Come possiamo affrontare e superare la perdita del nostro amico a quattro zampe? Scoprilo leggendo l'anteprima del libro di Stefano Cattinelli.
Siamo tutti nella stessa barca
Ogni relazione che instauriamo con un qualunque animale ha il potere di condurci sempre, prima o poi, fino al limitare di una soglia. Nessuno di noi può scegliere di non arrivarci, perché la morte del nostro animale è una meta già definita in partenza dalla ciclicità dell’esistenza stessa. Così è sancito fin dall'inizio della nostra, reciproca, storia d’amore.
Dal momento che non possiamo evitare di arrivare fino a questa soglia, in qualità di medico veterinario, penso sia più che naturale sentire il bisogno di affrontare questo tema portando il mio contributo esperienziale per cercare di dipanare una nebbia che il più delle volte appare talmente densa da renderci impossibile qualunque capacità visiva.
Se dunque la conclusione del rapporto con il nostro animale è un dato di natura, nel senso che è la Natura che decide al posto nostro, non possiamo dire lo stesso riguardo alla modalità con la quale intendiamo affrontare questo ultimo tratto di strada insieme, perché “i modi” che usiamo appartengono in maniera inequivocabile alla sfera dell'umano.
L’avvicinarsi a questa soglia infatti non ci parla solo della fine della relazione con il nostro animale quanto piuttosto del “come” vogliamo che questa relazione finisca.
Che “qualità” vogliamo dare all’ineluttabilità di questo evento? Si tratta di scegliere.
La scelta più difficile
La scelta che l’animale ci chiama a fare è tra la morte farmacologica e la morte naturale, tra l'eutanasia e l’accompagnamento empatico verso una morte fisiologica, non indotta artificiosamente e la soglia di fronte alla quale l’animale ci conduce non è altro che il confine tra due mondi: il mondo del tempo sancito dall’Uomo e quello del tempo sancito dalla Natura.
Qual è il giusto tempo nel quale l’animale può finire la sua esperienza terrena? Chi decide quando l’esperienza debba concludersi? Noi, il medico veterinario o l’animale?
Che peso e che valore diamo ai tre protagonisti di quest’evento? Chi viene prima e chi dopo? Chi è più importante? Quale tipo di influenza esercita il dolore che prova l'animale, il dolore che proviamo noi o quello che prova il veterinario nelle scelte che siamo chiamati a fare?
Quanto incide il giudizio delle altre persone sulle nostre scelte? Tutte queste numerose domande sono quantomai necessarie poiché, seguendo quella sana curiosità che vi ha fatto acquistare questo libro, avete deciso di dar voce al bisogno di rimettere ordine al momento più importante della relazione che avete con il vostro animale.
Il termine ordine, nel lessico italiano, assume diversi significati: viene usato per ingiungere a qualcuno di fare qualcosa, oppure nell’atto di disporre le cose secondo un certo schema, per richiedere un pasto o la consegna dei prodotti acquistati e anche avendo una certa precisione nel fare qualcosa come si evince dall’affermazione: “Tieni la tua stanza in ordine”.
Cosa troverai in "L'Ultimo Dono"
Nel contesto di questo libro il termine ordine viene usato in un senso specifico, vale a dire per descrivere una certa sequenza e un certo criterio di precedenza - l’ordine cronologico - e allo stesso tempo una disposizione appropriata delle cose.
Mettere ordine all'ultimo periodo di vita condiviso con il nostro animale significa quindi, per prima cosa, definire con chiarezza e lucidità tutto ciò che è presente all’interno di questo evento, cioè quali sono le figure coinvolte.
Per fare un esempio possiamo immaginare di guardare una fotografia o un quadro; nell’osservare questa immagine, prima di avere una visione d’insieme, è opportuno soffermarci sui vari dettagli che compongono la scena; ci prendiamo tutto il tempo necessario per prenderli uno alla volta, per illuminarli da varie angolazioni, ora di qua ora di là, in modo da iniziare a osservarli con l’intento di conoscere chi sono, come sono fatti, che posto occupano all’interno della scena e perché sono lì ed è giusto che siano lì o dovrebbero occupare un altro posto?
Solo successivamente, dopo aver preso maggiore confidenza con ogni singola parte del quadro, ci possiamo occupare delle dinamiche che regolano la relazione tra le varie parti con un tipo di osservazione che metta in luce i movimenti che si instaurano tra le varie figure: che rapporti hanno questi elementi tra di loro? Che connessioni instaurano? Cosa li spinge a muoversi così? Quali movimenti sono presenti all’interno del sistema?
Proseguendo nella lettura di questo testo ci verrà dunque chiesto di elaborare dei concetti, dei pensieri che nascono dalla comprensione dei ragionamenti che il libro porta.
La visione sistemica
Risulta altresì chiaro che lo sforzo e l’attenzione che applicheremo per seguire e mantenere il filo conduttore di questi ragionamenti ci chiedono di esercitare proprio lo strumento che massimamente ci differenzia dagli animali e cioè il “pensare”, una risorsa tipicamente umana che, in assoluta libertà, ci permette di accedere proprio a quei rinnovati livelli di coscienza verso i quali tanto aneliamo.
Riconoscere tale caratteristica umana, e cioè che il pensare, attraverso la sua capacità di leggere la realtà grazie alla formazione di concetti, rappresenta l’apice dell’intera evoluzione terrestre, sicuramente ci aiuta a vivere la differenza tra noi e i nostri animali non tanto con un senso di separazione o di superiorità quanto piuttosto con il sentimento di sentirsi parte dello stesso processo evolutivo, microscopici pezzetti che possiedono qualità diverse inserite in contesti differenti.
Per riportare ordine è dunque necessario che, attraverso lo strumento del pensare, partendo dall’analisi dei dettagli e dalle relazioni che essi instaurano tra di loro, si possa successivamente sviluppare una percezione un po’ più allargata di quella alla quale siamo abituati nella quotidianità, un nuovo punto di vista che, per definire meglio il contesto nel quale questo libro si inserisce, possiamo definire: visione sistemica.
Tale modalità percettiva, alimentata e arricchita dal pensiero individuale di pertinenza del lettore, ha anche lo scopo di far emergere individualmente alcuni “pezzi” di realtà che, con il passare del tempo, sono stati dimenticati; frammenti biografici messi in disparte, se non addirittura rimossi o comunque “sospesi”, che possono diventare partecipi di questo prioritario processo di riordino.
Quando, attraverso l’attività del pensare, le idee proposte da questo libro riusciranno a depositarsi con una certa solidità e sicurezza all’interno della nostra interiorità, sarà indubbiamente più facile incentivare quelle azioni che ci faranno stare a fianco del regno animale in maniera più consona ai tempi che stiamo vivendo.
Data di Pubblicazione: 7 febbraio 2024