Storie della Buonanotte per Bambine Ribelli - Anteprima del libro di Francesca Cavallo e Elena Favilli
Grace Hopper
Informatica
C'era una volta una bambina di nome Grace, che voleva tanto capire come funzionavano le sveglie. Così iniziò a smontare tutti gli orologi che riuscì a trovare. Prima uno, poi un altro, poi un altro ancora... Quando arrivò a sette, sua madre si rese conto che non c'erano più orologi in casa e le disse di smettere!
Grace continuò ad armeggiare con qualunque cosa destasse la sua curiosità. Alla fine, diventò professoressa di matematica e fisica. Durante la Seconda guerra mondiale si arruolò in marina come suo nonno, che era un ammiraglio.
Fu assegnata a un progetto speciale. «Vieni a conoscere Mark» le dissero. Grace entrò in una stanza, ma anziché incontrare una persona, fece la conoscenza del primo computer! Si chiamava "Mark I", occupava l'intera stanza e, siccome era il primo, nessuno sapeva bene come usarlo. Così Grace cominciò a studiarlo. Lavorò molto, ma grazie ai programmi che scrisse per Mark I e per i suoi successori, le forze armate degli Stati Uniti riuscirono a decifrare i messaggi segreti del nemico durante la guerra.
Invecchiando, Grace cercò di andare in pensione più di una volta, ma fu sempre richiamata in servizio, in virtù della sua esperienza straordinaria. Alla fine, divenne un ammiraglio come suo nonno.
Per tutta la vita, Grace andò a letto presto e si svegliò alle cinque del mattino per lavorare ai suoi programmi informatici. Il suo incredibile lavoro ha dimostrato al mondo quello che i computer sono in grado di fare. Grace non smise mai di essere curiosa.
Grace O'Malley
Piratessa
C'era una volta, in un'isola verde e selvaggia, una bambina dai lunghi capelli rossi. Si chiamava Grace.
Quando il vento ululava e le onde si infrangevano con violenza sulla costa, Grace saliva in cima a una scogliera e sognava di navigare nel mare in tempesta. «Le ragazze non possono fare i marinai» le diceva il padre. «E poi, i tuoi capelli lunghi si impiglierebbero nel sartiame.»
A Grace la cosa non piacque per niente. Così si tagliò i capelli e si vestì da maschio, per dimostrare alla sua famiglia che anche lei avrebbe potuto fare la vita del marinaio.
Un giorno, finalmente, suo padre accettò di portarla con sé, a una condizione: «Se incontriamo una nave pirata, nasconditi sottocoperta» le disse. Ma quando i pirati attaccarono, Grace saltò giù dal sartiame e atterrò sulla schiena di uno dei pirati! Il suo attacco a sorpresa funzionò, e i pirati furono respinti.
Grace era un'abile marinaia, e avrebbe tanto voluto dedicarsi a qualcosa di più emozionante della pesca. Quando gli inglesi attaccarono il suo castello, piuttosto che sottomettersi al loro governo scelse lei stessa la pirateria. Fu talmente brava che ben presto possedette una flotta personale, oltre a diverse isole e castelli lungo la costa occidentale dell'lrlanda.
Quando gli inglesi catturarono i suoi figli, Grace salpò per l'Inghilterra e volle incontrare la regina Elisabetta I per cercare di salvarli. Con grande stupore di tutti, la regina e Grace diventarono amiche. Elisabetta le restituì i suoi figli e i suoi beni, e Grace la aiutò a combattere contro gli spagnoli, nemici dell'Inghilterra.
Harriet Tubman
Combattente per la libertà
Un giorno, mentre si trovava davanti alla porta di un negozio, una ragazza vide passare di corsa un uomo nero. L'uomo era inseguito da un bianco, che strillava: «Fermatelo! È il mio schiavo!».
Lei non fece nulla per fermarlo. La ragazza si chiamava Harriet, aveva dodici anni, e anche lei era una schiava. Si augurò con tutto il cuore che quell'uomo riuscisse a fuggire. Avrebbe voluto aiutarlo.
Proprio in quell'istante, l'inseguitore scagliò un pesante oggetto di metallo contro lo schiavo in fuga. Mancò il bersaglio, ma colpì la ragazza sulla testa. Harriet rimase gravemente ferita, ma i suoi folti capelli attutirono il colpo, salvandole la vita. «I miei capelli non erano mai stati pettinati» raccontava «e sembravano un grosso cesto.»
Qualche anno più tardi, i suoi proprietari la misero in vendita, così Harriet decise di scappare.
Viaggiò di notte, nascondendosi durante il giorno. Quando attraversò il confine e giunse in Pennsylvania, si rese conto che per la prima volta in vita sua era libera. «Mi guardai le mani per vedere se ero la stessa persona, ora che ero libera. C'era una tale gloria intorno a ogni cosa, mi sentivo in paradiso.»
Poi ripensò allo schiavo fuggitivo e alla sua famiglia nel Maryland, che vivevano ancora come schiavi. Capì che doveva aiutarli. Nel corso degli undici anni successivi, tornò indietro diciannove volte e salvò centinaia di persone dalla schiavitù.
Non fu mai catturata, e non perse mai nessuno lungo la strada.
Questo testo è estratto dal libro "Storie della Buonanotte per Bambine Ribelli".
Data di Pubblicazione: 2 ottobre 2017