In che modo lo Yoga può eliminare l'insonnia? Quali sono le pratiche, i consigli e gli esercizi? Scoprilo leggendo l'anteprima del nuovo libro di Conny Méndez.
Un sonno migliore con lo yoga
Stando alla prospettiva dello yoga, gli elementi fondamentali da cui dipendono la salute e il benessere sono l’equilibrio omeostatico e l’equanimità (samatvam). Anche se la nostra vita è condizionata dal corredo genetico e dalle esperienze di vita accumulate (samskara), possiamo coltivare l’equilibrio grazie alle azioni (krya) che compiamo durante la quotidianità, a partire dalle pratiche per una buona igiene del sonno di cui abbiamo parlato poco fa.
Possiamo trarre e rinforzare i benefici derivanti dalla corretta igiene del sonno e dalle linee guida della CBT-I ricorrendo a semplici tecniche yoga che possono essere modificate all’uopo per influenzare direttamente la sfera del sonno.
Le prove che confermano i benefici di alcuni tipi di yoga nel favorire la guarigione da una lunga serie di condizioni di salute, molte delle quali interessano proprio il sonno, sono sempre più numerose. A riportarle sono tantissimi testi specialistici che si concentrano sull’utilizzo terapeutico di quest’antica disciplina.
Pratiche Yoga contro l'insonnia
Le pratiche yoga volte a migliorare la qualità del sonno che troverete descritte nella Parte II del presente libro possono essere suddivise in tre categorie:
- Pratiche posturali. Le pratiche posturali prevedono l’esecuzione e il mantenimento di determinate posizioni che hanno lo scopo di ridurre la tensione e migliorare la funzionalità generale del corpo. Le varie posizioni possono intervenire su aree di tensione specifiche e hanno l’effetto di ridurre la somatizzazione dello stress promuovendo l’equilibrio emotivo e la tranquillità mentale.
- Tecniche di respirazione. La respirazione consapevole è una componente integrante di qualsiasi pratica posturale. Costituisce inoltre la base del pranayama, l’insieme delle tecniche di respirazione specifiche che si possono utilizzare a scopo calmante o energizzante.
- Meditazione. Le pratiche posturali e respiratorie richiedono a chi le esegue di “stare nel qui e ora” – ossia di adottare un atteggiamento mindful – allo scopo di placare e liberare la mente. Le diverse tecniche di meditazione – respiro concentrato, yoga nidra (la versione yoga del rilassamento progressivo), respiro con i chakra ecc. – aiutano il praticante a restare concentrato sul presente in modo da intervenire anche sulle tensioni più profonde favorire l’adozione di schemi mentali e comportamentali salutari.
Il sentiero dello Yoga Sūtra di Patañjali
L’autovalutazione, se accompagnata da una comprensione chiara delle condizioni in cui ci si ritrova, è fondamentale per capire quali siano le pratiche più benefiche nel nostro caso specifico. Per eseguire una corretta autovalutazione, gli strumenti convenzionali di cui abbiamo discusso in precedenza non sono in sé sufficienti: occorre innanzitutto sviluppare una maggiore autoconsapevolezza.
Ma, come sottolinea lo Yoga Sūtra, l’essere umano manca spesso di autocomprensione (pramānāmi), una qualità che viene mediata dalla nostra percezione sensoriale (pratyaksa), dalla nostra capacità di pensare (anumāna) e dall’influenza degli altri (āgamāh): tutti fattori che possono rivelarsi accurati o distorti.
Una delle conseguenze è il modo in cui la malattia, la pigrizia mentale, il dubbio, la fretta, l’apatia e la mancanza di perseveranza ci disturbano, nel respiro, nella mente, nel corpo. Quando possiamo contare su una percezione
sensoriale raffinata, un pensiero lucido e una guida consapevole, raggiungere e mantenere l’equilibrio è infinitamente più facile.
Possiamo coltivare l’autocomprensione attraverso l’osservazione costante, approfondita e sincera di quelli che sono i nostri pensieri e le nostre tendenze comportamentali, attuando una specie di autoterapia cognitivo-comportamentale in salsa yoga.
Per attuare tale metodo occorre innanzitutto rispettare il principio dell’abhyasa, o “pratica perseverante”: dobbiamo pertanto condurre l’indagine con costanza e per un periodo di tempo abbastanza lungo. Ma è anche fondamentale che ci liberiamo dall’attaccamento che potremmo sviluppare nei confronti dei risultati dello sforzo che stiamo compiendo (vairagya, “non attaccamento”).
In che modo lo Yoga può eliminare l'insonnia?
Il successo è influenzato dal temperamento individuale, che può essere gentile, tenero e lento (mrdu), moderato (madhya) o vivace, forte e rapido (adhimātratvāt). Ma dipende anche dai nostri klesha individuali, ossia quelle afflizioni persistenti che disturbano il nostro corpo, la nostra mente e il nostro spirito offuscando di fatto l’autocoscienza.
Lo Yoga Sūtra descrive una pratica in otto passi, o ashtanga (“membra”), che consente allo yogi di ridurre l’influenza dei propri klesha allo scopo di sviluppare un equilibrio e un’equanimità maggiori. Il “Nobile ottuplice sentiero” comprende svariate pratiche di autotrasformazione dalle quali dipende gran parte dell’efficacia e del fascino dello yoga, partire dagli yama e dai niyama, regole di comportamento pensate appositamente per intervenire sui klesha.
Descriveremo di seguito ognuno degli otto aspetti. Discuteremo della traduzione letterale dei vari nomi, ne offriremo un’interpretazione più libera e aggiungeremo qualche infiorettatura per integrare l’ashtanga con quelle qualità olistiche (e non più dualistiche) che possono rendere più diretto il sentiero che, anche in questo mondo moderno, conduce a un sonno migliore.
In immagine i sentieri dello yoga che conducono potenzialmente a un sonno migliore.
Data di Pubblicazione: 22 febbraio 2023