SPIRITUALITÀ ED ESOTERISMO   |   Tempo di Lettura: 8 min

Ventunesimo Incontro

Incontri con Gurdjieff 1944-1946 - Anteprima del libro di Georges I. Gurdjieff

Domenica 16 gennaio 1944

[La seconda parte di un esercizio è descritta ad alcuni allievi, e alcune persone nuove sono interrogate ed esortate]

Gurdjieff: Piccolo, qual è la sua domanda?

Luc: L’esercizio che consiste nell’esigere dal corpo le sostanze necessarie per far emergere espressioni di bontà, giustizia, onestà, imparzialità e intelligenza mi ha portato a riconsiderare ognuno di questi termini, e in particolare l’onestà. Qual è la relazione dell’onestà, l’equilibrio tra quel che si prende e quel che si dà in cambio? Ero più soddisfatto quando guadagnavo meno: ora sono in imbarazzo in una situazione più facile e confortevole.

Gurdjieff: Ho già capito la sua domanda. Continui.

Luc: Ho dei dubbi sulla mia onestà, anche se do via tre quarti del mio denaro. Voglio che la mia vita sia fondata su princìpi tali che le mie fonti di reddito possano essere purificate.

Luc: Da cosa si può sentire di essere onesti?

GurdjiefF: C’è un principio, un criterio: quando ha dato la sua parola a sé stesso che farà qualcosa e poi la fa, proverà un certo senso di soddisfazione. E questo senso di soddisfazione che le dimostra di essere onesto. Capisce questa sensazione?

Luc: Sì. Ma ora nella mia vita di tutti i giorni devo usare sempre più trucchi e questo mi ripugna.

La vita esteriore

Gurdjieff: Quella è la vita esteriore. Lo fa per loro. Ho già detto che dev’essere un egoista assoluto, un buon egoista. Per il bene del futuro altruismo. Oggi non può dare molto agli altri e, se ci prova, non sarà in grado di cambiare sé stesso, rimarrà quel che è. Deve sacrificare il dare agli altri. Ma deve dare a sé stesso la sua parola che in futuro li compenserà per questo dieci volte. Così fa un compromesso. Ha due indizi, due princìpi; soddisfazione per sé stesso e la promessa di ripagare molto di più, in futuro. Esteriormente, uno recita il proprio ruolo secondo ciò che la situazione richiede, e interiormente non ci si identifica. Se lei interiormente sta lavorando, la natura la aiuterà. Per l’uomo che sta lavorando, la natura è un’assistente caritatevole, che le porta ciò di cui ha bisogno per il suo lavoro. Se per il suo lavoro le serve denaro, anche se non fa niente per riceverlo, le arriverà da tutte le parti. Altrimenti la natura la priverà di tutte le sue risorse, se ciò è necessario per il suo lavoro. [A Simone] Comprende? Per esempio, se lei avesse avuto del denaro una certa sera, sarebbe andata al bar, ma non avendone, è rimasta a casa e ha lavorato. La natura è più intelligente di lei; sa meglio di lei quali sono le condizioni migliori per il suo lavoro; e se lei lavora, la natura richiamerà spiriti coscienti che disporranno per lei le condizioni di cui ha bisogno. Per l’uomo ordinario, per l’uomo che non lavora, non c’è che il caso. All’uomo che lavora la natura dà, tramite spiriti coscienti, tutto ciò di cui ha bisogno.

Philippe: Quel che ha appena detto mi ha dato più di tutti gli esercizi. In questo momento sento dentro me cos’è lo spirito. Sento una vita in me. Ora capisco cosa devo fare. Devo rinunciare alla mia “scala”. Devo impegnarmi, dare a me stesso la mia parola per quanto riguarda le piccole cose, non quelle grandi che sono troppo lontane per me.

Gurdjieff: C’è una legge che è formulata in modo molto semplice. Un uomo deve mantenere la parola data; in tutti i casi, qualunque cosa accada. È un comando assoluto. Se ha dato la sua parola di incontrarmi, e di incontrarmi a una certa ora, anche se la tagliano a pezzi, se la uccidono, deve venire. Una piccola cosa, ma forse è collegata con molte altre che non conosce. Se non viene, potrebbe costarle un milione di franchi. Potrebbe scombinare l’appuntamento che ho dopo il suo e ciò renderebbe necessario cambiare qualcos’altro e così via, attraverso una catena di eventi che non può prevedere. Se una piccola cosa non è portata a termine, allora nessuna grande cosa lo sarà. Con le cose grandi è facile; sono lontane, e lei se ne preoccupa solo di tanto in tanto, quando le aggrada. Ma le piccole cose sono vicino a lei tutto il tempo, che lei lo voglia o no. Provi per una volta a darsi la sua parola su una piccola cosa. Non su tutto, perché una promessa data dev’essere mantenuta e lei deve sapere di essere in grado di mantenerla. Prenda una piccola cosa che può fare.

