SAGGI E RACCONTI

Transevolution - Anteprima del libro di Daniel Estulin

L'era della decostruzione umana

Economia

Le delusioni che riceviamo periodicamente nel campo economico derivano dal fatto che taluni considerano l'economia come una realtà di natura unicamente monetaria. Di fatto, però, la moneta non è la chiave di volta per determinare il livello di ricchezza; anzi, le misurazioni statistiche relative alle oscillazioni dei valori monetari non hanno nulla a che vedere con una valutazione oggettiva della ricchezza. A tale proposito, va sottolineato come anche in questo campo non si possa ignorare l'impatto che lo sviluppo della mente di ciascun individuo ha sulla realtà e sulla sua interpretazione.

Il funzionamento di un sistema economico non va analizzato attraverso la valuta, i dati statistici o né qualsiasi teoria monetarista, bensì ragionando su un piano prettamente fisico, e quest'ultimo non può prescindere dai meccanismi insiti nel cervello umano, che è diverso da qualsiasi altro al mondo. Nessun animale è in grado di depositare un brevetto; solo gli uomini possono farlo. È anche proprio grazie a ciò che siamo capaci di organizzare il nostro sistema sociale, stabilendo una serie di convenzioni condivise con cui dobbiamo rapportarci come singoli individui ed esseri umani. Allo stesso modo, se adottiamo dei costumi non conformi alle regole sociali, avremo dei problemi, peraltro assolutamente prevedibili.

Caro lettore, quello che voglio che tu comprenda è che quanto stiamo osservando oggi (la distruzione totale dell'economia mondiale) non è frutto di un incidente, di qualche calcolo errato o di manovre politiche; al contrario, accade di proposito, per una volontà ben precisa. Il motivo di tutto questo va ricercato nel fatto che l'attuale imperialismo economico delle multinazionali sa benissimo che un autentico "progresso dell'umanità" comporterebbe una rapida fine per il proprio dominio.

Imperi di questo genere non potrebbero essere compatibili con un mondo in cui il progresso tecnologico e scientifico si diffondessero per veicolare dei valori positivi. Gli imperi necessitano di un pianeta abitato da genti ignoranti e mansuete come greggi di pecore. L'obiettivo primario, perciò, è quello di distruggere innanzi tutto le strutture fondamentali come gli Stati nazionali (in particolare, i Paesi politicamente indipendenti) e le loro economie; distruggere le nazioni è il prerequisito per conservare il predominio imperialista, che le multinazionali oggi detengono. Questo è il piano.

Gli imperialismi moderni non prevedono più al vertice un re o una regina seduti su un trono placcato d'oro. Sono imperi ben al di sopra delle figure dei re. Sono sistemi di controllo, controllo totale. Il dominio di cui si sta parlando viene esercitato su ogni singolo aspetto della vita da parte di un sistema monetario mondiale, guidato a sua volta da un cartello di banche internazionali.

Vedete, quindi, come la globalizzazione non sia altro che una nuova forma di impero, con finalità ben delineate: eliminare gli Stati nazionali, la libertà e i diritti dei cittadini.

So che, a questo punto, molti diranno: «Quale impero? Gli imperi hanno cessato di esistere da tanto tempo».

L'odierno imperialismo è un sistema complesso partecipato da banche centrali e di investimento, fondi speculativi, compagnie di assicurazione e sistema bancario ombra; tali attori vanno a comporre un sistema finanziario che nell'ultimo mezzo secolo è stato responsabile di un cambiamento di paradigma: dalla produzione di beni fisici e dall'economia reale si è man mano passati a privilegiare la speculazione finanziaria, l'idea della massimizzazione del profitto e il monetarismo fine a se stesso. Ecco l'impero con cui dobbiamo fare i conti oggi!

COME FUNZIONA LA MONETA

Come ho scritto in precedenza, l'economia non ha nulla a che spartire con la moneta. Quello che l'élite globalista ha plasmato è un "impero" che risponde alle sue esigenze e ai suoi diktat. In troppi continuano a credere che la moneta abbia un ruolo centrale, quando invece è uno strumento. La moneta, di per sé, non influisce sugli sviluppi di quanto si muove in giro per il mondo. Esiste una falsa credenza secondo cui la valuta esprime un valore intrinseco, quando invece ad essa non corrisponde alcuna quantità predeterminata. Il suo valore è dato soltanto dagli effetti relativi alla crescita e/o alla diminuzione del potenziale materiale connesso alla densità di popolazione della società cui è agganciata. Il peso di una valuta risiede non tanto nelle sue capacità di scambio, quanto piuttosto nella sua funzione di dinamica riassuntiva dei processi sociali sottostanti che caratterizzano una nazione.

