SALUTE E BENESSERE   |   Tempo di Lettura: 6 min

Sostanze Psichedeliche: Strumenti, non droghe

Natura Psichedelica - Giordano Quintavalle - Speciale

Scopri il potenziale terapeutico delle sostanze psichedeliche e le prove a sostegno, leggendo l'anteprima del libro di Christian Flèche e Olivier Franck.

Il potenziale terapeutico delle sostanze psichedeliche

"Se non fai dei piani per te stesso, diventi parte dei piani di qualcun altro."

Terence McKenna

Credo sia doveroso aprire questo capitolo sul potenziale terapeutico delle sostanze psichedeliche citando l'importante, quanto recentissimo, articolo "Lo studio dei danni è fondamentale per migliorare la terapia assistita con psichedelici: i partecipanti chiedono cambiamenti nel panorama della ricerca", che ha puntato i riflettori sui dati relativi ad alcuni eventi avversi, aspetti e risultati negativi legati a queste terapie che sembrano essere sottovalutati o troppo spesso ignorati.

Si sottolinea in particolare che, se e quando condivisi, tali danni siano spesso minimizzati, e che non vengano sufficientemente studiati e divulgati, così disinformando e lasciando l’intera comunità all'oscuro di potenziali conseguenze negative a lungo termine, che includerebbero il peggioramento di sintomi preesistenti nei pazienti, numerosi casi di suicidio, e abusi da parte dei terapisti che lavorano anche con queste sostanze.

Sono proprio questi ultimi, coloro ai quali ci affidiamo e che dovrebbero sempre essere eticamente predisposti e preparati, che sembrano voler deliberatamente creare una sorta di “dipendenza da terapista”. Nella maggior parte dei casi riponiamo piena fiducia nelle mani di questi professionisti, che però potrebbero approfittare del potere di queste sostanze su pazienti altamente suggestionabili e potenzialmente quasi incapaci di intendere e di volere.

Sembra inoltre che i manuali e i protocolli terapeutici attualmente in uso abbiano urgente bisogno di nuove regole disciplinari che permettano una maggiore supervisione di questa categoria, così evitando di mettere a rischio non solo i benefici offerti da queste sostanze, ma anche tutto il lavoro faticosamente svolto in direzione di una loro legittimazione per lo studio e la ricerca.

C'è dunque da augurarsi vivamente che qualcosa venga fatto, il più presto possibile, per proteggere e promuovere responsabilmente queste incredibili sostanze.

 

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Prove scientifiche a sostegno

La maggior parte del lavoro di scienziati e ricercatori si concentra su diverse sostanze psichedeliche e sul loro potere di influenzare il comportamento, l'umore, la cognizione, la funzione cerebrale e i marcatori biologici della nostra salute.

Molti degli studi attualmente in corso stanno dimostrando la loro efficacia come alternativa al trattamento classico della dipendenza dagli oppioidi, del morbo di Alzheimer, del disturbo da stress post-traumatico (PTSD), dell’anoressia nervosa, dell'abuso di alcol e di diverse forme di depressione.

I ricercatori sperano inoltre di creare trattamenti di medicina realizzati su misura per le esigenze specifiche di ogni singolo paziente.

Fra le applicazioni terapeutiche che ricevono maggiore attenzione, ne segnalo in particolare due che hanno dato ottimi risultati e ottenuto un riconoscimento positivo da parte di tutta la comunità medico-scientifica.

 

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La terapia psicolitica

La terapia psicolitica prevede l'uso di dosi mediobasse di sostanze come la psilocibina o l'MDMA, somministrate regolarmente o a intervalli di una-due settimane. Un terapeuta professionista è presente durante l’esperienza per aiutare il paziente e offrire supporto nell’elaborazione di tutte le nuove informazioni emerse e ora disposizione di entrambi.

Questa forma di terapia è principalmente utilizzata con l’obiettivo di fornire un contesto sicuro in cui il profondo e intenso rivivere dei ricordi possa essere filtrato e interpretato attraverso i princìpi della psicoterapia.

Aiutato dallo stato profondamente introspettivo raggiunto dal paziente, il terapeuta può assisterlo nello sviluppo di una nuova struttura dell'Io o nella creazione di una nuova “filosofia di vita” che riconosca la responsabilità personale davanti a una scelta di cambiamento.

 

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La terapia psichedelica

La terapia psichedelica comporta l'uso di dosi più elevate, con lo scopo di promuovere esperienze più trascendentali, estatiche, religiose o mistiche. I pazienti trascorrono la maggior parte del periodo acuto dell'esperienza (detto stato di picco) sdraiati e con una mascherina sugli occhi, ascoltando musica ed esplorando maggiormente la loro esperienza interiore.

Per quanto essenziale durante le sedute di psicoterapia prima e dopo l'esperienza, nel corso della sessione vera e propria il dialogo con i terapeuti è scarso.

Uno dei grandi vantaggi dell'uso di certe sostanze psichedeliche per esplorare l'inconscio è che un frammento dell'Io adulto (l'Ego) rimane comunque cosciente e intellettualmente vigile, ricordando vividamente le proprie esperienze e pertanto attivamente consapevole delle difese che lui stesso mette in atto.

Alcuni fra i processi neurologici più importanti ai quali ci sottoponiamo assumendo alcune sostanze psichedeliche sono scientificamente descritti dal termine neuroplasticità (o più precisamente, plasticità sinaptica). Per dirla in parole povere, si tratta della riorganizzazione e del potenziamento delle reti neurali presenti nel nostro cervello.

Talvolta c'è anche la possibilità di stimolare la neurogenesi, termine con il quale si descrivono quei processi che permettono la creazione — o eventualmente la rigenerazione — di nuove e ben distinte connessioni all'interno delle reti neurali, inesistenti o fino a quel momento danneggiate.

 

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Il caso di Paul Stamets

Il micologo statunitense Paul Stamets è da sempre impegnato nello studio e nella divulgazione di tutto ciò che riguarda ogni specie di fungo vivente sul nostro pianeta. In un episodio del podcast Joe Rogan Experience del 2017, Paul racconta di un anziano amico scienziato che soffriva di sordità e utilizzava apparecchi acustici da molti decenni.

Vista l'età avanzata e desideroso di un'ennesima esperienza psichedelica, questo anziano signore, munitosi di una dose di funghi di 3,5 g circa (comunemente, una dose medio-alta), è stato temporaneamente in grado di fare a meno dei suoi fedelissimi supporti acustici e di godere pienamente delle sue facoltà uditive per diverse ore, giungendo perfino, a suo dire, a sentire i passi delle formiche che si muovevano sul suo terrazzo di legno.

Nello stesso episodio Paul ha condiviso e ampiamente descritto anche la sua esperienza personale da adolescente afflitto da balbuzie.

All'epoca, Paul ingerì inavvertitamente più funghi del dovuto — circa tre volte una dose media, quindi intorno ai 9 g — e visse un'esperienza molto intensa e a tratti spaventosa.

Si trovò infatti ad arrampicarsi su un albero durante un forte e pericoloso temporale e ad avere intense visioni allucinatorie: nel suo insieme, questa esperienza gli offrì anche l'opportunità di osservare e riconsiderare la sua condizione, contemplando la possibilità di provare a porvi fine una volta per tutte.

Paul ha in effetti smesso di balbettare e, a più di quarant'anni di distanza, il problema non si è più ripresentato.

Data di Pubblicazione: 23 gennaio 2024

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