SAGGI E RACCONTI   |   Tempo di Lettura: 5 min

Viaggio nell'invisibile tra scienza e spiritualità

Viaggio nell'invisibile tra scienza e spiritualità - Speciale

Dalle meraviglie di Efeso al pensiero di Eraclito e Anassimandro: un percorso alle radici della scienza e della visione quantistica del mondo.

Prologo in Grecia

«Disvelo la mia oscurità e su questa roccia poso con mano ferma il Libro di bronzo eterno, scritto in solitudineWilliam Blake, The Book of Urizen, 1794

Intorno all'anno 500 prima della nascita di Cristo, se è vero quanto si tramanda, un uomo saliva i gradini del tempio di Artemide a Efeso recando seco un manoscritto per depositarlo sull'altare della dea e poi allontanarsi.

A quel tempo Efeso, città commerciale di grande importanza, era una colonia greca affacciata sul mare, a ridosso del potentissimo regno di Lidia, e il tempio di Artemide era una delle sette meraviglie del mondo.

Su tutta la regione, che oggi appartiene alla Turchia, incombeva già la minaccia dell'impero persiano. Quell'oscuro, trasandato e scorbutico figuro, che i suoi concittadini consideravano matto e stravagante, si chiamava Eraclito.

Pur essendo di famiglia aristocratica, nutriva un profondo disprezzo per la ricchezza e gli onori. Viveva appartato nei boschi o sui monti e si nutriva di piante e radici. Giunta la sua fama alla corte persiana di Dario, il re dei re lo invitò a palazzo promettendogli onori e ricchezze, ma Eraclito rifiutò.

Illusione - Fisica quantistica

Eraclito e la filosofia del cambiamento eterno

Era solito rifuggire da quel che fanno tutti coloro che vivono sulla Terra, lontani dalla verità, distratti dal lusso e da una miserabile follia. Era perfettamente consapevole di non essere di questo mondo, del quale nulla gli apparteneva e dal quale manteneva le distanze.

Consegnando la sua opera alla dea, intendeva proteggerla dalla massa degli uomini che profondamente disprezzava e quel gesto segna l'inizio del pensiero scientifico dell'umanità.

Eraclito è il filosofo del divenire, il suo panta rei è insegnato nelle scuole: tutto scorre in una tensione fra due opposti, senza mai fermarsi, senza mai ripetersi, in un eterno fluire dove non è possibile bagnarsi due volte nelle acque dello stesso fiume, essendo nel frattempo mutate e noi con loro.

Nel dualismo fra gli opposti, nella dottrina dei contrari, ci sono i fondamenti della fisica attuale. Nella sua visione unitaria del mondo c'è già il concetto di campo della meccanica quantistica.

Non ascoltate me - scrive Eraclito, rivolgendosi agli uomini -, ma il Logos che vi parla e vi dice: è saggio dire che tutto è uno. Tutto è un'unica cosa.

Illusione - Universo

Il mondo è un'illusione

Divisioni, differenze, distanze, separazioni sono soltanto illusioni. Il mondo intero è solamente illusione. Il pensiero di Eraclito sarà ripreso, duemilacinquecento anni dopo, da uno dei più intriganti fisici quantistici, David Bohm, che parlerà di un'indivisa interezza e dell'universo come un gigantesco ologramma. Ma prima di Bohm saranno altri a ispirarsi a Eraclito.

Platone, che viene un centinaio di anni dopo, metterà quel tutto nell'iperuranio, vale a dire al di sopra del cielo, in un'altra dimensione dove si trovano le idee (gli archetipi, scriverà Jung) di tutte le cose: è il senso del tutto che permea il tutto e che tutto può intuire.

Nel suo libro sulla natura Eraclito specifica che: la stessa cosa sono il vivo e il morto, il desto e il dormiente, il giovane e il vecchio: questi mutano in quelli e quelli di nuovo in questi.

Anticipando così i più recenti concetti quantistici di un tempo che non scorre, dove passato e futuro coesistono nell'eterno presente. Il tempo che non si svolge, nel quale la causa coincide con l'effetto.

Illusione - Separazione

Dall’àpeiron alla fisica quantistica: la visione di Anassimandro

Mezzo secolo prima, a pochi chilometri da Efeso, un altro fisico era stato protagonista di una clamorosa rivoluzione scientifica: Anassimandro.

Come Talete, del quale era allievo, e come anche Anassimene, Anassimandro era nato a Mileto, altra colonia ionica, crocevia di rotte nautiche e carovaniere per coloro che abitavano i mondi dei Greci, degli Ittiti, dei Mesopotamici, degli Egizi.

Una vera e propria capitale culturale e commerciale. Perché è importante Anassimandro? Che la Terra non fosse piatta ma sferica, lo sostennero in tanti dopo di lui: lo sapevano Aristotele e Platone, Pitagora l'insegnava nella sua scuola iniziatica.

Però Anassimandro fece di più e concepì la Terra in una forma quasi cilindrica e, soprattutto, la svincolò dal dover essere ancorata o sorretta da qualcosa: la sospese nel vuoto, senza nulla sopra e niente sotto. Una Terra che galleggia libera nel cielo. Un cielo che continua sotto di lei.

Ѐ difficile abbandonare quello in cui si è creduto e che ci sembra familiare, mettendo in dubbio l'immagine che abbiamo dell'universo.

Illusione - Spiritualità e scienza

Logos, unità e l'illusione della separazione

Invece Anassimandro è uno di quegli spiriti eletti in grado di veleggiare oltre, che non hanno paura dell'ignoto né del sovvertimento.

Anzi, queste figure sembrano godere del caos che innescano e il loro ghigno echeggia ancora nei secoli come la beffarda risata di Joker nel film di Christopher Nolan Il cavaliere oscuro: «Se stravolgi l'ordine prestabilito, tutto diventa improvvisamente caos. [...] E sai qual è il bello del caos? Ѐ equo».

Ma la grande trovata del genio di Mileto, la vera rivoluzione di pensiero, è l'aver intuito che tutte le cose prendono origine da un àpeiron aòriston, da un infinito indeterminato: qualcosa che non ha confini, che tutto pervade e dal quale, non essendo determinato, tutto si determina. Non ha forma. Né qualità. L'àpeiron aòriston è tutto quello che non è qualcosa.

Ma può diventare qualcosa, proprio perché non è specifico, è infinito indeterminato, non è differenziato. Non è quella cosa lì oppure quell'altra. Ѐ tutto in potenza, direbbe Aristotele.

L'infinito di Anassimandro racchiude tutte le forme non ancora espresse ed è matrice di ogni corpo sensibile, che diventa tale proprio perché si differenzia assumendo un'identità. Quindi, l'infinito indeterminato è tutto quello che non è quella cosa, quel corpo fisico. 

Data di Pubblicazione: 29 aprile 2025

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