SELF-HELP E PSICOLOGIA

Sul Sentiero del Giardino Interiore

Le Chiavi Aromatiche - Sandra Perini - Speciale

Ognuno di noi custodisce e coltiva un Giardino Interiore. Impara a prendertene cura: scopri come leggendo l'anteprima del nuovo libro di Sandra Perini.

Sul Sentiero del Giardino Interiore

"Il giardino è pieno di metafore, penso in particolare al giardino giapponese dove quest'idea mi è apparsa in maniera chiarissima. Tutto quello che accade nel giardino è pieno di metafore della nostra vita psichica, che si tratti di un ponte, di un sentiero tortuoso o di foglie cadute (...) tutte le descrizioni di ciò che succede nel giardino durante il ciclo delle stagioni riguarda al tempo stesso la psiche: le foglie che cadono, la paralisi della vita che riprende in primavera, il movimento dell'acqua, le rocce. Sono tutte esperienze che fa anche l'uomo, solo che non le esprime con lo stesso linguaggio, mentre il giardino lo dice con il linguaggio della Natura."

James Hillman

Il termine "giardino" deriva dal greco paradesson, cioè paradiso, e sostiene l’idea di un luogo intimo e gioioso dove trovare serenità oltre la vita quotidiana: non c'è religione che non abbia la sua filosofia sul giardino. L’archetipo originario è il giardino dell’Eden, simbolo di abbondanza, purezza e letizia. Il giardino come spazio meditativo affonda le sue radici nell’antichità, dove era connotato da un forte simbolismo magico legato all’ispirazione e al processo di purificazione della persona spesso rappresentato dalla presenza di acqua.

Per ogni pianta deve esserci nel giardino il suo posto magico, per l’alloro deve esserci un posto speciale, che io chiamerei sacro”... scriveva così nel 1700 Fra' Bartolomeo nel suo trattato "De’ giardini e della vita agreste": il luogo in cui veniva piantato l’alloro era calcolato su base geometrica e inserito nel “quadrato magico”. L'alloro era considerato allora il “defensor”, simbolo delle cose che non muoiono mai, difensore di tutto ciò che vive.

La disposizione delle piante venne poi successivamente calcolata sulla base degli studi di Luca Pacioli e di quelli sulla sezione aurea: le piante coltivate nella sezione aurea erano inspiegabilmente rigogliose, la terra di quelle zolle veniva persino utilizzata come fertilizzante per seminare altre piante. Nel buon giardino può governare solamente la legge dell'armonia e l'armonia deve essere impostata sulla sezione aurea, generatrice di frequenze elettromagnetiche risanatrici.

I giardini erano considerati i pensatoi mistici, il luogo della “cogitatio” e della meditazione, dove la persona poteva ritrovarsi e dialogare con la sua anima. Il giardino meditativo non è solo uno spazio fisico, ma è anche un luogo interiore, un regno psichico che serve a riflettere sul proprio ruolo nel mondo.

La natura e il “verde” hanno un'influenza positiva sulla salute personale; un esercizio di prevenzione del benessere è passeggiare in un bosco, assaporare il profumo della primavera nascente, saper cogliere la bellezza di quel che ci circonda. Ai miei pazienti consiglio spesso di “staccare” dalla frenesia del vivere quotidiano e riprendere, attraverso la natura, il contatto con loro stessi.

 

chiavi-aromatiche-libro-sandra-perini

 

Negli Stati Uniti e nel Nord Europa sono stati progettati gli Healing Gardens o giardini terapeutici, composti da alberi, fiori e giochi d’acqua che coinvolgono armoniosamente i cinque sensi. In America è stato visto come sia sufficiente una frequentazione di pochi minuti per sollecitare emozioni positive e abbattere significativamente i livelli di stress e irritabilità, armonizzando il sistema cardiovascolare, così da accelerare la guarigione delle persone malate. Gli Healing Gardens rientrano in tutte le forme di prevenzione della salute che hanno come finalità il rafforzamento del sistema immunitario, in modo da aiutare il corpo a guarire.

Il Giardino Interiore in questo libro è utilizzato come metafora della nostra individualità, di come siamo fatti, della nostra fisicità e della nostra Coscienza. Nel suo libro "Il piacere di pensare" James Hillman paragona il giardino alla psiche della persona, alla sua anima, con un misto di istintuale e controllato, di spontaneo e di costruito. Tutti i processi stagionali riflettono il nostro vivere quotidiano e le nostre esperienze di vita: non a caso si parla di “sentire il cambio di stagione”.

Le mie origini sono immerse nella natura, sono cresciuta in un paese della provincia di Brescia e la mia casa era al confine del paese, dove si aprivano campi e prati di erbe e fiori spontanei. La natura era per me un luogo di incontro e di riflessione: sono legata ai profumi e ai colori delle stagioni, al furto delle carote mentre mamma guardava in direzione opposta.

Mia madre era un animo gentile e in ogni angolo libero piantava fiori profumati: gigli, iris, viole e lillà. Da lei ho ereditato il grande amore per le rose e dal contatto diretto con la terra si sono irrobustite le mie radici. Ringrazio lei prima di tutto, nella sua semplicità e purezza d’animo: anche nell’ultimo saluto su questa terra ci ha lasciato la sua benedizione.

