ALIMENTAZIONE

Smettiamoci a Dieta - Anteprima del libro di Maurizio Forza e Pierantonio Rocchetti

A cosa serve mangiare?

A cosa serve mangiare?

Ora veniamo a noi. Cosa dobbiamo mangiare per star bene, per dimagrire, e per mantenerci giovani e in salute?

Dobbiamo essere onnivori? Dieta chetogenica? Dieta dissociata? Dobbiamo essere vegetariani? Dobbiamo essere vegani? Seguiremo la dieta del gruppo sanguigno? Quella macrobiotica, quella crudista, quella fruttariana, quella melariana, quella dei digiuni, quella pranica?

Per ognuna di esse troveremo qualcuno che la segue e sta bene e, ovviamente ci dirà che è la migliore che abbiano mai provato. Anche perché se non fosse così ne seguirebbero ovviamente un'altra. Per avvalorare la loro tesi quasi tutti vi citeranno anche le malattie che sono riusciti a sconfiggere grazie alla pratica alimentare in questione.

Ma dovrà poi esserci un motivo se così diverse pratiche alimentari, spesso completamente opposte l’una all’altra, riescono a portare agli stessi risultati. Ci sono migliaia di persone guarite da tumori al colon grazie alla dieta vegana e, altrettante facendo la dieta chetogenica, ossia a base di proteine (quasi sempre animali). Bene, l’unica cosa certa è che non è stata la chimica o la dieta a guarirmi. Perché una malattia non può essere guarita da una sostanza oppure dalla sua totale astinenza.

Cosa è stato quindi che mi ha guarito da quella patologia? L’unica cosa certa è che in effetti il corpo in qualche modo è riuscito a mettere in atto i suoi processi di rigenerazione spontanea, dato che indipendentemente da tutto è sopravvissuto.

Quindi l’unica cosa che sappiamo è che in un modo o nell’altro i processi di guarigione sono sicuramente già presenti all’interno del corpo umano. Questo è sicuro, perché tutti abbiamo sentito di casi di “guarigioni” ritenute miracolose, che di giorno in giorno aumentano sempre di più. Quindi è arrivato il momento di non chiamarle più miracolose.

Se ci siamo evoluti a partire da organismi unicellulari e siamo diventati quella meravigliosa macchina biologica che siamo, è perché siamo stati in grado di superare ogni forma conosciuta di traversia biologica altrimenti chiamata malattia. E quindi già adesso possiamo subito capire che ogni così detta malattia altro non è che una semplice modifica di comportamento dei tessuti del corpo in risposta ad un evento destabilizzante. Perché ciò avviene?

È semplice, perché ogni singola funzione del corpo umano è governata dalla produzione di una proteina in base a comandi del DNA. E chi dice al DNA quale proteina produrre? Sono le informazioni ormonali che arrivano alle cellule che lo contengono, attraverso il flusso sanguigno. E chi è che produce gli ormoni? Sono le ghiandole del corpo. E chi dice alle ghiandole che devono produrre gli ormoni? Il sistema nervoso centrale, ossia il cervello. Quindi ogni funzione del corpo umano è in pratica una risposta del corpo ad informazioni che arrivano al cervello. In fondo se ci pensate diventa davvero intuitiva la cosa. Se chiudete gli occhi e cominciate ad immaginarvi una bella colata calda di cioccolato puro sopra un rosso e succoso piatto di fragole mature, con una sventagliata di scaglie di cocco sopra e due belle manciate di pistacchi di Bronte tritati finemente a guarnire, che abbiate fame o no, un po’ di acquolina in bocca vi viene. Eppure sembra una magia: come è possibile avere una reazione fisica ad un evento che è immaginario, non davvero reale”? Semplicemente perché qualsiasi cosa faremo vedere al cervello, creerà delle risposte in relazione agli automatismi di sopravvivenza che tali immagini innescano nel corpo: gli facciamo vedere del cibo? La reazione è la fame perché lui si ricorda nell evoluzione tutte le volte che i suoi avi sono morti di fame. Come fa a ricordare periodi storici nei quali in effetti non c’era? Attraverso l’ereditarietà genetica scritta a chiare lettere nel DNA. Quindi in pratica è un po’ come se di fatto noi rispondessimo agli attuali stimoli, in base a come tutta la nostra linea genetica ha fatto prima di noi, per poter sopravvivere a tutto quello che aveva, in qualche modo, minato il suo equilibrio. Ecco perché se gli uomini hanno una fantasia sessuale riescono ad avere un’erezione: perché se non fossero stati capaci di averla in qualche periodo passato, il genere umano si sarebbe estinto. Ecco perché il solo pensiero del nostro primo bacio ci fa venire ancora la pelle d oca dopo 30 anni: perché se non fossimo stati capaci, in qualche periodo lontanissimo, a provare una reazione chimica endorfinica e ossitocinica (altrimenti detto innamoramento), non ci saremmo mai costituiti come nucleo familiare.

