Scopri un Amore sempre più ampio e riconciliante tra tantra e spiritualità con la Medicina delle 3S, leggendo l'anteprima del libro di Daniel Meurois.
Tra Sesso e Spiritualità: La Medicina delle 3S
"Era tutta preoccupata, ed è venuta a domandarmi, con un candore impareggiabile, se è vero che i bambini nascono dalle orecchie".
Se qui cito Molière per entrare in argomento in una riflessione sui rapporti tra il corpo, l’anima e lo spirito, è semplicemente perché, sotto il suo aspetto umoristico e canzonatorio, questa invettiva rappresenta in modo stupefacente un pensiero che fu in voga in un certo tipo di letteratura cristiana e romana.
Evidentemente oggi lo troviamo insensato e ridicolo, eppure...
In materia di religione — e non di spiritualità — l’idea che il corpo, e quindi “lo strumento della sua fabbricazione”, il sesso, siano inevitabilmente sporchi ha sempre avuto dei seguaci.
E anche se ai giorni nostri nessuno si azzarderebbe a pretendere che Gesù abbia potuto essere concepito attraverso l'orecchio di Maria, sono ancora numerosi quelli che continuano a essere persuasi che la carne sia impura per sempre e quindi si ponga come eterna nemica dello Spirito.
D'altronde, l’argomentazione cristiana è facile da trovare: se il corpo e la sua espressione attraverso il sesso non fossero ignobili, perché il Soffio Divino, annunciato dall’Arcangelo Gabriele, avrebbe fatto nascere Gesù per mezzo del ventre di una donna che sarebbe comunque rimasta “vergine per sempre”?
L’inconscio collettivo
L’inconscio collettivo porta l’impronta di tutto questo, che siamo credenti o meno...
Il mio intento non è certo quello di discutere qui di concetti teologici complessi, ma di invitare a uscire dalla trappola di una dualità infantilizzante.
Senza fare piroette linguistiche o filologiche che ci ricondurrebbero ad antichi scritti opinabili e controversi, basta un po’ di buon senso per comprendere che, per potersi manifestare, il Principio stesso dello Spirito richiama e genera inevitabilmente una Forma...
E che cos'è manifestarsi se non Essere? Se così non fosse — perdonatemi se vi provoco uno shock — non ci sarebbe mai altro che una sorta di “grande onanismo cosmico” che gira in tondo su se stesso e che sarebbe votato all’asfissia ancor prima di aver iniziato a prendere in considerazione un respiro.
Evidentemente l’immagine della bevanda e della coppa è vecchia come il mondo, così non ne abuserò oltre senza essermi prima dedicato a porre uno sguardo diverso da quello classico sulla vera natura della coppa, su quello che dovrebbe essere e, per lo meno, sul modo in cui converrebbe considerarla.
Rimarremo ancora a lungo delle folle di individui succubi e ciechi tanto da non vedervi altro che una ciotola di cartone o di plastica più o meno ben “decorata” suscettibile di accogliere, eventualmente, il migliore degli champagne?
Per quanto mi riguarda, vi invito subito a considerare il fatto che il vero “materiale” di cui è composta, il suo Cristallo originale, rimane da rivelare e poi da lucidare in coscienza affinché “la parte spiritosa” (nel senso dello Spirito, ndT) possa espandervisi pienamente.
Tra il culto e il disinteresse
Certamente, fin dall’antica Grecia non c’è stata nessun'altra epoca che come la nostra si sia attardata sul corpo e sulla sua bellezza da coltivare. Ce lo ripetono tutti i giorni: bisogna ad ogni costo che la pelle abbia “un aspetto sano”, che non vi si scovi la più piccola ruga né la minima presenza di alcunché di indesiderabile...
Quanto alla muscolatura, ci si dedica il più possibile a scolpirla, non soltanto per l'occhio, ma per permetterle di compiere performance di ogni tipo, visto che, così si dice, la competizione e la corsa agli estremi sono i segni principali della realizzazione dell’individuo, quelli che la società valorizza nella sua fascinazione per l’apparire, per ciò che è sempre più lontano e più alto.
Tutto questo è forse rispettabile, non lo nego. È anche comprensibile, poiché durante l’intensa attività fisica il nostro cervello secerne endorfine, gli ormoni naturali che hanno la proprietà di procurare sensazioni di benessere.
Tuttavia non posso impedirmi di constatare che arriva sempre un momento in cui, malgrado tutto, i solchi segnano il volto e i muscoli si afflosciano. Sì... e alla fin fine non possiamo farci nulla: a forza di lucidare la carrozzeria di un veicolo o di impegnarci a spingere al limite il suo motore, la maggior parte di noi ha dimenticato chi lo guidava davvero e perché il gioiello della sua complessa meccanica ci era stato affidato.
Identificandosi troppo con le funzioni superficiali della carne, dei muscoli e del loro coronamento attraverso una sessualità di tipo basico, si arriva facilmente a ridursi a questo, senza sospettare Ciò che si nasconde dietro le loro maschere e che tenta invano di gridare: "Chi sono?".
Chi sono?
Il risultato? Un vuoto... Non un senso di vacuità, no, ma un vero vuoto difficile da colmare. Allora si giunge in qualche modo “all’ultima stazione della metro” di un'esistenza e ci diciamo: "Oh... non c'è nulla".
In realtà non è che non ci sia nulla, è piuttosto che non vediamo nulla, perché abbiamo preso l'abitudine di non vedere quello che c’è da captare, di non cogliere nulla di essenziale, o così poco...
Il nostro veicolo ha attraversato degli scenari, ma il guidatore che era al comando ha soddisfatto solo le più infantili espressioni del suo ego senza sapere nemmeno perché gli fosse stato concesso di mettersi in viaggio.
Forse per dimenticare una frustrazione nascosta, forse per canalizzare un’aggressività inconfessata... Possiamo sempre trovare un motivo, e crederci sinceramente.
Evidentemente, non tutti ci lasciamo contaminare dagli eccessi di questa moda di cui ho tracciato quella che è quasi una caricatura. Ma l’atteggiamento opposto è sempre più costruttivo?
Il disinteresse per la cura di tutti gli attributi del corpo — che non ci è stato regalato ma dato in prestito per la durata di una vita — non è sicuramente più corretto né più lodevole della sua sopravvalutazione polarizzata verso gli eccessi.
Il fatto di non prendersi cura del corpo fisico, con il pretesto che, in confronto all’intelletto, alla coscienza o alla mente, non sarebbe altro che carne, non ha nulla di ammirevole, nella misura in cui così facendo si calpesta tutto ciò che contribuisce a stabilire quell’equilibrio sottile e infinitamente prezioso chiamato Salute.
Avete notato che, d’altronde, da questo equilibrio nasce una forma di bellezza che non dipende dai canoni classici dell’estetica? Preoccuparsi di avere e di mantenere un corpo semplicemente sano è già una bella ambizione — se non, a volte, una sfida — che ci avvicina al perché della ricerca inscritta nel cuore di queste pagine.
Data di Pubblicazione: 18 settembre 2023