Il giardino, con la sua capacità di trasformarsi, rapiva i pensieri della mia giovinezza. La vita si rinnova nel giardino, la natura rifiorisce. Nonostante la paura, nonostante il dolore. Non si lamenta, non si dispera. Offre la parte migliore di sé, onora la sua stagione. Sempre.

Nel giardino c'è puro nutrimento per i cinque sensi: il profumo dei fiori, il gusto dei frutti, i colori variopinti, il rumore del vento tra le foglie, la cura del corpo fisico e del corpo energetico. Osservando la ruota delle stagioni, nel ciclo eterno delle trasformazioni la natura ti insegna ad avere fiducia nella sua forza auto-guaritrice, ti mostra che la morte non esiste, ma genera sempre nuove forme. Ugualmente, noi abbiamo un corpo con una capacità innata di sostenere la salute, ma, a differenza del mondo vegetale, la nostra capacità di auto-guarigione è influenzata anche dai nostri pensieri e dalle nostre emozioni.

Con la professione di psicoterapeuta ho potuto dare una risposta strutturata “quasi scientifica” ai quesiti della mia infanzia e adolescenza, ma il Giardino Interiore rimane sempre l’espressione dell'anima, “il Giardino Sacro”, la realtà olistica dell’individuo. È con la scuola di naturopatia che ho recuperato il valore quantistico di “Il tutto è diverso dalla somma delle parti”. Noi siamo un corpo, una mente e una coscienza.

Spesso con i pazienti lavoro con la metafora del Giardino Interiore. Alcuni “preferiscono” avere in dotazione alberi maestosi, altri fiori. Una cara cliente disse: “Dottoressa, nel mio giardino c'è il gelsomino su tutti i lati: ne amo il profumo ma... principalmente perché sono una persona che ha bisogno sempre di punti di appoggio per esprimermi”. Via libera ai labirinti, alle farfalle, alle forme più bizzarre di cancelli e staccionate, agli elementi sacri oppure al deserto, alla terra arida, all'abbandono. Ogni immagine è una rappresentazione interiore e spesso è il riflesso di una specifica richiesta di aiuto.

 

chiavi-aromatiche-libro-perini

 

Com'è il tuo Giardino Sacro?

Il lavoro con gli oli essenziali obbliga la persona a riflettere sulla propria posizione nel mondo, sulla capacità di essere connesso con se stesso e con ciò che lo circonda. Può accadere infatti che una persona conosca tutte le piante del suo giardino, sappia reciderle al momento giusto, sappia concimare il terreno, ma non le senta, perché non ne ha mai udito il canto e odorato la sostanza. Il suo occhio interiore non si è ancora destato.

Il lavoro più importante poi consiste nell’onorare le piante che troviamo in dotazione alla nascita... Guardare nel giardino del vicino e desiderarlo non è mai una buona scelta.

Il faut cultiver notre jardin

"Coltivo il mio giardino, e il mio giardino mi coltiva."

Robert Brault

Bisogna coltivare il proprio giardino” è una frase che Voltaire scrive nel romanzo "Candido". Il protagonista, dopo avere percorso strade di vita impraticabili, rifugge la tentazione di andare oltre per dedicarsi al proprio giardino.

Voltaire è un filosofo realista, quasi “sospettoso”, diremmo oggi pragmatico, che preferisce la concretezza all’ideale romantico. Una concretezza che si dimena tra le tribolazioni del vivere quotidiano, il giardino da coltivare è la propria esistenza: bisogna agire e lavorare secondo la propria competenza, al fine di ottenere una buona dose di serenità.

È un invito a imparare ad apprezzare ciò che si ha. Bada bene, non è l’accontentarsi, è “Fai qualcosa!”, non trastullarti in inutili idealismi. Questo romanzo è un teatro della condizione umana: il male esiste, non possiamo nasconderci dietro un fazzoletto, ma noi possiamo onorare ciò che siamo e possiamo agire. È un elogio della normalità contro un ideale romantico e talvolta inesistente.

Il giardino è soprattutto una metafora delle proprie potenzialità personali e delle proprie attitudini naturali, che richiedono di essere tradotte in qualità concrete, senza inutili voli pindarici, ma impegnandosi in comportamenti responsabili per mantenerlo vivo e rigoglioso. Coltivare la propria esistenza, coltivare le proprie passioni, tradurre le nostre potenzialità in qualità, rende la vita dignitosa.

Questo presuppone che una persona si metta in discussione e si faccia alcune domande, soprattutto quando le circostanze non sono felici. Per coltivare il giardino, bisogna osservarlo, conoscerlo, scoprire i propri doni e lavorare sui punti deboli, senza nasconderli sotto un tappeto persiano, ma onorandoli e rendendoli punti armonici. A volte le intemperie possono danneggiarlo e ciò richiede ancora di più la nostra presenza.

