SALUTE E BENESSERE

Varie Cose Assurde e Bellissime

Omeopatia Simbolica - Maurizio Forza - Speciale

Omeopatia Simbolica - Anteprima del libro di Maurizio Forza

La verità vi renderà liberi

Adesso non vi spaventate subito. Qui si parla di fisica e di energia. Per chi ha già letto qualcuno dei miei libri sarà un argomento ripetitivo e ridondante. Ma dato che le vendite non sono ancora arrivate a quel 100 milione di copie a cui puntavo, devo ipotizzare che molte persone ancora non sappiano della piramide creazionale e degli stati decrescenti di energia.

La prima dimostrazione di semplificazione delle cose complicate ha inizio.

Sia che abbiate aderito alle spiegazioni religiose della creazione del mondo o a quelle astrofisiche, si deve ipotizzare che ad un certo punto della perfezione divina o dell’equilibrio del nucleo iperdenso e ipercaldo che ha dato i natali al Big Bang, qualcosa abbia messo in moto i processi di generazione di tutto ciò che ora esiste. Si sta facendo un grande sforzo sia nella religione che nella scienza per cercare di dimostrare le proprie ragioni come fondanti le proprie idee a discapito delle altre. Ma purtroppo per loro e, fortunatamente per noi, man mano il progresso tecno-logico, o solo logico prospera, le due strade non solo si stanno riavvicinando, ma si stanno proprio sovrapponendo con una perfezione assoluta. La recente scoperta del Bosone di Higgs ha portato alla conoscenza del grande pubblico qualcosa che è stata chiamata “particella di Dio”: tale entità è quella cosa che conferisce massa all’energia, permettendo, in parole povere, a qualcosa di solamente “evanescente” come l’energia, di divenire reale. E sembrerebbe proprio essere stato l’anello mancante di congiunzione tra il divino e le cose materiali. E già, se la scienza si arrovella per comprendere come possa l’energia divenire materia, significa che sa che tutta la realtà deriva da un modo che prima non lo era. Ciò significa che ha capito che qualcosa di non toccabile è il motore di tutto ciò che invece noi tocchiamo (o come detto prima, “crediamo” di toccare). È stato dimostrato e quantificato che tutte le cose tangibili, prima non lo erano: è come se ci fosse stato fatto vedere il punto in cui il pensiero si trasforma in realtà. Il problema ora è diventato da dove, a sua volta, il bosone di Higgs acquisisce tali caratteristiche e la massa per poterlo permettere. E probabilmente si andrà avanti così a cercare chi ha creato chi, finché non si accetterà che è solo l’osservatore del campo quantico a creare qualsiasi cosa. È da 100 anni ormai che si è dimostrato come lo sperimentatore influenza l’esperimento riducendo sempre di più le possibilità del risultato finale. Cosa significa questo? Finché qualcuno se ne sta focalizzato tutta la vita a cercare una particella, riuscirà prima o poi a trovarla semplicemente perché sarà il suo intento a crearla. Provate a pensarci: fin dagli arbori della vita per come la conosciamo, è mai esistito qualcosa ritenuto fantascienza dai più, che non si è poi riuscito in qualche modo a creare? Dal fuoco alla ruota passando per le armi, i sottomarini, gli aerei, le astronavi, i computer, i microchip, la realtà virtuale, la nanotecnologia, le parti del corpo sintetiche sostitutive fino ad arrivare agli attuali super-computer quantistici a cellule batteriche: ogni volta che qualcosa, qualsiasi cosa è mai stato sognato, prima o poi ha trovato chi è riuscito a crearlo. Perché questo? Perché il pensiero crea la materia. Sempre. Attraverso anche il bosone di Higgs e chi a lui lo permette. Uno dei più grandi geni del secolo scorso, Nikla Tesla non ha mai nascosto che ogni sua invenzione derivava da sogni che faceva di notte. Inoltre affermava che tali sogni gli venivano scaricati nel cervello da esseri inter-dimensionali che si mostravano a lui, ma in effetti grossa differenza di concetto non c’è: è sempre un’immagine mentale quella che precede una qualsiasi realtà materiale. Anche oggi quando si costruisce un oggetto con le stampanti 3d, si deve prima creare un disegno, un’immagine olografica che faccia da traccia alla creazione dell’oggetto che magicamente compare davanti ai nostri occhi in modo che poi lo possiamo usare o, come piace definirlo a me, sperimentare. Già questo ci dovrebbe dare una bella rasserenata di cuore: davvero nulla è impossibile, al massimo il problema è avere abbastanza tempo per poterne vedere gli effetti che, presto o tardi, dovranno manifestarsi. Sono stati assegnati premi Nobel nel mondo della fisica per aver dimostrato tutto questo. Ed è da qui questa volta che voglio partire: vi mostro alcune equazioni che non ho nessuna intenzione di spiegare dal punto di vista matematico, ma solo concettuale, portandole fin dove ci si può spingere con la fantasia (cosa per altro che come abbiamo capito è stata l’unica cosa che ha permesso la scoperta di tali equazioni). Non scappate, davvero non saranno discorsi di fisica, ma piuttosto di meta-fisica. Sono le motivazioni dietro la necessità che una equazione possa esistere che mi interessano. Se il mondo interagisce con se stesso grazie a certe regole fisiche, è perché queste hanno potuto rendere reale un’idea così che potesse essere sperimentata in modo tangibile.

