Scopri i segreti dell'alchimia che trasformeranno così la tua realtà interiore e migliorerà la tua vita, leggendo l'anteprima del libro di Didier Colin.
Spirito e materia non sono che una cosa sola!
A partire dal XVIII secolo, e soprattutto nei due secoli successivi, gli scienziati hanno orientato le loro ricerche sui processi meccanici della vita, secondo la concezione che avevano di essi. A loro avviso, solo le specie vegetali e animali, oltre, naturalmente, alla specie umana, possiedono una vita biologica e organica.
Per quanto riguarda il mondo minerale e i metalli (ferro, rame, oro e argento, tra gli altri), li ritenevano inerti, fissi, immutabili, senza vita. Già nell’antico Egitto, nella Cina imperiale, nell’India vedica, in Persia o in Mesopotamia, dove fiorirono le prime civiltà, gli alchimisti consideravano l’uomo, il mondo e la natura un tutto inseparabile.
In ogni elemento del regno minerale e dei metalli percepivano la vita. La loro intuizione era giusta, poiché oggi sappiamo che tutta la materia, compresi minerali e metalli, è costituita da atomi in moto permanente.
Non disponendo ancora di strumenti adeguati, e ancor meno dei dispositivi sofisticati propri della scienza contemporanea, sperimentavano le loro teorie come una sorta di scienziati ante litteram.
Tuttavia, già diffidenti dell’uso improprio che gli esseri umani avrebbero potuto fare delle loro scoperte (ai giorni nostri la bomba atomica ne è l’esempio più evidente!), trasmettevano i risultati della loro opera esclusivamente per mezzo della tradizione orale.
Per questo, quando parliamo di alchimisti, ci riferiamo ad adepti, iniziati o filosofi, ossia amici della saggezza. Da quando esiste l’alchimia, non abbiamo trovato un solo libro di “formule” alchemiche. E la famosa trasmutazione del piombo in oro, per dirla tutta, si rivela una ricerca molto più nobile finalizzata alla trasformazione di ciò che in noi vi è di pesante, impuro e grezzo, in leggerezza, purezza, rivelazione, luce, coscienza.
Per quanto sconosciuto o enigmatico, il lavoro degli alchimisti nei loro laboratori riecheggia una credenza ancestrale che viene confermata dalle ultime scoperte dell’umanità, come la teoria della relatività e dello spazio-tempo,
o la teoria dei quanti, che sta attualmente rivoluzionando molte “certezze” scientifiche: lo spirito agisce sulla materia, spirito e materia non sono che una cosa sola! Ma in che senso? E perché?
Ancora non lo sappiamo. Ma seguendo le orme di alcuni alchimisti e scoprendo le forme in cui l’alchimia si manifesta oggi, mi propongo di darti un’idea più precisa…
Il vero segreto
Per quanto riguarda l’atteggiamento nei confronti dell’alchimia, sembrano emergere quattro categorie di individui:
- I puri, i veri aspiranti. Tra questi, vi sono coloro che ambiscono a essere iniziati a questa grande arte misteriosa e diventarne adepti, benché non sappiano come procedere, e coloro che, curiosi della scienza e degli esperimenti del passato, desiderano capire il significato della ricerca degli antichi alchimisti.
- I profani e i creduloni, che pur sembrando interessati a cogliere il suo significato, non sono realmente disposti a investire in questa ricerca, se non per ricavarne qualcosa o dare vivacità alla loro esistenza che reputano monotona, e che con altrettanta facilità potrebbero rendere ben più ricca e luminosa.
- Gli impostori e i ciarlatani, sempre pronti a sfruttare gli individui della seconda categoria spacciandosi per iniziati, o addirittura adepti, oppure gli utopici e gli avidi che aspirano a “fabbricare l’oro” e che, a tal fine, sono alla costante ricerca di qualsiasi procedura o pratica alchemica.
- Infine, i materialisti scettici, che rifiutano tutto ciò che non rientra nella loro interpretazione logica e razionale del mondo e della vita, e per i quali l’alchimia non è altro che una pseudoscienza occulta e arretrata.
