Come risolvere i capricci di tuo figlio senza urla o sgridate, anche se pensi di averle già provate tutte
Estratto dal capitolo 4
Se ritrovi te stesso anche lui ritrova se stesso (e i conflitti svaniscono):
Dal Diario di Roberta
Il muro di C.
"Circa un anno fa inizio a seguire una madre di quattro figli tra i 2 e i 15 anni. Ricordo ancora il nostro primo incontro in studio: seduta davanti a me, eccola intenta a controllare con la postura, con lo sguardo e con le parole la nostra conversazione. Continua a ripetermi più del dovuto quanto sia arrabbiata, stanca di non avere nessuno che l'aiuti e di avere dei figli così scalmanati e così ingrati; non capisce perché la vita sia così ingiusta con lei, visto che in lei non c'è nulla che non vada.
Ogni volta che provo a inserirmi nel discorso e a procedere con la consulenza - la signora in fondo ha pagato per ricevere da me alcuni suggerimenti efficaci - lei, imperterrita, alza la voce e continua a sgranare l'elenco dei problemi che le creano gli altri, impedendomi di intervenire. Quando riesco a recuperare la parola e provo a focalizzare l'attenzione su di lei, ecco che distoglie lo sguardo per posarlo fuori dalla finestra che dà sul bosco e dirmi che il mio discorso non è chiaro (a volte è fin troppo chiaro, e allora ammette senza problemi di non avere capito, di essersi distratta...). Una persona difficile. Molto difficile. Tanto che, alla fine del nostro primo incontro, io stessa dubito di riuscire ad aiutarla: troppo egocentrica, troppo lontana dalle sue responsabilità, troppo poco disposta a mettersi in discussione... La lascio con alcuni suggerimenti pratici e qualche fiore di Bach, impegnandomi a rivederla dopo un mese. Il mese passa ed eccola lì, pronta a gestire anche quella volta la conversazione. Io non mi lascio ingannare dalle premesse: so che i meccanismi egoici della nostra personalità provano a dominarci con le loro manie di grandezza e a sabotare la nostra felicità, ma so anche che in quei casi la vita ha sempre pronto qualche asso nella manica nascosto. E infatti... sulla spinta del miglioramento avviato dai primi fiori e dai primi consigli, decido di fare come l'acqua con la roccia e, tra una domanda e l'altra, tra un incalzare e l'altro, provo ad aprire lentamente una breccia per arrivare al nocciolo del problema: il suo atteggiamento vittimistico, rigido, a tratti sprezzante. C. inizia a mollare la presa: lascia fluire le sue emozioni, gli occhi le diventano lucidi e finalmente, all'improvviso, piange. Il muro di cemento si è rotto. Attraverso una serie di esercizi a casa e con l'aiuto di altri fiori di Bach, accetta di intraprendere un percorso di auto-osservazione per modificare il suo atteggiamento e smussare i lati troppo spigolosi del suo carattere. Insieme stipuliamo un patto: le chiedo di avere fiducia in me anche se le cose non cambieranno da un giorno all'altro, di continuare a fare ciò che propongo pur non capendone sempre la ragione, come se si avvicinasse a nuovo sport. Per un po' le chiedo di distogliere lo sguardo dai problemi e dal giudizio sui suoi familiari e di concentrarsi solo su se stessa, anche se il mondo che la circonda continua a non piacerle.
È passato poco più di un anno e sono successe molte cose. C. è stata ripagata: il suo fiore non è più soffocato dalla nebbia del rancore, del giudizio, dei bisogni affettivi insoddisfatti. Ha imparato a conoscere se stessa, a volersi bene e, soprattutto, a riconoscere le proprie responsabilità negli eventi spiacevoli della sua storia personale o nel comportamento scontroso e capriccioso dei figli. Ha preso in mano la sua vita, è riuscita a costruire nel tempo un atteggiamento più maturo. E sebbene questo dovrebbe già bastare a rendere felice un individuo, aggiungo un dettaglio che è stata lei stessa a confermarmi con grande soddisfazione: via via che modificava il suo atteggiamento e comprendeva i suoi errori, via via che riusciva a mostrarsi più neutrale e più amorevole, più disponibile e meno giudicante verso se stessa e verso gli altri, i comportamenti dei figli che erano fonte di conflitto hanno smesso quasi del tutto di manifestarsi, al punto da spingerla a dire: "Sono altri bambini!".
