempre la notte che feconda l’aurora.

Nulla di troppo oscuro se Dio ci illumina e non vi sono abissi quando Dio li colma. Se infine poi, per un caso doloroso qualsiasi, fossimo costretti a una rinuncia progressiva e definitiva delle cose esteriori, ci convinceremmo forse presto che a ogni limitazione del piano fisico corrisponde una espansione in quello dello spirito. Allora ogni rinuncia materiale si trasforma in processo spirituale.

Comprendere quindi non è altro che allargare i limiti della propria coscienza».
Nino Salvaneschi

Le basi neurologiche della Comunicazione

I miei Neuroni Specchio mi porteranno a vedere soltanto in chi mi riconosco. “La forbice” delle persone con cui io posso relazionarmi sarà direttamente proporzionale a quanto io saprò chi sono.

Man mano io comprendo emotivamente chi sono e cosa cerco nell’altro, man mano la mia Vita di Relazione sarà piena e ricca. Razionalmente per quanto io possa modificarmi e adattarmi a chi ho davanti a me, ripeterò coercitivamente sempre il medesimo modello. Man mano io comprendo, comunico con ciò che ho vissuto e registrato emotivamente nella mia infanzia, man mano io acquisisco una stabilità e una quiete insieme alla persona che amo. Tutto ciò è una umile riconoscenza e gratitudine nei confronti della vita, di chi ho davanti a me; vedo la vita e l’altro, se vedo me. L’intensità e l’armoniosità del mio vivere in coppia, sarà il mio vedermi nel tempo, vedere le mie emozioni addensarsi in un nucleo, vederle costituire un polo, un punto di partenza.

Se non mi vedo e non so comunicare realmente con me stesso, non posso vederti, non so descrivermi, non so dirti cosa vorrei da te, non so manifestarti l’amore che provo per te, amarti apparentemente egoisticamente per mezzo di me. Amare forse è soprattutto sapersi lasciar andare, salire sulla giostra comunque, anche con timore, prendere l’altro per mano e dirgli:

'Ho paura... con te... al tuo fianco... se tu ci sei... io ci sono”.

Neuroni Specchio

Dal mio punto di vista esistono tre grandi rivoluzioni mediche.

La prima rivoluzione è quella del Dott. Christian Friedrich Samuel Hahnemann (1755-1843), il quale ha scoperto che solo micro dosaggi infinitesimali di farmaco possono indurre una modificazione permanente nel nostro corpo. Dosaggi di farmaci ponderali inevitabilmente inducono un meccanismo di difesa. Ciò spiega biologicamente perché il vero cambiamento permanente parte da dentro, spesso in modo discreto, con movimenti lenti. Ogni micro informazione induce o facilita un cambiamento che rimarra nel sistema come esperienza reattiva. Ogni induzione forzata ponderale non indurrà memoria di esperienza ma inevitabilmente amplificherà meccanismi controbilancianti di difesa. Un consiglio amorevole permarrà nel nostro modo di vivere più di cento obblighi.

La seconda rivoluzione è quella del Dott. Ryke Geerd Hamer (1935) che ha ribaltato completamente il concetto di patologia: non esistono malattie ma programmi biologici “salvavita”. Ogni essere vivente, infatti, contiene modelli biologici reattivi, atti a indurre contemporaneamente sia una modificazione nel comportamento sia nel fìsico, affinché meglio si adatti, nel tempo, alle possibili variazioni dell’ambiente circostante.

La terza rivoluzione è quella del Dott. e Professor Giacomo Rizzolatti (1937) a proposito dei Neuroni Specchio che ha messo in relazione diretta la capacità di apprendimento e il principio di appartenenza a un gruppo. Vediamo solo ciò che accettiamo e che fa parte di Noi; ciò spiega perché la maggior parte delle esperienze che portano a scoperte avvengono per intuizione o per errore e non per ragionamento; mai per ragionamento diretto. Ogni nostra scoperta la vediamo solo nel momento in cui la integriamo in Noi: questo è ciò che Noi chiamiamo la Passione del Ricercatore. Noi vediamo nell’esperimento solo ciò che cerchiamo ossia solo ciò che è aprioristicamente dentro di Noi. Tutto è reale, tutto è stato fatto da Madre Natura e dal Buon Dio. Eppure noi riteniamo scientifici solo gli elementi che rientrano nelle nostre unità di misura culturali nel momento storico in cui viviamo. Io accetto solo ciò che per Me è accettabile: questo è il confine fra le culture: esse, fra loro, non si vedranno mai.

Galileo Galilei, padre del metodo scientifico, un giorno disse: «Misura ciò che è misurabile, e rendi misurabile ciò che non lo è». Detto in altre parole, noi vediamo ciò che sappiamo misurare, siamo incapaci di vedere ciò che non rientra nel nostro vocabolario esperienziale. La genialità di Galilei fu inventare strumenti atti a misurare fenomeni naturali che al suo tempo erano presenti ma non visti dalla cultura del suo tempo e dunque ignorati e negati.

