SPIRITUALITÀ ED ESOTERISMO

Qual è il significato della parola ho'oponopono?

Scopri il significato della parola ho'oponopono

Scpri le molteplici interpretazioni e i significati nell'antica lingua hawaiana leggendo l'anteprima del libro di Giovanna Garbuio.

Qual è il significato della parola ho'oponopono?

Ho’oponopono letteralmente significa “percependo la perfezione miglioro la realtà” ed è la consapevolezza che tutto è perfetto (funzionale, con un senso evolutivo) e l'applicazione materiale quotidiana di questa consapevolezza. Il significato di Ho’oponopono inteso come modo di vivere che è il processo per stare bene nella nostra vita, è completamente e magistralmente racchiuso nel significato della parola Ho’oponopono.

Dalla traduzione di Ho’oponopono dall’inglese all’italiano ci è giunta l’indicazione che Ho’oponopono significhi “mettere le cose al posto giusto”. Ho’oponopono, condizione interiore, stato di coscienza, disciplina spirituale, modo di essere, tecnica di crescita personale, filosofia di vita o come si preferisce identificarlo, effettivamente non fa altro che “mettere al posto giusto” non le “cose” là fuori, ma le nostre faccende interiori, fare pulizia nella nostra vita, eliminando i cumuli di immondizia percettiva depositati qua e là nel nostro “dentro”. Memorie dunque che non ci permettono di accorgerci che di fatto non c’è niente da mettere a posto, perché è tutto già a posto nel modo migliore possibile per noi e per fornirci le migliori opportunità di azione e di crescita.

Questa traduzione è dovuta a un lavoro superficiale (non per cattiva volontà, ma proprio per mancanza di uno scavo profondo che naturalmente il traduttore non aveva nessun dovere di fare) nella trasposizione del concetto da una lingua all’altra.

Quando avevo a che fare con le traduzioni dal latino e dal greco al liceo, il mio professore (che la sapeva davvero lunga) ci ha ben fatto capire che la traduzione letterale non può veicolare il concetto corretto, soprattutto se parliamo di lingue antiche. Bisogna riportare il concetto per fare una buona traduzione, perché non può mai esserci corrispondenza di termini tra una lingua antica e una lingua moderna. E qui con la lingua sacra hawaiana parliamo di una lingua vecchia di migliaia di anni che è quasi scomparsa, per poi a gran fatica essere recuperata (e questo processo di recupero non è ancora concluso per niente).

Il popolo hawaiano ha vissuto immerso nell’Ho’omana, la spiritualità originaria, dal 2000 a.C. circa fino al 1200/1400 d.C., periodo in cui le saggezze e le dottrine rimasero pure perché incontaminate. In questo periodo infatti le Hawaii restarono pressoché isolate da tutto il resto del mondo. Fu sempre in questo periodo che i nativi, forti di un profondo benessere materiale e spirituale e di un’organizzazione sociale perfettamente armonica e bilanciata, crearono un codice che inserirono nella lingua sacra (l’hawaiano antico) e codificarono così tutti i concetti e le pratiche dell’Ho’omana. Ogni termine che si riferiva alle pratiche Ho’omana, tutte le preghiere (Pule) e i canti (Oli) custodivano al loro interno la saggezza ancestrale hawaiana.

E come fanno i testi sacri delle altre culture che usavano la scrittura, cosi le parole, le preghiere e i canti di questa tradizione orale contenevano vari livelli di profondità e quindi di lettura. La stessa parola custodiva concetti più superficiali comprensibili a ogni livello sociale e concetti più profondi comprensibili solo dagli iniziati, ossia coloro che erano “addetti ai lavori” e sapevano come funzionavano veramente le cose e come le pratiche lavoravano in sintonia con il meccanismo cosmico. Infatti, per quanto riguarda la lingua hawaiana, era anch’essa permeata da quel simbolismo o multiplo significato di una parola (Kaona), che nella mentalità hawaiana aveva un ruolo determinante e veniva considerato una garanzia di eccellenza. E un po’ come dire che “padre nostro” è la frase che si usa per rappresentare il genitore di due fratelli, ma a un significato più profondo la stessa parola si riferisce a Dio. E il significato più profondo è corretto tanto quanto quello più immediato e superficiale.

