Che cos'è la Sincronicità? In che modo Carl Jung ha sviluppato questa teoria? Scoprilo, leggendo l'anteprima del nuovo libro di Massimo Teodorani.
Sincronicità: La grande magia scoperta da Carl Jung
La varie facce della Sincronicità
Molti vedono queste coincidenze significative come una forza trascendentale che agisce come una “colla cosmica” in grado di legare tra loro eventi apparentemente casuali in un disegno coerente e carico di significato. La sincronicità consiste di due fattori tra loro concatenati:
- un'immagine inconscia entra nella coscienza direttamente oppure indirettamente sotto forma di simbolo, in forma di sogno, idea o premonizione;
- una situazione obiettiva — che si verifica realmente nella realtà di tutti i giorni — coincide con il contenuto di cui sopra.
In base a Jung sarebbe sbagliato e altamente sviante vedere una relazione di causa-effetto tra i due fattori che determinano una sincronicità, cioè affermare che un evento è la causa dell’altro. Ciò non sarebbe altro che un ricadere nel modo di pensare magico medievale (da non confondere con quello degli alchimisti), il quale era nettamente basato sul principio di causalità, ma anche nello stesso modo di procedere della scienza sperimentale tradizionale.
Al contrario bisogna accettare che due accadimenti, specie quelli dove l’osservatore possa intravedere un profondo messaggio simbolico, non sono connessi causalmente, ma piuttosto presentano un significato comune.
In tali circostanze la classica domanda “è nato prima l’uovo la gallina?” non ha alcun senso, perché si tratta di eventi simultanei caratterizzati non da un principio causativo, ma da un principio puramente creativo e arcano. In questi accadimenti l’osservatore è colui che prova sensazioni mentre la realtà del mondo esterno è l’osservato. In queste circostanze l'osservatore e l’osservato si fondono in un tutt'uno sincronico.
A questo proposito Jung affermava:
"La Sincronicità avviene come coincidenza di eventi nello spazio e nel tempo come qualcosa che va oltre il puro caso; si tratta di una peculiare interdipendenza di eventi obiettivi tra loro oppure di eventi obiettivi sincronici con lo stato soggettivo dell'osservatore."
Le sincronicità dunque non possono essere spiegate con le comuni leggi fondate sulla razionalità che si basano sul principio di causalità e vengono situate sia nel tempo che nello spazio, eppure sono esse stesse la manifestazione di leggi che rivelano un mondo di simboli, forme e connessioni che trascendono ogni divisione tra il mentale e il materiale.
Dopo il clamoroso incidente sincronico con Freud le loro strade si separarono. Ma questo coincise anche con l’inizio di un periodo difficilissimo per Jung. Egli si distanziò per sua scelta dal percorso di Freud per condurre una vera e propria esplorazione della psiche, esperimentando su se stesso e al contempo studiando i tipi psicologici dei suoi pazienti.
Dal momento che questa profonda ricerca lo aveva condotto in un terreno prima inesplorato, Jung accettò di affrontare tutti i rischi, senza ricorrere a un maestro o a una guida, ma facendo fede solo sulla sua forza spirituale e avendo ben chiaro in mente che il suo obiettivo era quello di esplorare scientificamente (nel senso più letterale del termine) terreni ancora misteriosi al fine di trovare le leggi che li governano.
In questo periodo sperimentale della sua vita questo grande e coraggioso ricercatore della psiche ebbe anche visioni mistiche, alcune delle quali terrificanti. Episodi del genere ebbero un culmine nel 1916, quando Jung si confrontò con veri e propri fenomeni paranormali generati da presenze anomale che improvvisamente fecero apparizione nella sua casa.
Fu un vero e proprio tuffo negli inferi, eppure questi eventi che gli capitarono con così tanta intensità e frequenza si rivelarono molto importanti, perché mostravano che per arrivare a comprendere a fondo il concetto di inconscio collettivo come serbatoio generativo degli strani eventi sincronici, era inevitabile passare per il paranormale, seppur tentando di farsene anche osservatori distaccati e asettici. Jung ci riuscì.
