Scopri l’origine, i principi fondanti e le strategie pratiche di questo sistema di riequilibrio energetico leggendo l'anteprima del libro di Andrea Fredi.

TAI, Tecniche di Alchimia Interiore

"Tieni sempre a mente in quante cose tu stesso hai testimoniato di essere già cambiato. L’universo è cambiamento, la vita è comprensione."
Marco Aurelio

Questo libro illustra l’origine, i principi fondanti e le strategie pratiche di un sistema di riequilibrio energetico chiamato TAI, Tecniche di Alchimia Interiore, in grado di aiutarti a vivere con maggiore consapevolezza e benessere e guidarti a diventare sovrano di te stesso. Grazie a una serie di strategie semplici ma profonde puoi apprendere come utilizzare le tue energie interiori in maniera nuova, efficace e intensa, ricalibrare il sistema spirito-mente-corpo e renderlo più funzionale. TAI si avvale di una serie di codici che favoriscono il riequilibrio cosciente delle energie interiori e lo sviluppo dei potenziali umani, e si colloca all’interno di un progetto più ampio denominato il “Sentiero Interiore”.

Sono dell’idea che non esistano tecniche universalmente valide e funzionali per tutti: troppo variegata è la dimensione umana, tanto da necessitare di molteplici approcci, anche a seconda della fase in cui si trova una persona. Non solo, ogni metodica agisce in maniera differente in base al “terreno” di chi la utilizza, ovvero alle sue uniche e inimitabili coordinate interiori. Per questo è importante avere molte frecce al proprio arco, così da avere maggiori possibilità di centrare il bersaglio. Anche perché la vita riserva spesso delle sorprese che obbligano a compiere scelte e a trovare nuovi equilibri, proprio come è successo a me qualche anno fa.

Ti è mai capitato di veder crollare il mondo a te conosciuto senza avere idea di come potrà essere la tua nuova realtà? Di sentire che “un’onda” è ormai giunta a riva e ha esaurito il suo moto? Bene, a me è successo alcuni anni fa. Vivevo in Svizzera ormai da parecchio tempo, lavoravo con una società di formazione e le cose procedevano apparentemente bene. Eppure, una notte non riuscivo a prendere sonno per i tanti pensieri che affollavano la mia mente. Pur applicando diverse tecniche di rilassamento, lo stato di allerta era talmente elevato che nulla sembrava capace di darmi sollievo.

Nel frattempo l’alba si avvicinava. Ormai conscio dell’impossibilità di dormire e preda di conflitti interiori riguardo al mio futuro, in quella notte infinita cominciai a pronunciare alcune frasi di intenzione mentre ponevo una mano sul cuore (come nella tecnica HAT) e l’altra sul centro Hara, fulcro dell’energia nelle arti marziali cinesi e giapponesi. Mi ricordai di un terzo centro di energia, secondo la tradizione orientale, situato in mezzo alla fronte, il cosiddetto “Terzo Occhio”. Sapevo che il percorso che l’energia segue, dal basso verso l’alto, nel costante processo di raffinazione dal grossolano al sottile, dal materiale allo spirituale, avviene attraverso i tre centri.

Arrivata la luce del giorno, l’angoscia aveva lasciato il posto all’entusiasmo della ricerca. Abituato a muovere energia stimolando i punti di accesso ai meridiani, la possibilità di farlo anche attraverso i tre grandi centri dell’essere umano mi portava a non sentire la stanchezza. Nella mia insonnia i tre Dantian (così vengono chiamati i tre centri energetici in cinese) si erano rivelati degli amplificatori dell’intento, un enorme aiuto per chi conosce e utilizza il potere della parola ma tende a stare troppo nella mente. Partii quindi verso Como, dove avevo appuntamento con un amico insegnante di arti marziali e praticante di tecniche olistiche. Mi sistemai sul lettino e presto mi addormentai. Al termine del massaggio Fabrizio mi fece dono di un libro sulle arti marziali interne. Lo aprii a caso e lo sguardo cadde su una curiosa illustrazione: “I tre Dantian”! Dentro di me annuii alla Vita, ringraziandola per la sincronica conferma. Da quel momento e per più di un anno mi dedicai alla ricerca, nel tentativo di coniugare il potere dell’intento con la focalizzazione sui centri. Dopo vari esperimenti su di me e su numerose, inconsapevoli “cavie”, giunsi a distillare l’essenza di questa ricerca: le Tecniche di Alchimia Interiore (TAI).

