SELF-HELP E PSICOLOGIA

Tutto Quello che Avresti Voluto Sapere sulla PNL e... Non Ti E' Mai Stato Detto - Anteprima del libro di Andrea Frausin

Tutto Quello che Avresti Voluto Sapere sulla PNL - Speciale

Che cos’è veramente la PNL?

Tutto Quello che Avresti Voluto Sapere sulla PNL e... Non Ti E' Mai Stato Detto

Che cos’è veramente la PNL?

Bob?!? Risponderebbero in molti, anche non neofiti, se fossero onesti.

Nella vita di ogni giorno a volte ci capita l’opportunità di incontrare persone particolarmente capaci di raggiungere, in specifici contesti, risultati molto sopra la media. In PNL queste persone vengono chiamate “geni” o “modelli”. Chiamarli “geni” porta a volte a cercare persone molto diverse da noi e da chi normalmente ci circonda. In realtà ognuno di noi ha la capacità di produrre risultati rilevanti in specifici contesti. C’è del genio in ognuno di noi! Quando scopriamo che c’è qualcuno che ottiene dei risultati molto superiori alla media, reagiamo a volte con ammirazione, altre con invidia.

La PNL ti aiuta a vedere questi incontri e queste persone come straordinarie opportunità per te! Avendo interiorizzato la PNL, di fronte a una persona particolarmente performante vi troverete a rispondere: «Wow!». Oppure a pensare: «Che fortuna averla incontrata!».

E sì, perché la PNL è innanzitutto un metodo di apprendimento accelerato.

Nasce con l’obiettivo di rendere esplicito e codificabile, in modo che possa essere trasferito ad altri, quello che rende così diverse le performance, in specifici contesti, di persone particolarmente efficaci in tali contesti rispetto alla media degli altri.

Specifici contesti?

Diversi decenni di sviluppo della disciplina (e la vostra capacità di osservazione e ascolto attento di ciò che vi circonda, almeno da adesso in poi) fanno capire come non esistono dei geni a 360 gradi: anche i più grandi “geni” sono tali in uno specifico contesto (qualcuno, più raro, in più di un contesto).

La PNL nasce nel contesto della terapia, prima di estendersi ad altri settori, seguendo gli interessi personali dei due fondatori.

I primi “geni” studiati erano delle persone che si distinguevano per i risultati che ottenevano nel campo terapeutico: era quello il “contesto specifico” di cui si parlava prima. Questi stessi geni, che eccellevano nell’ambito della terapia, non erano geni in tutto. Magari erano dei pessimi cantanti, o magari non eccellevano nei rapporti interpersonali al di fuori del contesto terapeutico. Questa seconda affermazione fa riflettere. Com’è possibile che persone dotate di capacità comunicative straordinarie nel contesto terapeutico, non avessero accesso alle stesse competenze in altri contesti?

E la stessa cosa vale anche per altre capacità. Il processo di generalizzazione ad altri contesti a volte si verifica, altre volte no, come se le nostre capacità non fossero disponibili. Questa è un’esperienza che ognuno di noi ha vissuto: cose che sappiamo fare molto bene non emergono in certi contesti e condizioni, facendoci sembrare dei deficienti (nel senso etimologico del termine, dal latino “mancanti di qualcosa”).

Per favorire la generalizzazione delle nostre competenze, la PNL ha sviluppato dei modelli molto efficaci di cui parleremo in seguito: anche “geni” in diversi contesti possono beneficiarne per migliorare la qualità delle loro esperienze e non soltanto i “comuni mortali”.

Per comprendere meglio la portata della PNL come metodo di apprendimento accelerato, si possono pensare davvero moltissimi esempi in cui può risultare sorprendentemente importante apprendere dalle competenze (il “saper fare”) delle altre persone.

Supponiamo che io voglia migliorare le mie abilità di comunicazione in pubblico, poiché, ad esempio, ho assunto un prestigioso incarico manageriale e il mio sviluppo professionale dipende strettamente da queste abilità (o per qualsiasi altro motivo). Ci sono ovviamente diverse scelte e possibilità per farlo. Se padroneggiassi la PNL come metodo di apprendimento accelerato, una scelta molto interessante sarebbe quella di trovare persone particolarmente capaci nella comunicazione in pubblico e... imparare direttamente da loro, dalla pura esperienza (vedremo più avanti come si sostanzia questo speciale “metodo di apprendimento accelerato” chiamato “modellamento PNL”).