In parole povere: tutte quelle reazioni che ci sono servite nell’evoluzione della specie a permettere la sopravvivenza e, soprattutto, il perfezionamento delle nostre capacità di adattamento, restano per sempre segnate, impresse, codificate nel nostro DNA come traccia genetica.

Semplice: dato che abbiamo visto che qualsiasi funzione o abilità del corpo avviene grazie effettivamente alla codifica delle proteine su comando del DNA, capiamo finalmente tutta la frenesia nella ricerca genetica per capire cosa di fatto c’è scritto nel codice genetico.

E capiamo anche perché essa serve, comunque, veramente a poco, se prima non si osserva altro. Che cos’è questo “altro”?

Domenica 4 settembre 2016

Ripetiamo schematicamente quello che abbiamo detto prima e sarà chiarissimo.

I peli mi si rizzano.

Una specifica proteina dice al sistema corporeo di rizzare i peli.

Questa proteina è stata prodotta su comando del DNA.

Il DNA codifica una proteina in base a dove si apre la sua doppia elica.

La doppia elica si apre in un punto o in un altro (codificando quindi una proteina o un'altra) in base a quello che l’RNA gli dice.

L’RNA decide cosa far codificare al DNA in base agli ormoni che arrivano alle cellule.

Gli ormoni in circolo arrivano dalle ghiandole.

Le ghiandole vengono attivate o meno in base a quello che il cervello gli dice (nello specifico lo fa l’ipofisi. Essa è una ghiandola posizionata proprio nel cervello stesso, posta dietro la fronte a metà strada tra i due occhi...il vero terzo occhio... insomma).

  • L’ipofisi decide quale altra ghiandola attivare in relazione a quello che l’ipotalamo gli fa sapere.
  • L’ipotalamo reagisce agli stimoli esterni in base alle sue abitudini, risposte già sperimentate come giuste ed efficaci. Questo perché l’obiettivo principale del corpo umano è la sopravvivenza. Quindi di fronte ad uno stimolo dobbiamo innescare delle risposte appunto di sopravvivenza. Infatti il nostro pelo che si è rizzato è stato una risposta al freddo, perché nell’evoluzione della specie siamo stati sull’orlo dell’estinzione anche per le ere glaciali. I peli ci proteggono anche dal freddo.

Quindi sento freddo e il DNA informa il sistema biologico che deve rizzare i peli.

E l’informazione è stata interpretata dal cervello. Quindi, studiare il corredo genetico senza aver capito i meccanismi in base ai quali il cervello attiva un gene piuttosto che un altro, è davvero poco significativo: ciò che il DNA determina è un effetto, non la causa.

Quello che troppo spesso ci si dimentica è che tutti abbiamo lo stesso corredo genetico, solo che qualcuno attiva certi geni e qualcun altro degli altri.

Non è che io ho i geni degli occhi marroni e gli svedesi quelli degli occhi azzurri: tutti abbiamo i geni degli occhi azzurri, verdi, neri, grigi e marroni. Solo che per qualche ragione nella mia linea genetica è stato probabilmente ritenuto più funzionale schermare la luce solare con un colore degli occhi più scuro rispetto ai norvegesi, che vivono in effetti dove per 6 mesi il sole non c’è proprio. Avete mai notato che quando nasciamo abbiamo tutti gli occhi chiari, e si differenziano dopo? Semplicemente perché fino a quando siamo nella placenta la luce solare arriva già filtrata in modo davvero marcato. E quindi in relazione a quanta sarà l’esposizione futura, il nostro cervello farà codificare al DNA le proteine di un colore piuttosto che di un altro in relazione a come, a livello evolutivo, i nostri avi hanno fatto (con maggior frequenza e soprattutto funzionalità).