Effetti veri e propri fisici e matematici

Ecco, quello che vorrei fare è mostrare come in effetti le nostre strane teorie sulla vita meravigliosa di cui ci stiamo privando perché ritenuta impossibile, abbiano in effetti dei veri e propri presupposti fisici e matematici. Citerò solo alcuni dei mostri sacri di questa disciplina e quindi di tutto quello che oggi utilizziamo e sfruttiamo. E lo dico subito: queste sono proprio quelle interpretazioni della fisica teorica che vengono definite “da fuffari bufalari” da parte di chi “sgobba tutti i giorni sui libri veri della fisica e non ha tempo da perdere con queste cose new age”. Bene, bravi, se la pensate così chiudete il libro e regalatelo al primo che passa per strada, la correlazione quantistica che non riuscite a spiegarvi ma che non potete negare, farà sì che vi leghiate per sempre sia a quel tizio a cui lo avete dato, sia a me che comunque l’ho scritto: ormai siete infettati e vi perseguiterò nei sogni ed ogni volta che dovrete usare numeri negativi e antiparticelle per giustificare le vostre operazioni. A Cambridge si diceva la stessa cosa di Srinivasa Ramnujan, quando affermava di ricevere le formule che oggi creano i presupposti per la teoria delle stringhe, durante le preghiere, direttamente dalla dea Namagiri che lui interpellava. E noi che invece per capire il teorema di Pitagora dobbiamo starcene ore e ore sui libri lo possiamo accettare questo? No, quindi deridiamolo e mettiamolo in stress insopportabile ed estremo, obbligandolo a starsene lontano dal proprio territorio e dal proprio clan, fino a quando riuscirà comunque a risolvere in modo tradizionale le sue equazioni, dimostrando di aver ragione e quindi, a morire di recidive. L’iper-compartimentalizzazione delle specialità in ogni branca della scienza moderna ha fatto cadere il presupposto per l’evoluzione, che è la cooperazione e non la competizione: non fosse così, le nostre cellule non avrebbero mai ospitato né i ribosomi né i mitocondri che ora sono il presupposto per la nostra sopravvivenza; in ultima analisi, questi organetti sono dei batteri di chiara origine extra-cellulare (e quindi extra-terrestri per quella che potrebbe essere la comprensione della cellula stessa).