Come nasce TAI

TAI nasce dall’integrazione di più metodi che insieme forniscono uno strumento di trasformazione interiore nuovo, semplice e alla portata di tutti. L’esperto di tecniche energetiche ravviserà elementi di EFT, PNL, HAT (Heart Assisted Therapy), meditazione, IEP (Intention-based Energy Process), Logosintesi, Chi kung, taoismo e diverse altre influenze sia di ordine teorico che pratico. Anni di studio nel campo della crescita personale mi hanno permesso di apprendere molto e di giungere a TAI come frutto. Grazie a questo metodo, dopo aver identificato le tracce energetiche incoerenti ancora presenti nel tuo orizzonte interiore, puoi applicare protocolli specifici per generare una vera e propria “alchimia” (trasformazione) della tua consapevolezza, liberando l’energia fino a ora cristallizzata in vecchi schemi conservati a livello corporeo, emotivo e mentale e indirizzandola verso i tuoi scopi.

Il nome TAI deriva da tre caratteristiche possedute dal metodo: Tecniche, dal greco téchne (arte); Alchimia, ovvero trasformazione; Interiore, perché si rivolge all’orizzonte interno dell’essere umano, alla sua dimensione sottile. Questo approccio, come tutto ciò che è vivo, è in costante trasformazione. Al momento della stesura del libro, TAI si compone di due strategie, una principale e l’altra conseguente:

  • arte esterna, incentrata sull’elaborazione delle impressioni, la versione base di TAI;
  • arte interna, focalizzata esclusivamente sul processo di raffinazione e di orientamento dell’energia; è la versione per i più esperti.

Questa suddivisione, che si ispira alle antiche arti marziali cinesi, procede in realtà da un’esigenza: consentire al praticante di beneficiare del metodo nel modo più completo e profondo possibile. Per i primi mesi consiglio di praticare l’arte esterna per poi aggiungere, dopo un buon periodo di allenamento, anche TAI interna. Nelle esercitazioni proposte trovi esempi incentrati sull’arte esterna, la versione delle Tecniche di Alchimia Interiore “per tutti”. L’arte interna è comunque illustrata, a beneficio di chi ha già sviluppato una particolare sensibilità e confidenza con le energie sottili.

L’effetto di una disciplinata applicazione di TAI, sebbene sia ancora da indagare sul lungo periodo, è decisamente interessante per il ricercatore così come per chiunque desideri lasciar andare i propri fardelli, dando finalmente via libera ai potenziali inespressi.

Un’altra caratteristica degna di nota è che la pratica di TAI permette di identificare le compensazioni che il sistema spirito-mente-corpo ha creato nel tempo e dissolverle. Ciò che spesso impedisce di applicare a livello profondo le tecniche energetiche è proprio la presenza di compensazioni, divenute inconsapevoli, le quali limitano l’accesso ai nuclei fragili dell’essere umano. Esse contribuiscono a generare quella che nell’ambito della ricerca interiore è conosciuta come falsa personalità, o maschera.

Riuscire a contattare i nuclei fragili senza scatenare una reazione automatica (spesso sperimentata come autosabotaggio) è privilegio riservato a pochi. La progressiva applicazione di TAI consente di prendere consapevolezza delle tracce energetiche incoerenti e delle diverse strategie della maschera, sciogliendo gradualmente le une e le altre. TAI è concepita come strumento attivo di alchimia in qualunque istante, luogo e condizione. Utilizzando insieme il potere dell’intenzione, il respiro consapevole e la focalizzazione sui tre centri di trasformazione dell’energia vitale (Dantian) si possono raggiungere risultati profondi e duraturi in termini di vitalità, benessere, livello di coscienza e pace interiore. Ogni difficoltà e ostacolo possono essere trasformati, grazie a TAI, in un’occasione per individuare e sciogliere i nodi, per acquisire una solida disciplina di autocoscienza, meditazione e riequilibrio.

Una mappa per comprendere l’origine dei fenomeni

Qualunque tecnica, che è comunque uno strumento, si inserisce su un impianto teorico che ne motiva il funzionamento e fornisce al praticante una mappa per comprendere l’origine dei fenomeni. TAI è frutto delle mie riflessioni sulla vita e sulla natura del cambiamento, oltre che di molti anni di esperienza con l’EFT (Emotional Freedom Techniques, ossia Tecniche di Libertà Emotiva, note anche come Tapping) e con le Tecniche Energetiche nel campo del coaching e della formazione. Per spiegare come sono arrivato a concepire Sentiero Interiore e TAI, espongo in sintesi quelli che per me sono stati punti chiave.