Questo è il motivo per cui si diceva che “i peccati dei genitori ricadono sui figli”: tutto quello che è stato fatto dai genitori, sarà avvenuto attraverso una codifica genetica che verrà impressa ovviamente anche nel DNA dei figli dato che lo ereditano proprio dai genitori (il 50% dal padre e il 50% dalla madre).

Possiamo quindi capire come mai i fratelli possono essere molto simili o molto differenti, addirittura con occhi e pelle di colore differente: perché tutto dipende nel momento del concepimento cosa stava accadendo nel cervello, nella vita dei genitori, perché questo determina codifica del DNA differente. Tutto semplice, logico e soprattutto efficiente.

Dico efficiente perché questo è il metodo migliore per far nascere dei figli che hanno già tutte le informazioni che la discendenza ha passato ai genitori, più quelle che ogni giorno anche i genitori stessi acquisiscono dalla proprie storie personali.

Quindi, in soldoni, ogni persona è il risultato del proprio corredo genetico e di come questo verrà fatto reagire dal cervello in risposta agli stimoli che gli arrivano: in pratica ciò che ci capita nella vita, in relazione a come noi interpretiamo quell evento, ci farà reagire sulla base di come siamo stati abituati fin lì.

Cosa c’entra tutto questo con l’alimentazione?

Ripetiamolo piano: tutto quanto facciamo è solo una risposta chimica di adattamento in base a come il nostro cervello con le sue abitudini, interpreta gli avvenimenti della vita.

In parole povere: in base al nostro percepito delle cose, in base alla nostra personalità quindi, noi inneschiamo dei processi di adeguamento fisico attraverso degli adattamenti, come abbiamo visto, biochimici.

Cosa significa tutto questo? Significa che ogni tessuto del nostro corpo, derivato dall’evoluzione della specie è, appunto, specializzato in una funzione che gli è stata indispensabile per sorpassare un problema di adattamento.

E siccome ogni organo è un composizione complessa di tessuti che non sono altro che un agglomerato di sostanze organiche, si spiega la necessità di doverle reintegrare spesso, al fine di mantenere giovani i componenti del tessuto stesso: questo si chiama “mangiare”.

In teoria il cibo dovrebbe essere inteso solo come quella cosa che serve ad essere “smistata in giro per il corpo” sotto forma di sostanze organiche che servono al corpo per poter adempiere alle funzioni di base indispensabili alla sua sopravvivenza, in risposta agli eventi che gli capitano.

Come di consueto per i miei libri, siccome è importante, ve lo riscrivo in grassetto.

In teoria il cibo dovrebbe essere inteso solo come quella cosa che serve ad essere “smistata in giro per il corpo” sotto forma di sostanze organiche che servono al corpo per poter adempiere alle funzioni di base indispensabili alla sua sopravvivenza, in risposta agli eventi che gli capitano.

Piano piano leggete i prossimi punti.

Dato che:

  • al corpo servono le sostanze nutrizionali necessarie a far funzionare gli organi al meglio, al fine di adattarsi ai cambiamenti;
  • i cambiamenti sono percepiti dal cervello che, in seconda battuta, lo dice alle ghiandole che, a loro volta lo dicono alle cellule e che poi lo dicono al DNA;
  • i cambiamenti vengono percepiti dal cervello sulla base del proprio corredo genetico (conquiste ed abitudini dei propri avi) e delle proprie abitudini.

Ne deriva che:

il cibo, ossia le sostanze chimiche di cui abbiamo bisogno, non può essere uguale per tutti ma sarà diverso in base a quante sono le differenti personalità (altrimenti dette interpretazioni della vita) che una persona può avere.

Questo testo è estratto dal libro "Smettiamoci a Dieta".

Data di Pubblicazione: 30 settembre 2017

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