Una scienza a pieno titolo
L’alchimia è allo stesso tempo una scienza umana, naturale, spirituale e fisica, e si basa su un principio essenziale: lo spirito può agire sulla materia e la materia sullo spirito. Penetrandosi a vicenda, essi operano una trasformazione reciproca e costante.
Tale principio va in direzione opposta alle grandi leggi che governano le scienze moderne, e in particolare la chimica che, secondo gli alchimisti, non ha un legame diretto con l’alchimia. A loro avviso, si tratta di due concezioni della natura totalmente diverse. Ma su questo argomento non esiste nulla di meno certo.
Come vedremo più avanti, nel corso del loro lavoro e senza volerlo, alcuni alchimisti fecero vere e proprie scoperte scientifiche. Per esempio, l’alchimista francese Arnaldo da Villanova (1245-1313) realizzò la prima distillazione frazionata, mentre l’alchimista fiammingo Jean-Baptiste Van Helmont (1577-1644) scoprì l’anidride carbonica.
Il segreto dei segreti
Devo subito sottolineare l’importanza del ruolo del segreto in qualsiasi conoscenza o pratica di tipo alchemico. Il mio intento è di aiutarti a comprendere lo spirito e la lettera di questo segreto che risale a tempi molto antichi, ma che, converrai con me, presenta sempre e comunque una grande attualità.
Pertanto, tecnicamente e praticamente parlando, non mi avventurerò in speculazioni azzardate. Non ti condurrò nei complessi meandri di un labirinto di concetti, credenze, ricerche, trattati e opere rese intenzionalmente oscure dai loro autori. Per quale motivo, nel corso dei secoli, gli alchimisti hanno serbato il culto della segretezza?
Perché hanno coperto il loro lavoro, le ricerche, le scoperte e i trattati in cui hanno messo tutto nero su bianco, con un velo di mistero che solo gli iniziati sono in grado di decifrare? È possibile tradurre in un linguaggio chiaro il loro complesso idioma e i relativi codici simbolici da essi utilizzati?
Il pensiero analogico
Mentirei se dicessi che una tale traduzione è possibile, e che noi profani possiamo essere gli Champollion del linguaggio alchemico. Del resto, quando cerchiamo di leggere i geroglifici degli antichi egizi e di tradurli nelle nostre lingue moderne, ci accorgiamo di darne solo un’interpretazione parziale o approssimativa.
Infatti, pur seguendo la procedura sviluppata dal famoso egittologo Jean-François Champollion (1790-1832), non appena si ricorre al pensiero analogico una stessa iscrizione geroglifica può essere spesso interpretata in modi diversi.
Le chiavi dell’alchimia
Allora, ti chiederai, se l’alchimia sembra essere una scienza per pochi, se il suo segreto è riservato solo agli iniziati, se i suoi scritti rimangono tanto intraducibili quanto incomprensibili, perché questo libro? Cosa ci troveremo di nuovo, interessante e utile?
Oggi, nonostante l’abbondanza delle informazioni disponibili, siamo ancora alla ricerca di risposte alle nostre domande, di soluzioni ai nostri problemi, di felicità, armonia, pace: in breve, aspiriamo a trovare l’impossibile.
Ciò dimostra come, in un mondo in cui i beni materiali non ci soddisfano, in cui troppe idee preconcette, pregiudizi e cattive abitudini ci dividono e ci allontanano gli uni dagli altri, avvertiamo un forte bisogno di riunirci sulla base delle qualità umane che abbiamo in comune e che possono operare la riconciliazione.
Eppure, fatichiamo a sfruttare tali qualità, come invece dovremmo fare.
In altre parole, siamo alla ricerca di chiavi, e qualcosa ci dice che l’alchimia, fin da quando è esistita e per il velo di mistero che la circonda, ne possiede alcune. Se dobbiamo credere a un monaco benedettino esperto di arte
alchemica, possiamo contarne addirittura dodici!
Tuttavia, non basta possedere queste chiavi, bisogna anche trovare le porte che esse aprono…
Data di Pubblicazione: 12 luglio 2023