Come si vedrà in seguito i cosiddetti “fenomeni metapsichici” hanno un ruolo basilare nel modello della psiche messo a punto da Jung. Esperienze del genere, anche se spesso angoscianti e inquietanti, erano necessarie per permettergli di comprendere in termini moderni le radici antiche e mitologiche del concetto di sincronicità.
Jung, esperimentando anche su se stesso, era convinto che esistesse una base scientifica obiettiva anche nei meccanismi che si ingenerano nella psiche. La sua investigazione, mirata alla ricerca di leggi, si opponeva al finalismo fideistico e para-religioso del pensiero magico medievale, ma si inquadrava in un percorso che, come si vedrà, avrebbe fornito suggerimenti fondamentali al pensiero scientifico, in particolare alla nuova Fisica.
Jung, nel corso del suo viaggio interiore, era riuscito a mantenere il controllo del suo equilibrio mentale perché questa esplorazione dentro se stesso gli aveva permesso di capire che l'inconscio umano non si manifesta con meccanismi caotici, bensì con un sorprendente ordine interno.
Gli eventi di sincronicità furono proprio il culmine delle sue ricerche. Li studiò in modo talmente approfondito, sia a livello di registrazione empirica che a livello di teorizzazione, che riuscì a farne la seguente categorizzazione di base:
- La coincidenza di uno stato psichico dell’osservatore con un evento esterno e oggettivo che è simultaneo al primo e che è direttamente correlato a quello stato o contenuto psichico, dove non esiste alcuna evidenza di una connessione causale tra lo stato psichico e l’evento esterno e dove, considerando la relatività psichica di spazio e di tempo, una tale connessione non è minimamente concepibile. Questo tipo di coincidenza dà luogo alla sincronicità più comune e diffusa.
- La coincidenza di uno stato psichico con un corrispondente evento esterno (più o meno simultaneo) che ha luogo fuori dal campo percettivo dell'osservatore — cioè a distanza — e che può essere verificato solo in una fase successiva. Questo tipo di coincidenza si può esplicare nei fenomeni di “visione remota”, di chiaroveggenza e di telepatia.
- La coincidenza di uno stato psichico con un corrispondente evento futuro non ancora accaduto e distante nel tempo e che può essere verificato solo in seguito. Questo tipo di coincidenza si può esplicare nel fenomeno della preveggenza.
Come è facile verificare dunque, la sincronicità comprende anche alcuni di quelli che vengono definiti “fenomeni paranormali” o “metapsichici”. Del resto, il fatto che Jung avesse incluso anche queste varianti della sincronicità non deve sorprendere.
Lui stesso le aveva vissute nel suo difficile percorso interiore, e non a caso si era laureato su un argomento che aveva a che vedere con i fenomeni occulti e su come essi si rapportavano alle patologie psichiche. Gli studi della psiche di Jung non potevano dunque non incorporare i fenomeni di percezione extrasensoriale in un contesto marcatamente scientifico, i quali secondo lui avevano le loro radici proprio nel fattore psichico.
Jung fu profondamente influenzato dalle ricerche sui fenomeni paranormali condotte dal biologo della Duke University Joseph Rhine, che fu spesso in contatto con lui. Jung si sentiva decisamente ispirato dai suoi studi, dal momento che sembravano fornire una solida evidenza statistica dell’esistenza dei fenomeni di percezione extrasensoriale e della psicocinesi.
Questi fenomeni, esattamente come le sincronicità studiate da Jung, mostravano la connessione tra eventi che non risultavano dipendere da un principio di causa-effetto. Essi trasgredivano in maniera clamorosa le barriere del tempo e dello spazio.
Per questa ragione, Rhine si rese conto che questi non possono essere interpretati come fenomeni di forza o di energia, ma solo come eventi innescati dall’inconscio degli individui che li producono. Ma Jung sapeva già che l'inconscio non si situa nello spazio conosciuto, bensì in una specie di “dimensione iperspaziale” con sue leggi ben differenziate da quelle di causalità note alla scienza standard.
Il sincronismo tra lo stato psichico di un individuo e un evento nel mondo della materia dimostrava fin troppo bene che oltre alle leggi conosciute della fisica, ne esistono altre che ancora non conosciamo bene.