[Dopo il pranzo Monsieur Gurdjieff ha rimproverato T. per non aver svolto bene i suoi doveri, i suoi obblighi come direttore]

Gurdjieff: E una piccola cosa, ma se si capisce come bisogna dirigere i propri affari nella vita, diventa una grande cosa. Non c’è un solo aspetto, ce ne sono sette. Se lei ha sette cose da fare e ne svolge bene una, le altre sei possono anche andar bene automaticamente. Se ne trascura una, anche se per la prima volta in vita sua, il risultato è cattivo. Per esempio, se si assume l’impegno di dirigere il servizio, deve dirigere tutti i dettagli. Dimentichi tutto, anche il suo Dio, per sovraintendere a tutti i dettagli con esattezza. Se lei è direttore, non esiste altro che quello, anche se ha affari che valgono milioni. Quelli, li deve dimenticare. Faccia bene quel che deve fare. Quando i suoi affari milionari verranno fuori, svolgerà anche quelli nello stesso modo. Non veda solo un aspetto, ma sette, e tutto andrà bene. Se un solo aspetto non è buono, non è buono niente. Si abitui a far bene tutte le cose in quel momento e, in parallelo con questo, imparerà a fare bene tutto. Lei è qui. Sacrifichi tutto il resto. Tutta la sua presenza, tutto il suo pensiero, tutte le sue associazioni devono essere assorbite dalla faccenda che costituisce il suo lavoro. Se fa bene quel che ha da fare in bagno, farà bene anche quel che ha da fare in chiesa. Se non fa bene quel che ha da fare in bagno, non farà bene neanche quel che ha da fare in chiesa. Nelle cose ordinarie della vita deve adempiere a tutti i suoi obblighi, anche pensare a essi due o tre settimane prima, senza fallo. Ha il tempo. Pensi a tutto, prepari tutto. Lei sta sempre a perdere tempo. Con una tale organizzazione interiore, un uomo non andrà mai lontano.

Posso fare una domanda?

Domanda: Posso fare una domanda?

Gurdjieff: Perché fa di un elefante una mosca? Se ha una domanda, la faccia. È la mia specialità parlare, parlare, parlare. Mi aiuti a far smettere la mia macchina di parlare. Faccia la sua domanda.

[Chiede riguardo alla sua ricerca di Dio, i suoi dubbi e le sue difficoltà]

Gurdjieff: Ho già risposto a questa domanda quando qualcuno mi ha chiesto la stessa cosa. Ho detto, se lei non ha un ideale, se non crede in Dio, allora suo padre, sua madre, il suo insegnante possono servirle da ideale.

Domanda: Un ideale ce l’ho: sono sempre stato cattolico. Ma non vedo più Gesù Cristo nello stesso modo.

Gurdjieff: All’inizio il cattolicesimo era ottimo, ma ormai non più. Hanno cercato il mezzogiorno alle due del pomeriggio; hanno diluito tutto. All inizio era superiore alla religione ortodossa e a tutte le altre.

Domanda: Non riesco a ricatturare la fede della mia infanzia.

Gurdjieff: Non è necessario. Ha perso quella possibilità. Non è più un bambino, è grande ora. Dovrebbe avere logica, non cercare automaticamente. Avere un contatto diretto con Dio è impossibile. Milioni e milioni di non-entità desiderano avere relazioni con il signor Dio direttamente. Questo è impossibile. Ma può avere una relazione su questa linea. Ad esempio, quel che fa qui da quando ha preso parte ai nostri colloqui ha cambiato il suo ideale interiore? [.S'z'J Quindi forse lei ha fiducia nella persona che dirige qui? [Si] Allora questi può fungere da insegnante nel frattempo.

Domanda: Questo non mi soddisfa del tutto. Voglio qualcos’altro.

Gurdjieff: Allora faccia un programma. Lei non sa cosa vuole. Le auguro di comprendere che coloro che le sono più vicini - padre, madre, insegnante - le possono servire da ideale al posto di Dio. Si dimentichi del vero Dio. Così com’è ora lei non potrà mai avere relazioni con Dio. Quando sarà cresciuto, può darsi; ma lei al momento è una tra milioni di non-entità. Nel frattempo, prenda come ideale chiunque le sia più vicino e allora potrà pregare Dio, perché questa persona ha un ideale anch’essa, questo ideale ha a sua volta un ideale, e così via, fino a Dio. Dio è lontano, ci sono molti stadi prima di raggiungerLo, non pensi a Lui. Il suo ideale sarà il suo Dio. Più avanti potrà avere un altro ideale.

Questo testo è estratto dal libro "Incontri con Gurdjieff 1944-1946".

Data di Pubblicazione: 4 gennaio 2018

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