I NEURONI SPECCHIO NON LAVORANO SULLA DIFFERENZA, MA SULLA SIMILITUDINE.

Questa è una rivoluzione culturale; la nostra cultura occidentale ha cercato la differenza tra gli elementi: conosco un elemento se lo differenzio dagli altri; il Neurone Specchio riconosce un elemento se lo trova simile agli altri.

IO COME MEDICO AIUTO I MIEI PAZIENTI SOLO NEL MOMENTO IN CUI PERMETTO LORO DI VEDERE E PERCEPIRE LA LORO SIMILITUDINE CON I LORO CONSANGUINEI

Solo in quel determinato momento, loro acquisiscono la loro vera identità, che li porta istantaneamente a comprendere tutto ciò che hanno vissuto e vivono in relazione con gli altri, improvvisamente si vedono, si capiscono e vedono e capiscono chi hanno di fronte a loro. In altre parole, se io cerco di differenziarmi da colui con cui sto dialogando, Io non lo comprenderò e soprattutto le mie risposte alle sue domande saranno sempre più incongruenti; se io cerco, man mano l’altro dialoga, la similitudine tra il mio pensare e il suo, tra il mio emotivo e il suo, man mano io lo comprenderò e le mie risposte saranno congrue e coerenti al suo sentire; in automatico, la nostra conversazione amplifica, rinforza e dona maggiori sfaccettature al nostro sapere, e dunque si trasforma in apprendimento.

Scrivere, rileggere e bruciare diventa una tecnica ove io imparo o provo a vedermi. Se il Neurone Specchio comprende solo ciò in cui si specchia, va da sé, che non specchiandosi mai in nulla, nel tempo perde anche la propria identità.

Cercando nel tempo la differenza tra noi e gli altri, PERDIAMO LA NOSTRA IDENTITÀ.

Ciò spiega l’importanza della terapia eseguita in gruppo, perché il gruppo inevitabilmente fa da specchio e dunque noi possiamo costruire la nostra personalità per riflesso. Descrivermi su un pezzo di carta, mi obbliga simbolicamente a manifestarmi verso l’esterno, è come essere in gruppo e io parlo e mi parlo, ma sono in un luogo protetto, sono io e il mio foglio, io e l’immagine che proietto su quel foglio. Lascio sedimentare il tutto nel tempo... Il già aver scritto mi modifica, dunque la rilettura successiva del mio scritto agisce da ulteriore rinforzo sui miei neuroni; io amorevolmente e semplicemente imparo a vedermi, imparo a riflettermi sul mio agire, dunque solo se mi vedo, vedo l’altro, e dunque imparo a dialogare e ad apprendere dal dialogo.

I Neuroni Specchio hanno evidenziato la necessità dell’emotività in tutte le nostre attività. Senza empatia non c’è relazione e non c’è apprendimento.

Il meccanismo di funzionamento dei Neuroni Specchio ci obbliga a rivoluzionare le basi che regolano il processo di apprendimento e di Vita di Relazione.

Ora sappiamo come realmente funziona il nostro cervello e quali sono le basi che generano il blocco di tali funzioni. Ora sappiamo che ogni nostro comportamento, ogni nostro modello di vita, deriva da un vissuto biologico ed è figlio di un riflesso condizionato che si è strutturato neurologicamente nel tempo. Il nostro cervello, dunque, costruirà dentro di sé un insieme di impronte (,imprinting) che agiranno come traccia guida nei comportamenti a seguire.

Il nostro Sistema Nervoso Centrale contiene due cervelli: il primo, detto paleocervello o RETTILIANO, contiene ed elabora gli istinti emotivi comportamentali di base insieme ai visceri. Il secondo, detto neocervello o dei mammiferi, contiene ed elabora la Vita di Relazione col gruppo; quest’ultimo ha permesso la nascita di strutture sociali sempre più complesse. Qui entra il meccanismo di funzionamento del Neurone Specchio. Il Neocervello decodifica il Mondo per similitudine, il Paleocervello decodifica il Mondo come utile o no alla sopravvivenza. Tutto ciò che viene vissuto come simile a Noi diventerà nel tempo anche utile alla Nostra sopravvivenza.

Tutto ciò che Noi viviamo può essere elaborato dentro di noi come esperienza utile o come minaccia.

Nel primo caso abbiamo un apprendimento equilibrato, ossia abbiamo la disponibilità a rivivere e approfondire quella esperienza sino a creare una cultura su di essa. Nel secondo caso abbiamo un atteggiamento di Paura e chiusura, per cui quel vissuto non verrà mai rivisto e rielaborato e non saremo disposti a riviverlo e dunque verrà visualizzato dalla nostra cultura come una minaccia, un pericolo.

Questo testo è estratto dal libro "Scrivi Rileggi e Brucia".

Data di Pubblicazione: 3 ottobre 2017

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