Migliaia di anni fa, mentre meditava nella foresta, un principe indiano si rese conto che nell’universo nulla permane ma tutto è in costante mutamento, come peraltro affermava il filosofo greco Eraclito con il suo famoso panta rei. Anche il nostro amato Sole, che consente la vita su questo Pianeta e splende sui giusti e sugli empi, un giorno lontano terminerà la sua esistenza - del resto, è risaputo che l’entropia non guarda in faccia a nessuno. Il principe Siddhartha arrivò a determinare che la causa prima della sofferenza è l’“attaccamento invischiante” agli aspetti positivi quanto a quelli negativi dell’esistenza. Rimanere attaccati a qualcosa (del passato, ma anche a uno scenario futuro o a un pensiero) dimenticandone l’aspetto impermanente impedisce di vivere nel qui-e-ora e di cogliere lezioni e opportunità che la vita fornisce nel presente. Ciò non significa evitare affetti e legami ma, al contrario, rinnovarli ogni giorno alla luce del fatto che, semplicemente, tutto scorre. L’attaccamento è inversamente proporzionale al sentimento di gratitudine che un individuo riesce a provare: più è grato per ciò che vive, meno rimane invischiato negli attaccamenti. “Esiste una sola sapienza: riconoscere l’intelligenza che governa tutte le cose attraverso tutte le cose” diceva Eraclito.

La vita è una sorta di organismo intelligente, composto dalle esistenze di tutti gli esseri con i loro pensieri, emozioni, vissuti, idee, fantasie, paure, aspettative, impressioni. Questa unica, immensa manifestazione organica è viva nel tempo e nello spazio e mi piace chiamarla “plasma spazio-temporale”, un termine che evoca una sostanza a metà tra il liquido e il solido, intelligente e che risponde alle frequenze emesse da ciascun essere. Per questo tendo in genere a cercare dentro l’origine di ciò che si manifesta fuori, sotto forma di evento. Non è facile né automatico, richiede un elevato dispendio di energia mentale (è più comodo incolpare l’esterno), ma può dare parecchie soddisfazioni oltre a metaforiche “legnate sui denti”.

Penso che guardarsi dentro sia il primo e più importante atto da compiere, senza per questo attribuirsi poteri che l’essere umano di fatto non possiede. Se è vero che ognuno di noi ha un notevole raggio di scelta e di azione per determinare il proprio destino, è acciarato che esistono forze e influenze alle quali è assai diffìcile sottrarsi e che vanno considerate come appartenenti a ordini di grandezza superiori. Una calamità naturale, una guerra, una crisi economica, poco importa se frutto del caso o, come spesso accade, pianificata a tavolino, fanno parte di quei fenomeni che si verificano indipendentemente dalla volontà del singolo. Accadono a causa di una serie di fattori tra i quali la componente volitiva dell’individuo è spesso minoritaria.

Quando ti trovi in una situazione molto più grande di te puoi certo cambiare il modo con cui la vivi e reagisci a essa, e al contempo renderti conto che le tue possibilità di risposta sono limitate e perlopiù inadeguate ad arrestare un fenomeno così vasto e complesso. Dopo aver esplorato e meditato su idee quali “tu crei la tua realtà al 100 per cento”, sono giunto alla conclusione che si tratta dell’estremo opposto del fatalismo, secondo il quale tutto è già deciso per cui è inutile fare alcunché. Mi piace molto la massima latina “in medio stai virtus”, la virtù sta nel mezzo, mi sembra efficace sia per elaborare visioni più equilibrate sia per offrire soluzioni pratiche, il che mi esorta a guardare dentro di me rispettando gli ordini di grandezza della vita. Del resto, solo gli esseri umani potevano concepire una visione totalmente antropocentrica dell’esistenza.

Sono inoltre consapevole che la vita è regolata da forze riequilibratrici, le quali tendono a riportare i vari sistemi in omeostasi. Ciò significa che nulla può rimanere fuori equilibrio molto a lungo. Qualunque sistema, dal più semplice al più complesso, viene regolato da forze che lo spingono a trovare un equilibrio, garanzia di auto-perpetuazione. Questo non vuol dire che l’equilibrio raggiunto sia ottimale o benefico per gli elementi che compongono il sistema. Talvolta per la sopravvivenza vengono sacrificate soddisfazione, realizzazione dei potenziali e, in casi estremi, l’esistenza stessa di uno o più elementi: un fenomeno osservato da generazioni di esseri umani, spesso senza essere realmente compreso.

Data di Pubblicazione: 10 maggio 2019

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