Oggi la traduzione in altre lingue dei termini hawaiani è irta di difficoltà. Perché non solo la lingua hawaiana è costruita per assembramento di radici, per cui ogni parola assume il significato della combinazione delle sue radici, ma cambia anche a seconda del contesto in cui è inserita. Quindi la difficoltà di interpretazione testimonia la difficoltà di ingabbiare in una definizione limitata concetti estremamente profondi e articolati.

A livello superficiale dunque Ho’oponopono significa mettere le cose al posto giusto, tuttavia a livello profondo, comprensibile a quel tempo solo dagli iniziati vuol dire “percependo la perfezione miglioro la realtà”. Questa diversità di livelli di comprensione esiste in tutte le comunità e ancora oggi anche in Hawaii.

"Solo immergendoci nella qualità energetica di un insegnamento e assaporandone le sfumature direttamente attraverso il sentire, possiamo conoscerne con certezza i fondamenti."
Alessandro Baccaglini

Percependo la perfezione miglioro la realtà

Ho’oponopono concettualmente supera dunque il senso di “mettere le cose al posto giusto” perché è la condizione in cui noi riconosciamo che le cose sono già al posto giusto! Il concetto che la parola Ho’oponopono veicola si traduce più correttamente con “agendo per manifestare la perfezione, miglioro la realtà” o più sinteticamente quindi con “percependo la perfezione miglioro la realtà”. Infatti questa frase racchiude ciò che è e ciò che fa Ho’oponopono.

Ho’oponopono non ci risolve la vita (mettere le cose al posto giusto), ma ci fa riconoscere nella vita la soluzione (percependo la perfezione) e così facendo ci permette di emanare una vibrazione che ci porterà a vivere sempre meglio e a manifestare una realtà sempre più in sintonia con la nostra vibrazione crescente, quindi una realtà anche percepibilmente migliore (miglioro la realtà).

Auntie Mahealani Kuamo’o Henry, per rendere più chiaro e immediato il concetto e il significato di Ho’oponopono, ha chiamato l’Ho’oponopono che diffonde Ho’oponopono ke ala. Dove “ke ala” significa “cammino, strada, percorso”. “Rendendo azione il pono, più è pono il percorso”.

Dicevamo dunque che a livello superficiale Ho’oponopono significa mettere le cose al posto giusto (e anche Ho’opono ha lo stesso significato) e questo vale per tutti gli aspetti della nostra vita. A un livello profondo della nostra essenza, mettere le cose a posto dentro di noi significa che “percependo la perfezione miglioro la realtà”. Cioè, in un linguaggio più comprensibile: vivendo in modo allineato, corretto, giusto, attraverso le nostre parole, i nostri pensieri e le nostre azioni rendiamo allineato, corretto e giusto il nostro percorso cioè la nostra realtà, quello che viviamo “fuori”.

Ho’o è un prefisso grammaticale che rende azione la parola che segue, in questo caso pono. Tradotto letteralmente Ho’opono significa rendere azione (ho’o) lo stato di pono, cioè “fare la cosa buona, equilibrata, giusta, che aiuta, responsabile, attenta, umile, pacifica, pulita, corretta, ben educata, perfetta”. Quindi concettualmente “fare la cosa perfetta” o “agire per perfezionare le cose”.

Ho’oponopono dunque letteralmente significa “rendendo azione il pono, più è pono”. E questo è il significato di Ho’oponopono... Ovvio, ma non immediatamente evidente forse (che è invece il significato della parola Huna, come ce l’ha spiegato Serge Kahili King).

La definizione di Ho’oponopono nel dizionario Pukui Elbert hawaiano/inglese traduce “to correct” (“correggere, rivedere, rettificare, raddrizzare, sanare”). Questa traduzione è certamente corretta (e ci mancherebbe altro), ma il punto sta nel capire a cosa effettivamente si riferisce e a che livello di comprensione arriva.

Per quanto riguarda il significato della parola Ho’oponopono, ci raccontava sempre Maka’Ala Yates che, ai tempi del suo discepolato con Auntie Morrnah Simeona, ci fu una riunione dei maggiori Kahuna Lapa’au (sciamani guaritori) per stabilire il profondo significato della parola. L’obiettivo di questo incontro era quello di cercare di capire se il processo doveva chiamarsi effettivamente Ho’oponopono o se fosse sufficiente Ho’opono.

