Le proprietà di pietre e cristalli
L’interazione uomo-cristallo
La cristalloterapia studia e applica gli effetti dell’interazione energetica tra uomo e cristallo, cioè il rapporto tra terapeuta e soggetto attraverso la mediazione di cristalli e pietre.
Einstein ci ha convinti che tutto ciò che esiste è energia, quell’energia universale alla quale antiche tradizioni e culture hanno dato i nomi di “prana”, “ki” e “chi”. Quindi, se tutto è legato a un unico denominatore comune (l’energia, nelle sue infinite bande di frequenza), è inevitabile che ci siano interazioni dirette fra le strutture e le intelligenze, anche quando sono molto diverse, proprio perché tutte fatte di energia, o prana: ad esempio tra quelle dell’uomo e quelle dei cristalli.
C’è tuttavia una qualità che è prerogativa dell’essere umano e che è assente negli altri regni della natura: la volontà, senza la quale non ci può essere intenzione. Il rapporto tra uomo e cristallo è innanzitutto una rapporto tra un’entità senziente, che potremmo definire agente o attiva (l’uomo), e un’entità passiva, o ricevente (il cristallo). È dunque l’intento dell uomo che attiva il cristallo, il quale assorbe la qualità vibrazionale dell’intento stesso e, dopo averla amplificata, la emana restituendola all’uomo.
Come avviene questo scambio?
Ricordiamo che, secondo una delle leggi dell’energia, il simile attrae il simile. La vibrazione espressa con l’energia dell’intento umano veicola la particolare nota vibrazionale di chi l’ha generata e quindi, se non altrimenti indirizzata, spontaneamente tende a ritornare per risonanza verso la propria origine.
Il cristallo di quarzo è una struttura perfettamente equilibrata e, in quanto tale, ha la naturale prerogativa di riequilibrare i campi energetici squilibrati con cui viene in contatto. Ciò avviene motu proprio. L'onda di ritorno dell’energia amplificata dal cristallo produce questo effetto stabilizzante sulla struttura energetica dell’uomo con cui sta interagendo.
Sappiamo che ogni cristallo di quarzo ha un preciso asse energetico. L’energià è aspirata dal polo yin, la base, e proiettata dal polo yang, l’apice. Quindi, se si orienta consapevolmente l’apice del cristallo verso un bersaglio l’energia, potenziata sia dalla qualità e intensità dell’intento che dalla qualità moltiplicatrice della struttura cristallina, non potrà che fluire infallibilmente verso il bersaglio stesso. Il cristallo può divenire davvero un grande strumento di cambiamento.
Dall’istante in cui iniziano a interagire, sia l’uomo che il cristallo non sono più quelli di prima. Inevitabilmente anche la creatura-cristallo cambia, poiché il suo incontro con l’uomo ha modificato la sua energia e ha qualificato una nuova direzione evolutiva imprimendovi anche una vera e propria accelerazione.
Abbiamo già chiarito nell’introduzione che una terapia non può essere soltanto la corretta applicazione di una tecnica. Una terapia olistica è molto di più. Il momento terapeutico deve, a mio avviso, essere vissuto con (distaccata) intensità: ciò significa mantenere una costante consapevolezza del fluido e dinamico interscambio energetico che collega terapeuta, soggetto, cristallo e quel livello sovrastante che corrisponde, a seconda della nostra personale visione, al Sé superiore, al Piano dei Maestri, alla scintilla divina che è in noi o, addirittura, al sommo ologramma cosmico che chiamiamo Dio.
È mia convinzione, l’ho già scritto, che sia il consapevole legame con questi piani superiori a fare la differenza, in termini di risultati terapeutici, fra operatori che praticano la stessa tecnica con identica perizia. Si tratta di un legame potente e mutevole, perché legato all’evoluzione della coscienza.
Le proprietà energetiche del cristallo
Di seguito elenchiamo le proprietà e le azioni dei cristalli.
- il cristallo è un condensatore energetico;
- il cristallo è programmabile;
- il cristallo è un attivatore dell’aura e dei chakra;
- il cristallo è un potente moltiplicatore energetico.
Il cristallo è un condensatore energetico
Il cristallo riceve l’intento (che è un input energetico), ne assorbe l’energia, la trasforma accrescendone sensibilmente la potenza e infine la eroga, così come farebbe la batteria di un’automobile. Queste sue caratteristiche naturali ci permettono di programmare un cristallo, semplicemente impartendogli un comando (uno solo per volta). Per caricare di energia la struttura cristallina di un quarzo bisogna:
- procurarsi un cristallo, possibilmente già purificato (vedi oltre) lungo circa 10 cm e con uno spessore di 2 o 3 cm;
- se la base è piatta, appoggiare il cristallo “in piedi” su un tavolo, altrimenti tenerlo in mano (se le nostre mani hanno sensibilità diverse, usare quella meno sensibile) con l’apice verso l’alto;
- con la mano più sensibile, fare un accurato scanning del cristallo per determinare i confini della sua emanazione energetica (si deve determinare a quale distanza sia dall’apice che dai lati si riesce a percepirne l’energia);
- centrarsi sul cuore e creare un contatto mentale con l’intelligenza del cristallo;
- puntare verso il cristallo l’indice dell’altra mano (con amore, ma anche determinazione) e impartirgli un ordine come: “Assorbì l’energia del sole, della terra e dell’aria. Ora!”;
- dopo pochi minuti, eseguire un nuovo scanning per valutare quanto l’energia del cristallo si è espansa.