Ne abbiamo già parlato prima. È come se rendersi conto che una scoperta fatta da qualcun altro che nemmeno nega la nostra (ma ci dà solo una differente e più profonda interpretazione) minasse alla base il nostro essere delle entità senzienti e degne di valore a priori: ci identifichiamo con quello che facciamo anziché con il semplice fatto di essere stati in grado di manifestarci qui sulla Terra, in una increspatura dello spazio tempo che riusciamo a percepire come reale con una fatica sensoriale pazzesca, totalmente impegnati a cercare di vedere olografica una realtà materiale che è solo energetica. Sto peggiorando le cose in questo modo? Nessun problema: ve l’avevo già detto qualche riga fa di disfarvi del libro. Anch’io ho passato qualche anno a studiare i testi universitari di fisica teorica, giusto per capire se le cose che stavo scoprendo erano davvero fandonie oppure avevano un fondo di verità: alla fine ho compreso che in effetti erano l’UNICO fondo di verità che dava valore a tutto il resto. Vedete, chiunque si occupi in modo serio ed ortodosso di fisica vi dirà che tutte le psico-fesserie della fisica quantistica sono pronti pure ad accettarle (dato che non possono negarle) ma solo finché si considera il mondo microscopico sub-nucleare: lì effettivamente le particelle possono compiere cose strane, come smaterializzarsi, bilocarsi, essere più cose differenti, viaggiare avanti ed indietro nel tempo. E questo solo perché quelle particelle possono essere qualsiasi cosa vogliono, ma solo fino a quando qualcuno non si prende la briga di osservarle e misurarle: allora anche loro si comportano come soldatini che fanno proprio quello che ci si aspetta da loro. Ma se ci si raffronta con la realtà macroscopica allora le cose cambiano (dicono loro) … non è vero che il famoso gatto chiuso nella scatola è sia vivo che morto finché non la apriamo, non è vero che lui esiste in tutte e due le sue forme, ma è solo la nostra ignoranza o incapacità di osservare quel sistema, misurandolo, che rende incerto il risultato. Insomma, ci dicono: “Lo sappiamo anche noi che finché non usciamo dalla porta non possiamo sapere se sta piovendo o no, ma comunque il tempo starà facendo pur qualcosa là fuori?!”. Ma si dimenticano due cose: la prima è che quelle simpatiche particelle subatomiche che abbiamo osservato e che quindi hanno iniziato a comportarsi da brave scolarette smettendola di apparire e scomparire, una volta che noi abbiamo smesso di guardarle e misurarle, riprendono beatamente a fare un po’ il cacchio che gli pare, esattamente come quando la mamma ci diceva di stare bravi e appena se ne andava ci appendevamo sul lampadario urlando: “Evviva i dominatori dell’universo, che la forza sia con me”. Seconda cosa, che lo si voglia o no, quelle particelle subatomiche sono proprio le unità fondamentali che costituiscono ogni sistema macroscopico più grande di loro: ogni portaerei è fatta di atomi con quei simpatici amici elettroni che giocano a nascondino con noi e con loro stessi. Quindi, fino a quando qualcuno non ci mostra dove diamine è quella linea che divide il mondo microscopico da quello macroscopico, possiamo tranquillamente andare avanti a crogiolarci nei nostri sogni da folli amanti della vita fantastica che stiamo inseguendo, perché siamo compagni di stanza nel manicomio dove sono ricoverate anche le menti più eccelse di Harvard che, tanto quanto noi, stanno credendo alla loro logica in ogni caso indimostrabile tanto quanto la nostra. Veramente c’è in giro gente strapiena di medaglie e di premi scientifici che afferma che gli elementi essenziali con cui la realtà è composta si possono comportare come i super eroi della Marvel, ma che poi le cose più grosse fatte proprio da quegli elementi, invece, da qualche parte non possono più farlo perché sono stati pensati e misurati in qualche modo particolare e in un certo momento. E non si accorgono che dicendo così ammettono che anche le cose grosse, o macroscopiche come le chiamano loro, sono frutto dell’osservazione fatta da un’entità osservante che ripiega l’energia rendendola materia. Ma a loro non interessa. Quello che gli importa è che i numeri tornino e che noi siamo degli idioti che credono a tutto. Cosa per altro vera, dato che crediamo anche a loro che hanno creduto a qualcosa che qualcuno ha detto loro, che qualcun altro ha dimostrato perché qualcuno ancora prima ha detto che era possibile che qualcosa poteva essere in un modo che qualcun altro ipotizzava non potesse essere come un altro qualcuno invece credeva potesse essere. E magari alla fine l’equazione gli torna pure, solo che nel frattempo si sono scordati (o non hanno mai saputo) di cosa serviva al primo della lista che si era fatto la domanda.

