SELF-HELP E PSICOLOGIA

Vincere il Gioco - Anteprima del libro di Allen Carr

È facile se sai come farlo

La chiave

Questo libro ti permetterà di smettere di giocare d'azzardo immediatamente, senza soffrire e per sempre, senza dover ricorrere alla forza di volontà e senza provare alcun senso di mancanza o di sacrificio.

Forse giudichi questa mia asserzione troppo bella per essere vera. Ti assicuro, invece, che è possibile attuarla e non importa chi tu sia e quale sia la tua situazione. L'unica cosa necessaria è che tu abbia una mente aperta.

Questo libro è il tuo amico, il tuo consigliere e la tua guida. Ti accompagnerà in un cammino che ti condurrà fuori dalla trappola del gioco senza imbarazzarti né giudicarti e senza importi misure drastiche. Tutto quel che ti chiedo è di avere un atteggiamento mentale aperto e di seguire alcune istruzioni; fallo e non potrai non riuscire nel tuo intento, anzi, lo troverai facile.

Magari tutto questo va contro quel che ti è stato detto sinora sul gioco ma chiediti se ha funzionato. Se così fosse non staresti leggendo questo libro.

La verità è che non è necessario che tu viva nella disperazione di questa dipendenza e non è necessario che tu soffra per liberartene e per riprendere il controllo della tua vita. Per poter essere libero devi, in primo luogo, capire la natura del problema e poi seguire un metodo valido per risolverlo.

Questo libro ti permetterà di fare entrambe le cose, consentendoti di usare un metodo comprovato per la soluzione delle dipendenze e che ha già aiutato milioni di persone nel mondo.

HAI DETTO DIPENDENZA?

Esiste un preconcetto che fa credere che la nozione di dipendenza valga solo per sostanze come nicotina, alcool, eroina, etc. ma oggi è generalmente accettato che le dipendenze possano anche essere comportamentali come, ad esempio, lo spendere o il mangiare in eccesso, e la prima dipendenza comportamentale riconosciuta è stata il gioco d'azzardo.

Se si ascolta un giocatore parlare dei suoi problemi, il linguaggio che usa è simile a quello di un tossicodipendente:

"È come una spinta, uno stimolo."

"Ti accalappia immediatamente, non puoi scappare."

"È bastata una scommessa per farmi precipitare di nuovo nel gioco."

"Sapevo di aver bisogno di aiuto ma non volevo smettere."

"Ho rubato per potermi finanziare."

"Amo il gioco d'azzardo ma detesto essere un giocatore."

"Né mia moglie né i miei figli né la mia casa sembrano altrettanto importanti della mia prossima scommessa."

Come tutte le dipendenze da sostanze - tabacco, alcool, altre droghe - il problema del gioco è una condizione creata dall'uomo.

Inizia circoscritto, su piccola scala, all'apparenza sotto controllo, ma presto cresce oltre misura fino ad impossessarsi di te e della tua vita. Ti trovi a fare scommesse ogni volta sempre più alte e, man mano che le perdite aumentano, l'unica via d'uscita che vedi è quella di aumentare le giocate. Anche l'occasionale vincita di rilievo sfama solo la tua dipendenza poiché finisce, inevitabilmente, nelle casse degli allibratori, del casinò o degli altri giocatori. Stai scivolando sempre più nella trappola e non intravedi il modo di uscirne.

Il non riuscire a smettere nonostante si sappia che ci sta danneggiando è un chiaro segno di dipendenza.

Come accade per tutte le dipendenze, ciò che ci tiene prigionieri è l'illusione che tali comportamenti abbiano un ritorno positivo. I fumatori s'illudono che la sigaretta li aiuti a rilassarsi mentre, in realtà, avviene l'esatto opposto poiché tutto quel che il fumo fa è alleviare - solo temporaneamente e solo parzialmente - il disagio causato dall'astinenza da nicotina, sensazione che chi non fuma non conosce.