Supponiamo che io voglia migliorare le mie abilità di valorizzare i “talenti” delle persone in un gruppo. Ho un progetto strategico a livello sociale nel quale è fondamentale “tirare fuori” il meglio delle competenze di un gruppo di volontari per la buona riuscita dell’iniziativa e avverto la necessità di acquisire queste abilità. Anche qui la partenza, padroneggiando il modellamento PNL, può essere quella di trovare persone particolarmente capaci nel farlo per apprendere direttamente da loro. L’alternativa all’apprendimento diretto da persone che hanno le competenze che cerchiamo di acquisire è di andare per tentativi ed errori. Anche nel caso in cui decidiate di seguire quest’altra strada la PNL vi può dare una mano. Un’altra opzione è quella di avvalervi del lavoro di codifica dell’eccellenza fatto da esperti nel modellamento PNL (il frutto del lavoro di codifica viene spesso denominato impropriamente PNL).

Ci sono molti approcci che partono dallo “studio” di persone eccellenti (o gruppi eccellenti) in specifici contesti. La PNL si distingue in modo netto dagli altri approcci per il modo diverso con il quale “studia ”le persone eccellenti. E su questo argomento noterete che quello che vi dirò (che si basa su quanto codificato solo in anni recenti da John Grinder, co-fondatore della PNL) è notevolmente diverso da quello che potete trovare nei diversi corsi e libri di PNL disponibili.

Il modellamento PNL

Il metodo di apprendimento accelerato, il vero motore che ha dato vita agli schemi codificati di PNL - descritti e utilizzati in maniera esplicita o implicita nella stragrande maggioranza dei percorsi formativi di alto livello nel mondo - prende il nome, come anticipato, di “modellamento PNL”.

Qui potrete avere soltanto un assaggio.

Per due motivi:

  1. lo spazio che abbiamo a disposizione in un testo introduttivo come questo è limitato, e dobbiamo ancora parlare di tante cose (l’argomento molto spesso non viene trattato neanche nei cosiddetti “corsi avanzati').
  2. fare esperienza del modellamento è un qualcosa che le parole, come spesso accade, non potranno mai descrivere a sufficienza (leggendo la sezione sulla gnoseologia PNL comprenderete meglio questa affermazione).

Il modellamento PNL è rimasto esperienza non codificata dai co-fondatori della PNL, fino al 2001. Solamente (e finalmente!) nel 2001, infatti, nel testo Whispering in the Wind, John GRINDER ne dà una rappresentazione esplicita.

Molti autori e trainer, anche di grande fama, hanno confuso (e purtroppo in molti casi continuano a confondere) il “modellamento PNL” con il cosiddetto “modellamento analitico”, che nulla ha a che fare con il modellamento PNL, quello che ha dato origine alla disciplina.

Un autore intelligente quale Robert DlLTS - nell introduzione all’articolo di John Grinder e Carmen Bostic St. Clair intitolato “Una distinzione proposta per la Programmazione Neuro-Linguistica” - riconosce che il suo lavoro di modellamento ricade frequentemente nella categoria del modellamento analitico e afferma che il «modellamento PNL» è la «forma unica di modellamento dalla quale sono derivate le tecniche iniziali e le distinzioni della PNL». (Trovate il testo dell articolo e dell’introduzione in Appendice, su esplicita autorizzazione degli autori).

Purtroppo ancora oggi non c’è traccia o quasi del modellamento nei percorsi di PNL, anche in quelli che sostengono di essere avanzati (definiti Master Practitioner’). Troverete invece abbondanza di modellamento analitico.

Speriamo che il presente testo contribuisca a tare chiarezza e ad avviare un gruppo di persone alla sperimentazione, alla pratica e all’utilizzo del “modellamento PNL . Questo è uno degli elementi essenziali affinché la PNL possa svilupparsi e progredire: il modellamento ha dato origine, in buona parte, ai pattern del Codice Classico e può essere il motore di nuovi sviluppi.