Ho’oponopono o Ho’opono?

Proprio perché non era cosi chiara e immediata la sua traduzione, dati i vari livelli di comprensione e la portata epocale del processo che rappresentava. Si decretò che la definizione Ho’oponopono era quella che rispecchiava il processo. In questo caso quindi si era deciso che la ripetizione del termine pono non fosse un rafforzativo, di cui non c’era bisogno, ma un vero e proprio termine composto da due parole (pono pono) che ne specificava la direzione che si voleva dare alla pratica.

Per mantenere il significato profondo, che è quello che rappresenta il processo, è necessaria la parola Ho’oponopono a detta di Morrnah Simeona, che non è solo una kanaka maoli e nemmeno solo una kahuna lapa’au, ma è stata anche ufficialmente riconosciuta Tesoro Vivente dallo Stato delle Hawaii. A questo punto è chiaro che il raddoppio della parola non ha il compito di rafforzare un concetto, come è stato liquidato nella traduzione “mettere le cose al posto giusto”, soprattutto dato che tale concetto è già estremamente chiaro.

Ho’oponopono è un termine antichissimo e con la parola è antichissimo anche il suo significato. E la lingua hawaiana è complessa nelle sue molteplici interpretazioni.

È evidente che dato che Ho’oponopono e lo Spirito di Aloha si basano sulla consapevolezza della perfezione del creato, ciò che eventualmente corregge Ho’oponopono non è la realtà oggettiva lì fuori, che è sempre in essenza Amore e quindi perfetta, ma la mia percezione limitata della realtà, condizionata appunto dalle memorie che Ho’oponopono trasmuta. Ho’oponopono dunque è pensiero, sentire e azione corretti. Rimettendo a posto le nostre emozioni e il nostro sentire rispetto a tutto ciò che vediamo nella nostra vita, l’azione che ne scaturirà non potrà che essere in allineamento con esse. Perciò Ho’oponopono vuol dire mettere a posto le cose nell’unico posto in cui vengono originate: dentro di noi. Cambiando coscienza, quindi cambiando la percezione che abbiamo di cosa ci succede, modifichiamo in modi che non possiamo nemmeno immaginare la nostra realtà.

Detto questo, Ho’oponopono è un processo antico che è stato modernizzato e praticamente modifica la nostra percezione di ciò che ci pare sbagliato per consentirci di rendere più godibile la nostra realtà.

In materia di disarmonie: il mondo è un riflesso della nostra interiorità. Se sperimenti disturbi o squilibri, il posto dove intervenire è dentro di te, non ha senso ricercare fuori e agire sull’oggetto che percepisci come causa del tuo malessere. Ogni stress, squilibrio o malattia può essere corretto solo lavorando su noi stessi. Noi stiamo qui solamente per portare pace nella nostra vita e se portiamo pace nella nostra stessa vita, tutto intorno a noi trova il suo posto adeguato, il suo ritmo, il suo equilibrio e la sua propria Pace.
Morrnah Nalamaku Simeona

Il significato di Ho’oponopono riguarda il cambiare la percezione interiore, allineandola alla fonte. Cambiando la mia percezione cambia la mia realtà. Quello che è grandioso di ciò che la purezza dell’Ho’omana precedente alla WarriorAge ci ha restituito è la consapevolezza che ogni tecnica, ogni processo efficace che l’Uomo abbia messo a punto funziona in questo modo: percependo la perfezione miglioro la realtà. Ho’oponopono di fatto è la parola che descrive come funziona il meccanismo universale e quali sono gli strumenti a nostra disposizione (è pazzesco, incredibile se ci pensiamo. Tutto questo racchiuso dentro un’unica parola! Divino!).

Le filosofie efficaci, le dottrine efficaci, i processi efficaci, le pratiche efficaci mi conducono passo per passo a modificare la mia percezione di ciò che non mi piace. Per portarmi ad accorgermi che ciò che non mi piaceva è cambiato e ora mi piace o forse sono cambiata io, ma ormai che importanza ha? Le cose “sono andate a posto” nel momento in cui ho aggiustato la mia percezione e mi sono accorta che erano già a posto. Percependo la perfezione ho migliorato la realtà.

Data di Pubblicazione: 23 aprile 2021

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