Scopri l'importanza della saggezza delle streghe come arricchimento del simbolismo classico dei tarocchi. Leggi l'anteprima della guida del mazzo di Phyllis Curott.
La saggezza delle Streghe
Le radici della saggezza delle streghe risalgono a più di 5000 anni fa. Una wicce (grafìa originaria) era una persona saggia, una veggente, una sciamana e una guaritrice dei nostri avi indigeni. Le streghe viaggiavano nei regni dello Spirito e rientravano in questo mondo con doni e benefici per le comunità. Conoscevano da sempre il potere curativo delle piante e dei luoghi energetici, la saggezza degli animali e della Terra stessa. Ancora oggi conoscono la magia, selvaggia e divina, della Natura e gli aspetti, divino e selvaggio, della natura umana. Sanno che il mondo è intriso di magia perché è permeato dal divino.
Inoltre, hanno sempre saputo che il mondo dello Spirito è accessibile e che il piano terrestre è totalmente divino. Trascendono i limiti dello spazio e del tempo, visitano i regni spirituali e ritornano con i doni, specialmente la capacità di vedere il futuro, la magia e la divinità di questo mondo, e il cuore di chi necessita di aiuto. Sanno che lo Spirito, la Natura e l’umanità sono Uno, una cosa sola. Questa è la fonte della loro magia e della loro sapienza. Questa è la concezione che anima i Tarocchi della Sapienza della Strega.
I tarocchi: magia e significato
Questo mazzo trabocca di magia. Per manifestarla appieno, è utile essere al corrente di tre eventi cruciali. I tarocchi apparvero in Italia nel XIV secolo, proprio quando le streghe stavano scomparendo. Le 78 carte anonime e non numerate del mazzo erano suddivise in due categorie: 22 «trionfi» con figure misteriose e 56 carte organizzate in quattro semi: spade, cuori, bastoni e denari. Originariamente le si usava per i giochi e le scommesse, ma vennero rapidamente impiegate per divinare il futuro, specie dalle donne e per le donne.
In seguito, a partire dal tardo Settecento, cominciarono ad apparire varie teorie sulle origini e sugli scopi mistici dei vari mazzi. Nessuna di esse è mai stata confermata, ma nel frattempo era cominciata la reinvenzione dei tarocchi come via esoterica per il risveglio spirituale. I trionfi vennero ridefiniti Arcani Maggiori e i semi Arcani Minori, il che corroborava la loro potenza e le loro potenzialità; la parola arcani si riferisce infatti a una «conoscenza misteriosa o specializzata, a un linguaggio o a informazioni a cui può accedere o che può possedere soltanto un iniziato».
Nel 1910, l’artista Patricia Smith e lo scrittore Arthur Waite, iniziati all’Ordine ermetico della Golden Dawn (Alba Dorata), un gruppo esoterico britannico, crearono un mazzo che rivoluzionò l’aspetto, il senso e l’uso dei tarocchi. L’Ordine era consacrato soprattutto al perfezionamento alchemico dello spirito umano; i suoi membri praticavano la magia cerimoniale al fine di modificare volontariamente il proprio stato di coscienza, trasmutando il piombo della mente ignara nell’oro di uno Spirito illuminato. Il loro mazzo di tarocchi, pubblicato dall’editore Rider (da cui, per brevità, mazzo Rider), era una guida per il viaggio dell’anima.
La Smith sostituì la disposizione geometrica dei simboli degli Arcani Minori con figure impegnate nell’ampio spettro delle attività quotidiane, degli eventi e delle emozioni che costituiscono il viaggio del genere umano. Attinse al sistema delle corrispondenze magiche usato nella Golden Dawn che traeva ispirazione dalle opere degli antichi filosofi greci, per rendere più semplice a chi leggeva le carte raccontare queste storie grazie all’inclusione degli elementi e i loro simboli o strumenti magici: Aria/spade; Fuoco/bastoni; Acqua/coppe; Terra/pentacoli (o denari). Queste erano le metafore per il viaggio della vita.
La seconda parte della rivoluzione era rappresentata dalla nuova interpretazione fornita da Waite, specie in rapporto agli Arcani Maggiori, a cui lui stesso attribuì nomi e numeri. Egli si concentrò sulle corrispondenze fra i tarocchi, la magia esoterica e la Cabala (l’insieme del misticismo ebraico) per ideare nuovi significati per le carte.
Quindi accluse semplici formule bene auguranti: «perfetta estasi, allegria e felicità; intelligenza pronta; oro». Il suo contributo più significativo fu tuttavia l’uso degli Arcani Maggiori in quanto mappa magica e meditativa per la trasformazione dell’anima. Da allora, il suo approccio fu perpetuato da tutti i praticanti di esoterismo. (Per i suoi scopi, gli Arcani Minori erano ritenuti di importanza minore).
Non molto tempo dopo vennero integrati nell’interpretazione altri sistemi di conoscenza, quali l’astrologia e la numerologia, e così i tarocchi divennero un arazzo in cui si compenetravano varie dottrine mistiche occidentali. La filosofia, la pratica e i simboli esoterici incorporati nel mazzo Rider ebbero un influsso importante anche sulla rinascita moderna della stregoneria. Un esempio di ciò è la Tavola delle Corrispondenze, che ordina organicamente i quattro elementi, gli strumenti magici a essi collegati, gli aspetti della Natura e della natura umana, nonché le divinità, ecc.