Quale elemento è alla base dello sviluppo del nostro pianeta? La mente umana. È questo il metro di misura del genere umano. Ciò che ci differenzia dagli animali è la nostra capacità di scoprire i princìpi universali della fisica, da cui poi trarre le opportunità per avanzare e migliorare le condizioni di vita dell'umanità. La nostra mente ci permette di innovare in continuazione, e conseguentemente ci dona anche la possibilità di innalzare gli standard di vita di interi popoli. Lo sviluppo dell'umanità e quello correlato alla potenza dei singoli individui e delle nazioni dipendono dal progresso scientifico, dalle scoperte che si susseguono in tale ambito e dai progressi in campo tecnologico.

Andando a tagliare le quote di produttività, azzerando gli investimenti in infrastrutture e ostacolando le nuove invenzioni e i passi in avanti nel campo tecnologico, l'élite mira a una riduzione forzata della popolazione per un motivo ben preciso: se si mantiene la gente in una condizione di generale istupidimento e si fa in modo che non sia troppo numerosa a livello quantitativo, allora anche una ristretta minoranza potrà esercitare un dominio quasi totale.

La crisi monetaria, con cui ci troviamo oggi a dover fare i conti, riflette la follia che è stata inculcata nel corso del processo di distruzione dell'economia reale. Il vero motivo che sta dietro tale "crisi" non va quindi ricercato nella volatilità dei mercati finanziari; la radice della questione va piuttosto individuata nell'attuale fase di iperinflazione: se prendete in esame l'ammontare totale di moneta che si stima circoli in tutto il mondo e calcolate la percentuale di corrispondenza tra la valuta e l'economia reale, il risultato sarà una cifra al ribasso (praticamente pari a zero). A ben vedere, tuttavia, neanche questo è il vero problema! Lo è piuttosto la nostra produzione reale pro capite, abbinata al fatto che le risorse necessarie per sostenere la nostra produzione sono collassate.

Il futuro del genere umano è legato alla nostra economia reale e alle dinamiche dei cambiamenti materiali, che noi causiamo nel mondo che ci circonda. Lasciatemi fare un esempio in tal senso: prendete un cumulo di spazzatura con abbondante presenza di minerali ferrosi; estraeteli e lavorateli in modo da trasformarli in acciaio, che poi utilizzerete per produrre delle macchine industriali, da cui potrete ricavare ogni sorta di oggetto: automobili, treni, navicelle spaziali, persino reattori nucleari. Ecco, questo appena descritto è un processo di evoluzione oggettiva.

Si noterà come ad ogni singolo passo in un simile processo di trasformazione si registri un impatto di valore ancora più profondo per la società; in pratica, ragionando in termini puramente fisici, ogni grado di evoluzione ha una ripercussione simile a quella di una radice cubica. In parole povere, la produzione è frutto di qualcosa di più di una semplice miscela degli elementi di base che la compongono.

Vedete, nel momento in cui costruiamo un'infrastruttura, noi stiamo di fatto riorganizzando il quadro spazio-temporale dell'ambiente in cui viviamo, in modo che il nostro mondo si elevi a livelli sempre più spiccati di efficienza e bellezza. Così, se il sistema di cui siete parte integrante si spingerà sempre di più verso livelli di maggiore efficienza qualitativa (per esempio, passando da un'economia basata sul carbone a una fondata sul petrolio e successivamente sull'energia nucleare), si registrerà anche un incremento simmetrico nel potenziale produttivo del livello di lavoro umano per ciascuna fase; è esattamente così che viene a crearsi la ricchezza effettiva. Individui che producono oggetti, a loro volta utili per ulteriori ricadute sul piano economico. La moneta non è nient'altro che un mero strumento che facilita il commercio di beni tra le persone. Essa non possiede alcun potere magico, e tanto meno un valore intrinseco.

PERCHÉ L'IMPERO STA DISTRUGGENDO IL SISTEMA FINANZIARIO MONDIALE?

La Terra, una piccola palla blu con limitate risorse naturali che girovaga nello spazio, è attualmente abitata da sette miliardi di persone; un numero, va detto, stimato in costante crescita. Le scorte alimentari e le risorse idriche stanno diventando sempre più ridotte.

Per fare solo un esempio, stando a quanto riferito da uno studio del GRACE (Gravity Recovery and Climate Experiment, Esperimento per la misurazione della gravità del clima) le falde acquifere dell'India sono diminuite di circa un quinto nel corso degli ultimi due anni. Il settore agricolo in India drena circa il 90% delle risorse acquifere del Paese. Alla carenza idrica, che con il passare del tempo diventa un problema sempre più grave, l'India potrebbe aggiungere anche una drammatica scarsità di derrate alimentari per la sua popolazione e potrebbe essere presto costretta a importare più cibo dai mercati esteri.

In una situazione del genere, con una popolazione pari a 1,2 miliardi di persone, il lieve surplus di produzione alimentare che si registra attualmente nel mondo potrebbe svanire in men che non si dica e anzi creare una situazione non più sostenibile per l'intero pianeta.

