Ritrovare se stessi con la pratica del Mantra e dello Yoga come stile di vita e i suoi insegnamenti, leggendo l'anteprima del libro di Thea Crudi.
Lo yoga come stile di vita
Per comprendere al meglio i Mantra e la spiritualità legata a questi suoni sacri e agli effetti che hanno sull'essere umano, dobbiamo partire da molto lontano.
La parola sanscrita Yoga significa “unione armonica di spirito, mente e corpo” e le sue origini risalgono a molte migliaia di anni fa.
Quando Krsna (si legge “Krishna”) era personalmente presente sul pianeta Terra, lo Yoga era già una pratica spirituale conosciuta.
Nella Bhagavad-Gita, uno dei testi spirituali più importanti dell'Antica India, che narra di fatti accaduti secondo la tradizione più di 5000 anni fa (e secondo alcuni studiosi, inseriti nella grande opera del Mahabharata tra il III e I secolo a.C.), lettura tra l’altro preferita nei secoli a venire da filosofi come Schopenhauer e da grandi personalità del Novecento come Gandhi, Krsna lo consiglia al suo amico e devoto Arjuna, dicendogli: "Sii uno Yogi".
Migliaia di anni fa, quindi, era già risaputo che lo Yoga fosse una scienza spirituale creata dai Maestri per modellare, elevare, trasformare e sacralizzare la vita.
Cos'è lo yoga?
Questi antichi insegnamenti sono fondamentali per permetterci di riprendere consapevolezza della nostra vera identità, ovvero renderci conto che siamo tutti Spiriti Eterni, e che la nostra vita non ha mai avuto inizio e non avrà mai fine.
Se qualcuno mi chiedesse di esprimere in una sola breve frase che cosa sia il vero Yoga classico, direi che è uno stile di vita completo.
Chi lo pratica impara a pensare, sentire, volere, comunicare, mangiare e agire in accordo alla filosofia eterna della vita chiamata in sanscrito Santana Dharma, che letteralmente significa “l’ordine eterno”.
Lo Yoga abbraccia arte, terapia e scienza. Anticamente non c'era separazione fra questi tre aspetti; ma negli ultimi secoli una parte della cultura umana ha incentrato la conoscenza sempre di più sul corpo. Facendo in questo modo, ha perso il contatto con la visione olistica, spirito-mente-corpo della vita che è alla base dello Yoga.
Patanjali, "Il Migliore dei Saggi"
I rsi (si pronuncia: “rishi”) sono molto importanti nella tradizione yogica perché hanno ascoltato e conservato la conoscenza spirituale nel corso dei secoli. Il termine rsi deriva dalla radice sanscrita drs (drish, “vedere”), perciò una sua traduzione potrebbe essere: “colui che vede e che fa vedere”. Migliaia di anni fa avevano già compreso le realtà sottili dell’essere umano e dell’universo.
Patanjali era uno di loro. È stato lui a donare al mondo una visione chiara sulla natura della mente e sul suo funzionamento, su che cosa è lo Yoga, su come praticare uno stile di vita consapevole e spirituale per fondersi con l’Infinito, per realizzare in pieno il proprio Potenziale Umano.
Della sua vita si conosce pochissimo, anche se ci sono tante storie e aneddoti tramandati nei secoli.
Patanjali è l’autore di un testo sacro che risale a circa 2000 anni fa e che viene considerato fondamentale per comprendere lo Yoga. Nel corso dei secoli, molti ricercatori spirituali, sia in Oriente sia in Occidente, lo hanno studiato, tradotto e commentato. Questa opera si chiama Yoga Sutra.
Oltre agli Yoga Sutra, anche i commenti su altre due opere fondamentali sono attribuiti a un autore di nome Patanjali.
Due opere fondamentali
Uno di questi è il Mahabhasya, risalente al Il secolo a.C. circa, che è un commento a un autorevole testo di grammatica sanscrita scritto dal grammatico indiano Panini.
Stranamente, il nome “Patanjali” appare in un lungo elenco di libri e trattati spirituali su argomenti che includono medicina, musica e alchimia. Tra i testi che qualcuno chiamato Patanjali potrebbe aver scritto ci sono Patanjalah o Patanjalatantra, Yoga Ratnakara, Yogaratnasamuccaya, Padàrtha vijnana e Carakavartikka, risalenti a un periodo compreso tra l'VIII e il X secolo.
Mentre gli studiosi moderni generalmente credono che questa linea temporale renda impossibile che sia stato lo stesso Patanjali a compilare tutte queste opere, ci sono altri che sostengono una visione più tradizionale, secondo cui un singolo Patafijali è effettivamente l’autore di almeno tre testi: Yoga Sutra, Mahabhasya e Patanjalatantra.
Ciò sarebbe possibile, secondo questa teoria, perché Patanjali è considerato da molti all’interno della tradizione dello Yoga una figura divina.
Come scritto da David Gordon White nel suo libro "The Yoga Sutra of Patanjali: A Biography", "Patanjali è elencato come il nome di uno dei 26 mitici serpenti divini in un certo numero di Puràna".
I principali Puràna (18 in numero e chiamati Mahapurana) sono antichi testi sacri che si dice siano stati composti dal saggio Veda Vyasa.
Il Visnudharmottara-purana, un supplemento al Visnu Puràna, afferma che "l’immagine dell’insegnamento dello Yoga di Patanjali dovrebbe avere la forma di Ananta".
Ananta
Ananta è descritto nell’antica filosofia indiana come il divino Signore dei Serpenti, che sostiene l'universo sin dalla notte dei tempi e continuerà ad esistere anche dopo che questo universo si sarà esaurito.
Come puoi vedere, il Visnudharmottara-purana, che risale al VI secolo, stabilisce una connessione tra il Patanjali che spiega lo Yoga, e il Patanjali Ananta, collegato con la figura divina a forma di serpente Ananta: se ne parla come se fossero la stessa cosa.
Prendendo atto di ciò, il re Bhoja della dinastia Paramara — un grande mecenate delle arti, della letteratura e della scienza che è vissuto nell’XI secolo — scrisse nel suo commento al Patanjalayogasastra chiamato Bhojavritti o Rajamartandavritti:
"Mi inchino a mani giunte a Patafijali, il migliore dei saggi
che ha rimosso le impurità della mente attraverso lo Yoga
le impurità della parola attraverso la grammatica
e le impurità del corpo attraverso la medicina.
A colui la cui parte superiore del corpo ha una forma umana,
che regge una conchiglia e una ruota,
che è bianco e ha mille teste,
a quel Patanjali, offro i miei omaggi".
Data di Pubblicazione: 15 novembre 2023