Appena la quantità di nicotina nel corpo inizia a diminuire, i fumatori provano un senso di tensione, di ansia e, poiché credono che l'unica cosa che li farà star meglio sia fumare, cercano un'altra sigaretta. In realtà, tutto quel che accade è che la sigaretta rimette in circolo altra nicotina, alleviando solo in parte e solo per poco la sensazione di disagio provocata dall'astinenza e facendo quindi in modo che, quando la quantità di nicotina diminuirà nuovamente, il fumatore torni a sentirsi teso e desideroso di fumare. Tutto questo è sconosciuto ai non fumatori. Quindi

I fumatori fumano per cercare di sentirsi come non fumatori

Lo stesso tipo di frainteso accade per il gioco. L'illusione nasce dalla convinzione che giocare, offrendo un senso di eccitazione e di benessere, ci faccia sentir bene. In realtà, tutto ciò che fa - dopo averci impoverito - è cercare di riportare il nostro livello di felicità e benessere il più vicino possibile alla normalità. Nei prossimi capitoli spiegherò ampiamente cosa significhi e come avvenga tutto questo.

In poche parole, la ragione per cui il gioco viene considerato uno stimolo è perché i giocatori, nell'atto di scommettere, alleviano i loro sintomi d'astinenza e, per un attimo, tornano a sentirsi come i non giocatori si sentono sempre. Inoltre, mentre viene giocata la mano, mentre la ruota della roulette gira, mentre vengono estratti i numeri del lotto o della lotteria, mentre i cavalli corrono ovvero mentre il gioco ha luogo, la mente si desensibilizza alla disperazione che esso causa e si prova la sensazione di libertà e sicurezza che prova sempre chi non ne è schiavo. Per un momento smettiamo di sentirci come chi ha perso - come perdenti - e iniziamo a sentirci veri contendenti, potenziali vincitori. Per qualche minuto viviamo come sospesi in un "momento di possibilità" non ostacolato dalle conseguenze della dipendenza. In poche parole, per un breve momento ci si sente come un non-giocatore.

Quella spinta illusoria, però, scompare in fretta e tu torni a sentirti disperato e in colpa perché stai ancora peggio di prima, ma poiché consideri il gioco come una attività che allevia la depressione, continui. È un circolo vizioso e più a lungo rimani nell'illusione che ne otterrai qualche vantaggio, più sprofonderai nel baratro e più ti dispererai.

Come accade per tutte le dipendenze, la situazione non migliora ma peggiora sempre più e, molto probabilmente, finirai con il diventare, nel campo del gioco, l'equivalente del fumatore accanito: scommettendo continuamente, giorno dopo giorno, incapace di arrestarti. Non è stato forse questo, o la paura di questo, che ti ha fatto acquistare il libro? Non c'è bisogno che sia io a dirti che è il gioco che ti controlla, l'hai accettato nel momento in cui hai deciso di fare qualcosa a riguardo.

Non sono i soldi

Questo libro ti aiuterà a far svanire l'illusione cheti imprigiona e ti aiuterà a comprendere che il gioco d'azzardo non allevia la tua disperazione ma ne è la causa.

La maggior parte degli adulti ha giocato almeno una volta. Secondo un sondaggio Britannico del 2010, tre quarti della popolazione adulta gioca regolarmente. Anche se la legge applica al gioco restrizioni come quelle per il fumo e l'alcool, i suoi pericoli non sono altrettanto evidenziati, anzi, spesso viene descritto come un divertimento, che, con un rischio minimo, dà la possibilità di una vincita che può cambiare la vita. Che male c'è in questo?

Il punto è che non ci sarebbe alcun male se si fosse in controllo della situazione: scommetteremmo solo quel che potremmo perdere, solo quando vorremmo, e potremmo smettere a nostro piacimento. Ma non è così, vero?

Che si vinca o no, la spinta a continuare cresce. Quando perdiamo ci sentiamo mossi dal desiderio di recuperare le perdite; quando vinciamo facciamo svanire le nostre vincite con altre scommesse.

Non sono i soldi che ci spingono a continuare a giocare ma la convinzione che ci offra un piacere o un sostegno: è così per tutte le dipendenze. I giocatori parlano di "una spinta" - l'eccitazione di scommettere tutto su un tiro di dadi; in realtà, più giochiamo e meno controllo abbiamo.

Il tuo leggere il libro lo testimonia. Magari hai cercato di smettere in passato e ti sei accorto di non riuscirci. Indipendentemente dai tuoi sforzi hai sentito che ti mancava la forza di volontà. Ora giochi anche se una parte di te non vorrebbe farlo e non riesci a smettere. In realtà, come spiegherò dopo, TU NON SEI INERME NÈ PRIVO DI VOLONTÀ.

Se hai fallito in precedenza è solo perché ti sei avvalso di metodi sbagliati.