Cerchiamo intanto di capire perché il “modellamento PNL” può essere così importante per il lettore e come funziona (distinguendosi in misura così radicale dagli altri approcci che studiano l’eccellenza).

Il modellamento PNL rappresenta il metodo di apprendimento accelerato che vi consente di acquisire competenze implicite (saper fare) da competenze implicite (saper fare). Il passaggio avviene dall’esperienza all’esperienza, senza che venga attivata la nostra razionalità. Se io leggessi questa frase per la prima volta mi starei già facendo un sacco di domande (o avrei più di un punto interrogativo):

«Ma come?!? Dopo anni e anni che imparo le cose studiando dai libri, ascoltando lezioni teoriche, mi dite che è possibile imparare a fare in modo così diverso?»

Sì, e non solo.

Con il modellamento PNL non cogliamo solo un insieme di comportamenti di livello superficiale (frutto di un ottimo lavoro di analisi di tipo tradizionale), possiamo cogliere qualcosa di più profondo. (Troverete ulteriori spunti di approfondimento di questa affermazione nell’Appendice).

Aggiungo che, se avete spirito umanitario, il modellamento PNL consente anche di rendere disponibili delle codifìche di quello che avrete già imparato a fare, in modo che chi non può imparare - secondo questa metodologia - direttamente dal modello (genio), possa farlo attraverso gli schemi da voi codificati.

E se questi schemi codificati sono efficaci, chi li seguirà saprà fare, dopo una disciplinata pratica, quello che il vostro modello (e voi) sapete fare.

Pensate quante applicazioni possibili. Pensate ad esempio, quando scompare una persona, quale enorme patrimonio di conoscenze e competenze (in buona parte non codificato e non trasmesso ad altri) cessa di esistere con la persona stessa.

Per intuire la prima parte del processo di modellamento, rivoluzionaria rispetto ad altri approcci, pensate a un bambino di un anno e mezzo quando apprende.

Che cosa lo rende molto più efficace nell’apprendimento rispetto agli adulti?

La capacità di guardare e ascoltare e di assorbire dall’esperienza senza i filtri di una conoscenza sedimentata, che opera come un setaccio che seleziona l'esperienza con il rischio di eliminare proprio ciò che è indispensabile all’apprendimento.

Cosa succederebbe se potessimo attivare anche da adulti, “a comando”, questa abilità per osservare in azione chi sa fare bene qualcosa?

Da adulti, rispetto ai bambini, avremmo un bel vantaggio: l’intenzionalità.

Non sembra esserci un intenzionalità (almeno cosi come la intendiamo da adulti) nella selezione dei modelli da cui apprende il bambino mentre c’è intenzionalità nella selezione del modello e nella durata del modellamento da parte dell’adulto.

Chi ha un bambino piccolo, o ha l’opportunità di osservare bambini piccoli, conosce bene questo fenomeno. Immaginate di essere stati a una festa di compleanno e, prima di uscire, di trovarvi con il vostro bambino vicino a un altro mentre la madre gli sta facendo indossare le sue scarpe e lui sta strillando. È così “straordinario” vedere come quei pochi secondi siano stati così “fecondi”: la volta successiva che volete far indossare le scarpe a vostro figlio, bang, inizia a strillare (ma non l’aveva mai fatto prima!), e lo strillo e il modo di comportarsi è così simile a quel bambino della festa! L’intenzionalità dell’adulto (che è quella, in questo caso, di apprendere da persone eccellenti in specifici contesti) direziona l’attenzione per la selezione del soggetto da modellare, nel suo campo di eccellenza, e focalizza l’attenzione per catturare, direttamente dall’esperienza, quelle “differenze che fanno la differenza” tra chi eccelle e chi ha comportamenti e prestazioni nella media.

Questo testo è estratto dal libro "Tutto Quello che Avresti Voluto Sapere sulla PNL e... Non Ti E' Mai Stato Detto".

Data di Pubblicazione: 28 settembre 2017

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