Jung studiò il fenomeno della sincronicità per buona parte della Sua vita, ed essa costituì probabilmente l’aspetto più stimolante e innovativo dei suoi studi. Con il tempo Jung scoprì che la sincronicità e i sogni fanno senz'altro parte di meccanismi che scaturiscono dalla psiche, ma anche che non si limitano a questo.
La vera origine di tutto sta in un'entità obiettiva e non soggettiva che si situa in quello che Jung chiamò “inconscio collettivo”, e che costituì la base delle sue ricerche e delle sue tecniche terapeutiche psicoanalitiche.
Jung era attratto dal misticismo e dalle filosofie orientali e non disdegnava nemmeno certi aspetti atavici dell'astrologia. Sentiva che qualcosa di importante mancava all'uomo occidentale e in generale all’umanità del nostro tempo, qualcosa che l’uomo aveva perso, ma che un tempo possedeva.
L'insorgere di certe fenomenologie era dunque un campanello d'allarme per ricordare agli individui e alla società nella loro totalità che qualcosa tiene eternamente l'umanità indissolubilmente legata a un ente supremo. Questo ente supremo si manifesta prevalentemente nei periodi di trasformazione, o di sofferenza psichica, come era il caso dei pazienti che andavano in cura da Jung.
Oltre ad avere la massima cura dei pazienti, essi erano anche il suo principale laboratorio di idee.
Il potere trasformativo della Sincronicità nei pazienti di Jung
Spettacolari furono alcune sincronicità di cui fu lui stesso compartecipe nell’ambito di sedute psicoanalitiche con i suoi pazienti. Probabilmente la più spettacolare e illuminante fu la “sincronicità dello scarabeo”. A tal proposito Jung raccontò:
"Una giovane donna che era in seduta da me ebbe, in un momento critico, un sogno in cui le veniva donato uno scarabeo d'oro. Mentre lei mi stava raccontando questo sogno io mi sedetti appoggiando la schiena sulla finestra chiusa. Improvvisamente udii un rumore dietro di me, come un lieve colpetto.
Aprii la finestra e presi la creatura al volo mentre stava volando dentro. Era un insetto molto simile a uno scarabeo dorato di quelli che si trovano alle nostre latitudini, la comune cetonia dorata, la quale contrariamente alle sue solite abitudini aveva evidentemente sentito l'urgenza di entrare in una camera all'ombra proprio in quel momento."
Lo scarabeo è un simbolo egizio di rinascita. Questo Jung lo sapeva benissimo perché, al fine di comprendere meglio la psiche umana nella sua globalità, aveva studiato a fondo i miti presenti in tutte le culture. Non fu difficile a Jung interpretare il senso di questa sincronicità tra quello che vide assieme alla paziente e il sogno che la paziente stessa gli stava raccontando proprio in quel momento.
Questa spettacolare sincronicità era veramente densa di significato: il messaggio che intendeva trasmettere alla paziente era che lei doveva trasformarsi e che la radice di tutti i suoi malesseri psichici era nel suo eccessivo razionalismo, di cui lei doveva assolutamente liberarsi, per lasciare emergere quella componente intuitiva che aveva represso e che era stata la causa dei suoi disturbi fino a quel momento.
L'atto di raccontare il sogno a Jung era stato per la paziente salutare perché l'universo stesso le era venuto sincronicamente incontro al fine di aiutarla dal suo stato di disagio, mentre al contempo questo evento aveva fornito un tassello in più a Jung in merito ai misteriosi meccanismi che legano in maniera non-causale ma sincronica la psiche umana a un misterioso ordito universale, che si trova al di là del tempo e dello spazio.
Qui non si trattava solo di una teoria, era la stessa “sperimentazione” nella realtà di tutti i giorni che dimostrava che a volte possono avere luogo delle coincidenze non casuali. La non-causalità di questi accadimenti assume un valore esclusivamente per il messaggio profondo che viene trasmesso alle persone che vivono queste esperienze.
Si tratta di esperienze altamente trasformative, il cui scopo è quello di permettere alla persona che le vive di tracciare un cammino chiaro nel proprio destino. L'unico modo per percepire e accorgersi di queste esperienze è quello di lasciare abbassare il livello di coscienza razionale per lasciare spazio al potere dell’intuizione, che scaturisce direttamente dal subconscio.
Data di Pubblicazione: 16 gennaio 2023