È tempo di parlarci

Il gioco, una volta divenuto un problema, è una condizione devastante. Oltre a causare continui disagi finanziari può portare a sindromi ansiose, ad altre dipendenze, alla rottura di rapporti e, nei casi più tragici, al suicidio. È una condizione che dovrebbe essere al centro di continue campagne di prevenzione per la salute in prima serata ed invece, nella stessa fascia oraria, veniamo incoraggiati a giocare ed il problema del gioco viene spazzato sotto il tappeto. Persino i moderni governi occidentali, apparentemente progressisti, si adoperano per incoraggiare il gioco su scala epidemica. Non c'è niente di meglio di una dipendenza tassabile per fare entrare continuamente danaro nelle casse dello stato senza paura che la fonte si prosciughi.

Siete mai stati ad una festa dove qualcuno ha avuto un brutto incidente? Un secondo prima tutti si stanno divertendo, un secondo dopo tutti sono spaventati e scioccati. Rovina la festa. Il problema del gioco d'azzardo è come un brutto incidente ma sembra che le persone che avrebbero il potere di aiutare non vogliano prestare alcuna attenzione. Nonostante siano numerosissimi gli individui che sviluppano questa dipendenza, miliardi di sterline, euro, dollari, yen vengono incassati dall'industria del gioco (con prelievi di tasse da parte di governi riconoscenti) e nessuno vuole sparigliare le carte.

Questo è il motivo per cui la società preferisce l'immagine del gioco offerta da James Bond in "Casino Royale" piuttosto che quella del perdente devastato dai sensi di colpa, che spera che quella grossa vincita arrivi prima che la famiglia scopra la sua catastrofica situazione.

Molti sono i luoghi comuni legati al gioco:

È un problema solo per i non abbienti.

Il gioco non causa solo problemi finanziari ma porta anche alla rottura di rapporti, alla depressione, alla perdita di lavoro, al crimine e al suicidio. La percentuale di giocatori aumenta con l'aumento della ricchezza e milioni di persone benestanti, preda di questa dipendenza, finiscono coi perdere tutto. L'ex calciatore intemazionale Paul Merson, quando gli chiesi se fosse invidioso delle retribuzioni milionarie dei giocatori di oggi e se gli sarebbe rimasto ancora qualcosa della sua fortuna se il suo ingaggio all'epoca fosse stato equivalente a quelli moderni, rispose: "Ai miei tempi ero comunque ben pagato - certo non come i calciatori di oggi - che comunque non invidio. Non avrebbe fatto la benché minima differenza se avessi guadagnato, come loro, centinaia di migliaia di euro alla settimana perché avrei comunque finito per darli tutti all'allibratore.".

Il gioco è un problema se si gioca tutti i giorni.

La frequenza varia da giocatore a giocatore. Qualunque gioco crei un problema diventa un problema di gioco.

I ludopatici sono spinti dal bisogno

In realtà è un problema che può toccare chiunque e in qualunque classe sociale. Chi soffre di ludopatia tende ad incolpare le circostanze esistenziali o altre persone per giustificare il proprio comportamento.

Il gioco, quando diviene un problema, non sarebbe poi così drammatico se riguardasse la semplice perdita di danaro. Il vero dramma è come ci fa sentire una volta presa coscienza di essere in trappola. Ci sentiamo come Dr. Jekyll e Mr. Hyde: una parte di noi sa che sta danneggiando noi e i nostri cari e, allo stesso tempo, l'altra ci spinge a continuare, nella convinzione che ci offrirà la soluzione dei nostri problemi.

È una storia classica quella della persona che, vittima del gioco e avendo raggiunto il fondo, decide di puntare tutto quel che gli rimane su un'ultima scommessa; potrebbe essere quella che lo libererà da tutti i suoi debiti rimettendolo in piedi, pronto a continuare la sua nuova vita libero dai tormenti sofferti quando giocava.

Vi sono, però, due difficoltà:

  • Le probabilità di vincere sono di gran lunga inferiori a quelle di perdere.
  • Se vincesse considererebbe il gioco come il suo salvatore e precipiterebbe nuovamente nella trappola.

Eppure sono proprio queste illusioni che ci fanno persistere, nonostante ci si senta impotenti, inermi e stupidi. Il perpetuo ciclo di speranza e disperazione ci lascia insoddisfatti, vuoti e con la sensazione di essere degli incapaci. Più a lungo fallisce il nostro tentativo di ottenere soddisfazione dal gioco, più saremo tentati di provare di nuovo, nonostante, in fondo, si sappia che è inutile. Siamo sempre più preoccupati e riusciamo sempre meno a goderci le semplici gioie della vita.