Una nuova disciplina: la psicologia
Un altro importante cambiamento è avvenuto negli anni Ottanta del secolo scorso, quando un gruppo di lettori e autori di tarocchi, soprattutto di sesso femminile, indirizzarono l’interpretazione in un senso più moderno. Rachel Pollock, Mary Greer, Angeles Arrien, Gail Fairfield, James Wanless e altri, facendo riferimento alle loro ampie conoscenze esoteriche, reinterpretarono i vari significati alla luce di una nuova disciplina: la psicologia.
La concezione degli archetipi avanzata da Carl Jung, il noto psicologo svizzero, inseriva questi potenti modelli o energie universali nell’inconscio individuale e collettivo, spiegando perché gli Arcani Maggiori hanno per i cercatori un significato psicologico così intenso. Inoltre, le teorie junghiane sulla sincronicità, cioè sulle coincidenze significative generate dall’inconscio profondo della persona che ne fa esperienza, spiegavano perché i tarocchi operano con tale notevole precisione. Le carte degli Arcani Minori, con le loro rappresentazioni di vita quotidiana, assunsero un valore più profondo di quanto avessero avuto per gli esoteristi e gli «indovini» del passato. I tarocchi sono quindi divenuti uno strumento sempre più diffuso affinché le persone capiscano meglio se stesse e trasformino la propria vita.
In seguito, la tendenza interpretativa ha confermato tale strada più «umanistica». Quest’approccio integra il simbolismo e le dinamiche esoteriche del mazzo Rider con le intuizioni psicologiche per giustificare gli influssi che ci determinano e ci motivano, rendendoci quello che siamo. Il consiglio dell’oracolo di Delfi («Conosci te stesso») si riverbera ancora nell’interpretazione odierna: autoconsapevolezza, crescita personale e possibilità di risvegliare la presenza di un Universo vivo, cosciente e benevolo. Esiste un’armonia essenziale negli scopi di entrambi gli approcci: fornire agli individui una maggiore comprensione sia su loro stessi sia sulla loro innata capacità di creare vite significative e soddisfacenti in un contesto più ampio, perfino divino.
Il mazzo Rider Waite: la base
Le carte Rider sono ricche di simbolismi, e non occorre più essere degli iniziati per decifrarne il codice, né degli psicologi per attribuire loro un’interpretazione junghiana. Grazie all’accuratezza nelle previsioni degli Arcani Minori, il mazzo Rider è diventato lo standard aureo (gioco di parole che allude intenzionalmente all’alchimia) per la creazione di un numero infinito di nuovi mazzi.
La sua importanza ha fatto sì che l’immaginario, le interpretazioni e i valori dei tarocchi siano rimasti perlopiù inalterati nell’ultimo secolo, benché le figure umane siano state sempre più rimpiazzate da una pletora di personaggi: dai gatti agli eroi dei fumetti. Anche i mazzi delle streghe moderne si basano ancora sostanzialmente sulle immagini dei tarocchi Rider.
Ai nostri giorni, i tarocchi sono diventati uno specchio in cui vedere il proprio sé, sacro e nascosto, un telescopio per intravedere cosa sta davanti a noi e un metodo di trasformazione magico-spirituale. Eppure, si contìnua a cercare un’autoconsapevolezza più profonda, una maggiore preveggenza e una magia più significativa. Perché? Perché nel mazzo Rider e nei suoi derivati manca qualcosa di più essenziale. Ha notato saggiamente Rachel Pollock: «...qualsiasi sistema di divinazione ci dice qualcosa, ma la qualità di questo qualcosa dipende dai valori intrinseci del sistema».
Il mazzo Rider è popolare perché estremamente utile per conoscere se stessi e prevedere il futuro, il che è ciò che vuole la maggioranza delle persone. Però, al pari di tanti pesci che non sanno di nuotare nell’Acqua, è molto importante, specialmente per le streghe, comprendere i valori del mazzo, dato che essi conferiscono risalto e intensità ai consigli.
Ai loro tempi, i tarocchi Rider erano all’avanguardia, ma ancora fortemente influenzati dal pensiero e dalla teologia abramitici. Lo si nota dal grande uso di immagini bibliche come crocifissi, chiese, angeli, ierofanti, diavoli, carri, giudizi universali. Questi mazzi presentavano un viaggio spirituale di ascesa, dalle preoccupazioni mondane e terrene ai regni celesti della coscienza pura, dell’energia e dello Spirito trascendente.
Il viaggio di un cercatore si distanzia sempre dal mondo materiale, che è perfettamente illustrato dall’immagine involontariamente ironica dell’ultimo Arcano Maggiore (Il Mondo, XXI), in cui si ritrae una figura galleggiante, sospesa nello spazio e circondata dai simboli di quattro arcangeli. L’illuminazione implica l’abbandono della Terra: questo è il sistema di valori al centro del mazzo Rider.
Ciò che vi manca è la saggezza delle streghe.
Data di Pubblicazione: 6 luglio 2021