Se si presenta ancora qualche difficoltà (come è naturale in ogni relazione), C. ha imparato ad affrontarla in autonomia, a capirne le ragioni e a porvi rimedio nella pratica. Il suo caso, come quello di molti altri genitori, conferma una certezza che ho da tempo: se siamo disposti a cambiare, se iniziamo a maturare affettivamente e a cercare la nostra felicità, anche i nostri figli ritrovano se stessi. Per i conflitti a quel punto non c'è più posto: svaniscono come cenere.
I genitori al centro di tutto
L'abbiamo raccontato la storia di C. e il suo cambiamento per mostrarti che spesso il nodo della situazione siamo noi adulti. Vogliamo partire da te: perché?
PERCHÉ TUO FIGLIO È FONDAMENTALE MA TU. COME GENITORE E COME ADULTO, LO SEI DI PIÙ: SEI TU LA SUA GUIDA E IL SUO SOSTEGNO.
Siamo convinti di una cosa: i bambini non sono una tabula rasa da riempire di regole, ma spartiti preziosissimi da aprire e suonare con rispetto e discrezione, facendo vibrare la loro essenza e riuscendo a godere della loro musica meravigliosa. Al tempo stesso, però, crediamo che nessun bambino possa fare a meno della guida di un adulto. Certo, dentro di sé ha già tutto ciò che serve: è come un seme che la natura farà sbocciare al momento opportuno (non esistono corsi per imparare a parlare, a camminare, a mangiare, a succhiare dal seno della mamma ecc.). Ma anche il migliore dei semi ha bisogno di un buon terreno per germogliare: una fonte di amore, sostegno e sicurezza, un esempio e una guida capaci di accompagnarlo in ogni fase della sua crescita assecondandone le esigenze.
Che cosa succede se il terreno è arido o povero di sali minerali? Per quanto buono possa essere in partenza, il seme non riesce a sbocciare. A volte capita anche a noi adulti di sentirci inadeguati, privi delle energie e delle risorse per essere all'altezza del nostro ruolo.
Anche tu puoi sentirti un pezzetto di terreno asciutto e inospitale, per esempio quando:
- Sei stanco: dopo il lavoro, dopo una giornata più lunga del solito o passata a pulire ecc.
- Sei nervoso: hai discusso con tuo marito o con tua moglie, tua suocera non se ne andava più, hai avuto problemi in ufficio ecc.
- Sei poco felice: non sei soddisfatto della tua vita, fai un lavoro che non ti piace, vorresti avere più soldi, più tempo libero, essere più magro, più bello ecc.
- Sei preoccupato perché non sai cosa fare: tuo figlio ha la febbre, ti sembra che mangi troppo poco, non dorme da tre notti, non sai come aiutarlo a scegliere la scuola giusta, non sai se iscriverlo al nido oppure no ecc.
- Sei agitato perché non capisci il suo comportamento: è sempre scontroso, non ti tiene per mano quando dovete attraversare la strada, vuole soltanto giocare, non ti ascolta, non va bene a scuola, ti sfida, non riesce ad addormentarsi, non riesce a svegliarsi, dice sempre di no, parla troppo, parla poco ecc.
- Hai paura di sbagliare: tutte le mattine piange davanti al cancello della scuola materna e tu ti chiedi se hai fatto la scelta giusta, gli prometti un pezzo di cioccolata purché finisca quello che ha nel piatto ma non ti sembra una buona soluzione, lo assecondi e lo coccoli sempre ma hai paura di non rafforzargli abbastanza il carattere ecc.