L’accelerazione di gravità

Tutti noi oggi utilizziamo l’accelerazione di gravità, quella dei 9,8 metri al secondo quadro4, scoperta grazie a colui a cui dobbiamo i presupposti del moderno metodo scientifico, ossia Galileo Galilei. Quest’uomo, che ovviamente è stato ucciso da quelli che ai suoi tempi la pensavano come i tizi di cui parlavamo prima che vorrebbero farci fare la sua stessa fine, ha iniziato tutto partendo da una domanda molto semplice: se è vero, come si credeva, che in ultima analisi le cose dovevano tornare verso Dio e Dio era in alto da qualche parte, come mai se io le lascio cadere esse vanno in basso anziché in alto? E perché alcune cadono prima di altre? Forse Dio ne preferisce alcune ad altre? Quindi la storia di Caino e Abele era ancora valida e proprio quel Dio faceva la dieta a zona e non quella vegana dato che preferiva la carne del secondo alla verdura del primo? E in effetti una costata sembra cadere prima rispetto ad uno stesso volume di foglie di insalata. Forse Dio stava facendo la dieta chetogenica per sgonfiarsi un po’ dopo le feste di Natale, cioè del suo compleanno? Beh, in effetti dato che appena poteva trasformava l’acqua in vino mi sa che aveva il fegato un po’ da pulire e dato che non è “divinamente” elegante fare i clisteri… posso smettere? Questa è l’origine della fisica sperimentale e se ci pensate è proprio quello che sta accadendo ancora oggi negli acceleratori di particelle quando si spendono miliardi di petroldollari inesistenti, per finanziare la ricerca della modalità con cui l’energia crea la materia. Riuscite a vedere la simmetria tra queste cose?

Detto questo, da subito vi dirò che tra tutti i fisici del secolo scorso il mio preferito è Paul Adrien Mourice Dirac. Perché? Un primo aneddoto… Parlava talmente poco ed era talmente assorto nei suoi pensieri creativi che i suoi colleghi a Cambridge avevano creato un’unità di misura chiamata proprio Dirac: essa corrispondeva all’emissione di una parola ogni ora, tanto lui era schivo e in effetti poco socievole. Secondo loro probabilmente l’interazione tra le persone era limitata allo scambio verbale, cosa questa che spiegheremo e demoliremo con questo libro. Non si accorgevano che dietro i suoi silenzi si nascondevano le comunicazioni di se stesso con tutta l’umanità che, grazie a lui sarebbe diventata totalmente differente: con le sue equazioni ora ci parliamo istantaneamente a migliaia di chilometri di distanza. Quindi direi proprio che la sua non comunicatività andrebbe rivista rispetto alla loro. L’altra cosa simpatica è che se fosse stato introdotto nel moderno sistema educativo, sicuramente a quest’ora starebbe solo giocando con i soldatini o le biglie, dato che gli avrebbero fritto il cervello a colpi di psicofarmaci: era affetto da una sfumata forma di autismo denominata sindrome di Asperger, che fa mostrare queste persone come asociali e spesso anaffettive e sicuramente distaccate dalle comuni attività svolte dagli altri. Sarebbe stato segnalato come DSA, BES, ADHD, amen ma soprattutto S.O.S. ossia salvate le loro povere anime dalla nostra stupidità. Una volta ad una conferenza, stava spiegando come al solito in un modo che capiva solo lui, quando un collega si alzò chiedendo: “Scusi, non ho capito il passaggio che ha appena fatto”. Dirac si fermò, alzò lo sguardo un attimo e poi riprese da dove era arrivato. A quel punto il moderatore lo interruppe dolcemente dicendo: “Potrebbe gentilmente rispondere alla domanda del suo collega?”. Dirac rispose: “Il mio collega non ha fatto nessuna domanda, ha fatto un’affermazione dicendo di non capire il passaggio che avevo appena enunciato. Quando mi verrà rivolta una domanda, sarò felice di rispondere”. E continuò con il suo intervento come se nulla fosse successo.

Ma anche Richard Feynman non scherzava quando durante i venerdì sera in università tutti i docenti si ritrovavano a cena per discutere delle proprie scoperte e lui non c’era mai. Dove era? In laboratorio? Sui libri? A fare conti incredibili? In chiesa a ringraziare Dio per il dono della sua intelligenza? Quasi: andava a suonare i bongos nel locale di spogliarelliste di un suo amico5. Del resto si sa che il carro di buoi non tira poi così tanto... E poi dicono che gli scienziati sono tutti noiosi.

Questo testo è estratto dal libro "Omeopatia Simbolica".

Data di Pubblicazione: 3 ottobre 2017

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