Vergognandoci della nostra totale mancanza di controllo cerchiamo di nasconderla ai nostri amici e ai nostri cari, ragion per cui mentiamo loro e li inganniamo sentendoci tesi, stressati ed in colpa.

Tenere per te il tuo problema genere un peso che rende più complesso usicre dalla trappola

Questo libro allevierà il tuo fardello. Ti farà capire che non sei solo e che la tua condizione nulla ha a che fare con il tuo carattere e la tua personalità - a prescindere da quale sia la tua estrazione sociale o la tua attuale posizione - e ti aiuterà a liberarti dai terribili effetti della ludopatia: la continua mancanza di autostima, la segretezza e la disonestà, la rabbia, lo stare sulle difensive, la depressione e la disperazione.

Aspettando il miracolo

"Nonostante sapessi di aver bisogno di aiuto, non volevo smettere." Quando dipendi dal gioco soffri a causa di un continuo tiro alla fune. Sai che qualcosa ti sta causando dolore e disperazione e che minaccia di distruggere la tua vita, eppure ti senti costretto a continuare.

Più sei disperato più persisti nel tuo comportamento. Sai che l'unica cosa ragionevole sarebbe smettere, eppure hai la sensazione che, se lo facessi, sarebbe peggio perché sei ancora convinto che la tua dipendenza ti dia un qualche piacere e sostegno.

Tendi a non dire ad altri quel che ti sta accadendo. Prima o poi, però, i soldi finiscono e sei costretto a farti prestare danaro, magari da un amico o da un famigliare. Speri che siano discreti e non te ne chiedano il motivo. Se dovessero farlo non gli dirai certo la verità. Ti inventerai una storia, e quando ti chiederanno di restituire i soldi ti metterai sulle difensive e assumerai un atteggiamento evasivo.

Così facendo perdi la stima delle persone, che smettono di crederti. La posta ora non è solo il danaro bensì gli amici, il lavoro, la vita.

Non sto cercando di spaventarti o di dipingerti uno scenario da melodramma parlandoti in questo modo del gioco e delle sue conseguenze con la speranza che, ammonendoti, tu cambi vita. C'è una buona probabilità che tu sappia già buona parte di quel che ti ho detto ed è il motivo per cui hai questo libro in mano. Ma, grazie alla catena che il gioco mette a tutti i suoi schiavi, ti sei, sinora, sentito impotente.

Il dramma è tale che alcuni arrivano persino a togliersi la vita. Inoltre, la depressione nella quale si finisce può condurre ad altre dipendenze come quella da tabacco, da alcool e da altre sostanze che, a loro volta, hanno un impatto negativo sulla salute e abbreviano l'esistenza.

Il rendersi conto che non siamo noi a gestire il gioco bensì ne siamo gestiti può portare, in breve tempo, all'angoscia. Spesso, nel tentativo di proteggere i nostri cari dalla tragedia che stiamo vivendo e cercando di mantenerli sereni, vestirli, sfamarli senza che si accorgano che non possiamo più permettercelo, corriamo il rischio di perderli definitivamente. Piuttosto che affrontare la realtà, alcune persone preferiscono uccidersi, talmente profonda è la disperazione e vasto l'errore di valutazione a cui si arriva.

La maggior parte, però, non giunge a tanto; passa la vita sopportando, giorno dopo giorno, l'infelicità e sentendosi impotente, aspettando il momento in cui, per miracolo, arriverà la libertà.

Non hai bisogno di miracoli

Tutto quel che devi fare è capire, innanzitutto, che il gioco non ti offre alcun piacere vero né un sostegno e poi seguire un metodo verificato che ti aiuti. Questo libro ti permetterà sia di superare la tua disperazione sia di prendere decisioni valide non solo per l'argomento che stiamo trattando ma anche per tutta la tua vita. Ti darà, inoltre, la possibilità di liberarti dalla costante angoscia di essere scoperto.

Non hai alcun motivo di sentirti infelice. Lo scopo principale è riuscire a salvarti dalla sofferenza causata dalla dipendenza e farti ritrovare la felicità ovvero vivere libero dalla paura e dal panico. In poche parole: vivere felice lontano dal gioco.

Questo testo è estratto dal libro "Vincere il Gioco".

Data di Pubblicazione: 3 ottobre 2017

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