A conclusione di questo capitolo è riprodotto il Biometro di Bovis, utilizzando il quale saremo in grado di misurare con precisione il livello energetico di persone e cristalli (ma non solo).
Il cristallo è programmabile
La prova che abbiamo appena fatto in una certa misura già lo dimostra. Ma vediamo quali sono i fattori che giocano nella programmazione. L’uomo possiede le forme più strutturate di intelligenza e volontà. Che cosa sono l’intelligenza e la volontà se non energia del corpo mentale? Combinando energia mentale e volontà si crea una forma-pensiero che si proietta sul cristallo; questo dispone di una propria forma di intelligenza, ma non ha volontà, non può opporsi al nostro comando. Quindi lo assorbe, lo amplifica e lo ritrasmette. Più l’ordine è chiaro, semplice e perentorio, meglio lo eseguirà; è bene esprimerlo a voce alta, per potenziarlo con la vibrazione del suono.
Il cristallo è un attivatore dell’aura e dei chakra
Dimostriamolo con un paio di esercizi. Per il primo esercizio dovete avere a disposizione un partner, eseguire lo scanning per determinare dov’è situato il limite della sua aura eterica (oppure di quella di salute) e memorizzarne la distanza dal corpo. A questo punto date un cristallo al vostro partner, dicendogli di tenerlo in mano con l’apice rivolto verso il proprio corpo, all’altezza del chakra del plesso solare. Invitatelo a concentrarsi (ma con distacco) sul cristallo per una ventina di secondi: deve avere la sensazione di “entrare in rapporto” e, quindi, di accogliere la sua energia. Infine rifate lo scanning e valutare se l’aura si è ampliata.
Nel secondo esercizio osservate cosa succede quando si colloca un piccolo quarzo su un chakra (ad esempio quello del palmo di una mano). Suggerisco di eseguire l’esercizio con un partner; inizialmente fate uno scanning del diametro del chakra, poi collocate il cristallo al centro per qualche secondo. Rimisurando il diametro del chakra vi accorgerete che si è almeno raddoppiato.
Se non avete a disposizione un partner, potete provare su voi stessi.
La scelta dei cristalli
La scelta di un cristallo è un momento importante, è l’inizio di un rapporto felice, solitamente di un lungo rapporto. Pieni di aspettative entriamo nel negozio e ci guardiamo attorno, impazienti di prenderne uno. Sarebbe bene però non scegliere, ma farsi scegliere.
Una scelta, per definizione, è un processo razionale, perché è basata su una valutazione; si può scegliere un cristallo perché è ben proporzionato, trasparente, con l’apice intatto e con un prezzo alla nostra portata.
Ma se scegliamo un cristallo affinché diventi un partner evolutivo, non possiamo fare affidamento esclusivamente sulla razionalità: dobbiamo innamorarcene. È una specie di colpo di fulmine. E, perché ciò avvenga, è necessario lasciare finiziativa al cristallo. Se siamo alla ricerca di un cristallo cui affidare un compito speciale, chiudiamo per un istante gli occhi, lasciamoci andare, concentriamoci. Concetriamoci sul nostro cuore e pensiamo intensamente e gioiosamente al compito da affidare al cristallo (ad esempio: “Cerco un cristallo che assorba le negatività prima che giungano a contatto con la mia aura”) e chiediamo un segnale (“Chi vuole farsi avanti?”). Ora tocca al cristallo. Apriamo gli occhi, ma manteniamo un atteggiamento di ascolto, muoviamoci al rallentatore, guardiamoci attorno. Una creatura cristallina attirerà la nostra attenzione, la prenderemo in mano e non riusciremo più a lasciarla. Quello sarà il nostro cristallo.
Ci sono anche altri metodi. Più avanti sperimenteremo un’interessante tecnica radiestesica, basata sulla coincidenza della sequenza dei tre colori fondamentali, presenti sia nell’uomo che nel cristallo.
Invece, se desideriamo scoprire con quale, o quali, chakra un cristallo entra in prevalente risonanza, possiamo prendere un cristallo con la mano sinistra e ascoltare con distaccato abbandono sia il cristallo che il nostro cuore. Dopo qualche istante potremmo avvertire una sensazione che è difficile da tradurre in parole: una specie di pressione, un’onda di intensità, che parte dal cuore e scivola verso un chakra, o verso una zona tra due chakra: quello è il punto di risonanza, di massima sintonia energetica con il cristallo.
Questo testo è estratto dal libro "Tecniche di Cristalloterapia".
Data di Pubblicazione: 2 ottobre 2017