La nostra individualità va curata, come viene curato un giardino scegliendo il giusto terreno per ogni pianta, imparando a tagliare i rami secchi, usando il fertilizzante dove le aree sono denutrite, effettuando una corretta irrigazione. Importantissimo è eliminare costantemente le erbacce e gli ospiti indesiderati che potrebbero rovinare le coltivazioni.

Ci possono essere piante da frutto che nutrono il corpo, ma anche fiori e giochi d’acqua che nutrono lo spirito; il vento di primavera potrebbe portare nuovi semi, ma tu puoi scegliere di non accettarli. Ci possono essere piante sempreverdi, ma ci sono anche piante le cui foglie ingialliscono, cadono e si preparano per una nuova realtà: ci sono esperienze e persone che vanno lasciate andare, con amore e dignità.

 

libro-chiavi-aromatiche-sandra-perini

 

Il paradiso è un giardino chiuso

Secondo l’etimologia, il paradiso è un giardino chiuso, recintato, protetto: in iraniano antico si divide in pairi, cingere, e daeza, muro: anche il paradiso quindi è un luogo circondato da un muro, dove all’interno si trova il sacro Eden. Così l’uomo erige un confine tra ciò che appartiene a sé e ciò che è altro da sé: “Qui abito io, questo è il mio regno!”. Il confine serve per proteggere l’individualità e lo spazio vitale. Il recinto ha quindi diverse funzioni: custodisce, preserva e protegge.

La nostra individualità ha una recinzione, quel limite sottile che esiste tra ciò che genera armonia ed equilibrio e ciò che crea disagio. Ciò che esce e ciò che entra deve avvenire sotto il presidio della persona.

Il giardino è un luogo protetto, opportunamente recintato per assicurare una sana difesa da presenze sgradevoli. Il cancello permette la comunicazione con l’esterno e lo scambio: mentre si delimita il confine, si legittima il proprio valore ma anche quello degli altri. Il cancello offre quindi un'entrata e un'uscita.

Tutto ciò ha a che fare con la capacità di tutelarsi e tutelare la propria interiorità. Tutelarsi significa darsi il permesso di dire di no. Questa sillaba, “No!”, spesso diventa uno scoglio insormontabile sia a pronunciarla che a riceverla. Quanto è difficile dire di no! Quanto è difficile ricevere un no o meglio, non interpretarlo necessariamente come un rifiuto di noi stessi!

Saper dire di no quando è necessario è un prerequisito fondamentale per l’autoaffermazione di sé e soprattutto per legittimare ciò che ci fa star bene e rifiutare ciò che invece occupa spazio e consuma energia inutilmente nel nostro giardino. Spesso, per educazione o per timore di perdere l’amore delle persone che ci stanno vicine, impariamo a non ascoltarci più e a perdere il contatto con la nostra interiorità. Ci allontaniamo dal nostro paradiso, tutto ciò a discapito della nostra armonia psicoemotiva.

La protezione è una delle tre P di cui parla Eric Berne, fondatore dell’analisi transazionale, una particolare tecnica di psicoterapia che si fonda sull’analisi del copione di vita e delle dinamiche esistenziali:

  • Permesso: hai il permesso di esistere, di essere te stesso, di provare ciò che senti, di pensare, di avere successo, di godere la vita, di amare e di essere amato...
  • Potenza: tutto ciò che ti serve è dentro di te, puoi riuscire!
  • Protezione: hai il diritto di dire di no!

Per riuscire a fare ciò, è necessario mettersi al centro della propria vita, dando importanza e valore a ciò che conta veramente per te. Se scegli te stesso, devi rinunciare a far contenti tutti gli altri. Ma se tu sei felice, chi ti ama veramente lo sarà per te e con te. Non si nega a nessuno l’aiuto in caso di necessità, ma è prioritario stare bene innanzitutto con se stessi, altrimenti che tipo di aiuto potremmo mai dare agli altri?

Custodisci il tuo giardino! Inizia da piccole azioni quotidiane, come per esempio togliere le erbacce che ostacolano la crescita di piante e fiori. Elimina ciò che non appartiene alla tua individualità, onora ciò che sei e svilupperai una coscienza pura che sarà di sostegno a te innanzitutto, alle persone e alla realtà che ti circonda.

Non scendere mai a compromessi per quanto riguarda l’espansione di te stesso, che sia per il timore della solitudine, che sia per pigrizia. Non compromettere mai la tua fiaccola sacra interiore, perché la strada dell’autenticità è l’unica che ti può consentire la realizzazione di te stesso e inoltre è un ottimo deterrente per il male habitus.

In questo contesto mi giunge alla mente il meraviglioso giardino di una cara amica bresciana, Maria Mori Casarotto, e la sua casa country che si trova alle porte della città, circondata dai prati e da un ruscello, con intrecci di cotto, pietra, ferro e il cemento che nel tempo si è coperto di muschi, licheni e lillà, le magnolie, le rose, le peonie, il filadelfo, il pitosforo, le ortensie, i giacinti... un angolo di paradiso!

 

libro-chiavi-aromatiche-perini

Data di Pubblicazione: 9 novembre 2021

Ti è piaciuto questo articolo? Rimani in contatto con noi!

Procedendo con l'invio dei dati:

Lascia un commento su questo articolo

Caricamento in Corso...