- Ti accusi di non essere un buon genitore: urli e ti arrabbi anche se non vorresti, non riesci a farti ascoltare, non sai come gestirlo davanti agli altri ecc.
- Gli altri ti accusano e mettono in crisi le tue scelte: tua madre e tua suocera ti dicono che stai sbagliando, le amiche ti guardano storto perché lo fai dormire con te nel lettone, ti dicono che sei un cattivo genitore perché a sei mesi non gli dai ancora gli omogeneizzati con le vitamine necessarie ecc.
- Vorresti svincolarti dalle tue responsabilità di genitore: non ce la fai più, ti mancano i momenti di intimità con il tuo compagno o la tua compagna, rimpiangi gli anni in cui eri single, sei stanco di dover decidere sempre tutto tu, senti che la sua crescita pesa tutta sulle tue spalle ecc.
- Vorresti più tempo per te: ogni tanto vorresti che la tua doccia durasse dieci minuti e non i soliti dieci secondi, che le amiche smettessero di guardare la tua ricrescita pensando che stai cercando di inaugurare una nuova moda, che il silenzio non fosse più solo un ricordo lontano, che un notte intera di sonno smettesse di essere chimera ecc.
Ecco perché è fondamentale partire per prima cosa da te. Se lui è il seme, tu sei il terreno, se lui è la macchina, tu sei (spesso e volentieri) il carburante.
Per prima cosa vogliamo che tu stia bene. Non solo perché questo fa stare bene tuo figlio, ma perché anche tu sei importante. Tuo figlio è tuo figlio e tu sei tu. Un giorno diventerà grande, andrà per la sua strada e tu ti ritroverai alle prese con te stesso. Potrai sentirti felice del tuo passato e dei frutti che hai raccolto o, al contrario, frustrato di avere ottenuto poco, di avere fatto tanta fatica, di non essere riuscito a goderti gli anni migliori. Non solo per via del lavoro, dei mille impegni o della mancanza di tempo libero, ma perché non sei riuscito a ottenere il meglio dal rapporto con lui. Questo non ce lo possiamo permettere.
Puntare al massimo vale la gioia (non solo la pena). Per ridimensionare i nostri obiettivi e le nostre speranze c'è sempre tempo. Ricorda: i figli non scelgono mai genitori inferiori alle loro aspettative. Dentro di te hai già tutto ciò che serve per dimostrarti all'altezza di ciò che tuo figlio ti chiede per crescere.
Qual è il tuo vero problema adesso?
Il vero problema è che non te ne rendi conto o non credi sia possibile. Condizionati da anni di credenze errate, totalmente digiuni di una vera "formazione" a riguardo (a scuola non ci insegnano come diventare buoni genitori), spesso dimentichiamo la nostra capacità innata di prenderci cura dei nostri cuccioli (siamo pur sempre mammiferi!): pensiamo di non avere esperienza, di non essere capaci, di dover leggere centinaia di libri sull'infanzia, di dover attingere a chissà quali consigli o ricette per poterci destreggiare fra i capricci e le trasgressioni di essermi che, a volte, ricordano più Terminator che un figlio.
Quello che ci proponiamo di fare è aiutarti a eliminare i veli di polvere accumulati su una lampadina già accesa da tempo. Vogliamo che tu possa dire: "Ma è semplice!", o: "È così ovvio che sembra scontato!". La natura di tuo figlio è proprio così: semplice, a volte perfino scontata. E anche le soluzioni per evitare o risolvere i conflitti lo sono: così semplici da sembrare ovvie e disarmanti.
Ecco i benefici che potrai ottenere se deciderai di affrontare i capricci e le lotte di potere secondo il nostro metodo (anche se a prima vista ti sembra assurdo o controproducente):
- Meno ansie
- Meno tensioni
- Più tempo e più qualità nel tuo tempo
- Più fiducia da parte di tuo figlio
- Più autostima da parte tua."
Roberta Cavallo e Antonio Panarese
Data di Pubblicazione: 2 ottobre 2017