L'élite globalista è ben conscia di tutto questo; David Rockefeller lo è; tutti i re e le regine del mondo pure; un aumento esponenziale della popolazione sul pianeta equivale a meno risorse naturali per tutti e a un'aumentata carenza di risorse idriche e alimentari.

Di più: i predecessori di quest'élite, gli oligarchi che si trovavano nelle posizioni di potere in Europa, lo avevano già compreso a partire dalla metà del XVIII secolo: i livelli del progresso e dello sviluppo tecnologico sono direttamente proporzionali alla crescita della popolazione. Senza un avanzamento sul piano scientifico e tecnologico, un innalzamento della quota di abitanti non può essere sostenibile, a causa delle necessità oggettive che l'aumento della popolazione comporta; per mantenere un grado di vivibilità sufficiente c'è bisogno di supporti tecnici sempre più sofisticati.

Non va inoltre sottovalutato il fatto che il progresso tecnologico aumenta l'insofferenza verso le oligarchie al potere: all'interno della cornice delle nazioni si modella lo sviluppo deH'immaginario collettivo dei popoli che le abitano, e si formeranno degli individui non più pronti a tollerare oltre ogni limite consentito delle forme di governo parassitane.

Pertanto, analizzando,! fatti dal punto di vista di un'élite oligarchica, se si vuole controllare completamente un intero pianeta occorre ridurne la popolazione a una quantità più "gestibile". Ricordate ancora una volta che sette miliardi di individui con una proiezione in crescita rappresentano un numero altissimo di bocche da sfamare. Questo è un dato che Rockefeller e soci capiscono perfettamente, anche se noi possiamo invece ignorarlo. Secondo l'élite, per mangiare è necessario che voi e io moriamo. Cosa ve ne sembra come soluzione?

SPOPOLAMENTO E "LIMITI PER LA CRESCITA"

SECONDO IL CLUB DI ROMA

La più influente organizzazione mondiale a spingere per uno schema di spopolamento, sul modello dell'economista e demografo inglese Malthus, è il Club di Roma. Tra i suoi esponenti spiccano alcune delle figure più importanti sulla scena mondiale: David Rockefeller, Mikhail Gorbaciov, i reali di Spagna, la principessa Beatrice dei Paesi Bassi, re Filippo del Belgio.

Fondato nell'aprile del 1968 da Alexander King e da Aurelio Peccei, il Club di Roma è composto in massima parte dai membri della Nobiltà Nera veneziana, discendenti delle più ricche e antiche famiglie europee che controllavano e governavano Genova e Venezia nel corso del XVII secolo.

Nel 1972 l'organizzazione ha pubblicato uno dei documenti più funesti di tutti i tempi, intitolato I limiti per la crescita.

Il rapporto in questione sosteneva che entro i quarant'anni a venire la Terra avrebbe esaurito le sue limitate risorse naturali; quindi, seguendo il filo di questa teoria, sarebbe stato necessario, affinché l'umanità potesse continuare a sopravvivere, rivedere il nostro stile di vita e, di conseguenza, anche la quantità della popolazione mondiale. Sempre secondo il Club di Roma, il genere umano per garantirsi l'esistenza deve ridurre la propria dipendenza dalla tecnologia, recedendo dalla sua pulsione verso il progresso, l'innovazione e le nuove scoperte tecnologiche e imponendo su scala mondiale un regime votato alla demolizione economica controllata.

«Da quel momento in avanti, le tesi sostenute da I limiti per la crescita sono state adottate da governi nazionali e da organismi di autorità sopranazionali in ogni angolo del pianeta, ma anche da sedicenti istituzioni educative, da programmi universitari e, ancora di più, in ogni aspetto della cultura popolare. I risultati di questo fenomeno sono stati la deindustrializzazione totale, le guerre e la volontà genocida dell'élite globalista che vediamo oggi».

L'esito finale di questo percorso conduce all'implosione dell'economia mondiale, che già possiamo osservare oggi; inoltre, anche a causa della critica alla "illimitatezza" delle risorse naturali non abbiamo più visto dei nuovi passi in avanti in campo scientifico e neppure lo sviluppo di alcuna nuova tecnologia realmente rivoluzionaria. Se si strappa il velo della confusione lessicale con cui è scritto, un qualsiasi documento del Club di Roma lascia ben poco spazio ai dubbi in merito alle vere intenzioni di questo gruppo:

«Nell'andare alla ricerca di un nuovo nemico in grado di compattarci, siamo giunti alla conclusione che questo ruolo potrebbe essere incarnato benissimo dall'inquinamento, dal pericolo del surriscaldamento globale, dalla carenza di risorse idriche e dalla carestia».

La frase finale con cui si conclude il documento è la seguente:

«Il vero nemico, in ultima analisi, è quindi il genere umano nella sua totalità».

Questo testo è estratto dal libro "Transevolution".

Data di Pubblicazione: 2 ottobre 2017

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