SPIRITUALITÀ ED ESOTERISMO   |   Tempo di Lettura: 8 min

L'ancestrale sapere magico degli Antichi Egizi

Magia e Rituali dell'Antico Egitto - Camille Suldrun - Speciale

Dischiudi le porte della tua anima alla magia dell'Antico Egitto e apriti ai suoi leggendari misteri, leggendo l'anteprima del nuovo libro di Camille Suldrun.

L'ancestrale sapere magico degli Antichi Egizi

Questo libro è un invito a un viaggio, un viaggio immobile tinto di magia e di sacro, in una terra sognata da così tanto tempo che gli dèi, grandi amanti dell'eternità, vi presero dimora. Questi esseri divini così numerosi e vicini agli uomini vollero soggiornare tra di loro e guidarli, scandendo le vite umane con riti e cerimonie, dall'alba al tramonto e dalla nascita alla morte.

Nel corso dei secoli gli egizi dedicarono molta attenzione ed energie alla preparazione del loro viaggio finale: dovevano mostrare agli dèi un cuore puro e leggero prima che questi aprissero le porte dell'eternità. Tale desiderio di vita eterna, questa lotta contro il nulla e l'oblio non è stata vana; attraverso l'immenso edificio spirituale e artistico che l'Egitto ci ha lasciato in eredità, ritroviamo la memoria e la parola di un intero popolo che ha vinto l’oblio e ha attraversato i millenni.

L’ermetismo dei geroglifici ha fissato questa parola sublime nella pietra e nei manoscritti, gettando su di essa un'aura di mistero che ha nutrito per secoli i sogni delle genti e la loro ricerca occulta, facendo dell'Egitto la culla della magia e dell’esoterismo.

Sappiamo oggi, grazie all’egittologia, che l'esistenza di questo popolo era immersa nella magia, e che nella loro società sacerdoti e maghi aprivano le porte al mondo occulto e dialogavano con il divino.

I rituali e le cerimonie necessarie per generare queste energie magiche non erano privilegio dei maghi con poteri sulla natura, ma derivavano dalle iniziazioni ai segreti dei miti e dei rituali sacri che avvenivano all’interno dei templi e delle Case della vita.

La tradizione originale insegnata in questi templi non è più un'eco lontana — la parola dei sacerdoti si è estinta — ma una parte dell'eredità sacra è ancora a portata di mano. Questo testo mira a far rivivere lo spirito di tale tradizione e ad aprire una via nel mondo moderno a questa antica spiritualità attraverso un'iniziazione a nostra misura. Desideriamo dunque invitarvi a scoprire prospettive e pratiche originali, nonché ad aiutarvi a ritrovare verità semplici e naturali, derivanti da questa antica saggezza.

 

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Esoterismo e Magia: Il sapere occulto degli Egizi

La Magia nell'Antico Egitto

Il nostro mondo, così dominato da una scienza egemonica, ha rimosso divinità e credenze e ridotto la magia al rango di una pratica oscura. Guidati dalla logica e dalla ragione, gli uomini hanno perso le chiavi, forgiate dalla spiritualità e dall’esoterismo, che un tempo davano loro il potere di aprire le porte della conoscenza e di intervenire sulle forze naturali dell'Universo.

Agli occhi della storia umana, la rappresentazione razionale dell'Universo è solo un episodio recente; per molti millenni le genti hanno osservato la vita solo attraverso il prisma della religione e della magia.

Nell’Antico Egitto le pratiche magiche e i rituali religiosi erano talmente collegati che i sacerdoti furono per lungo tempo gli unici custodi di una magia destinata esclusivamente a proteggere il faraone e la terra degli egizi dai loro nemici. La Valle del Nilo, terra ricca e opulenta, era ambita da molti popoli, come i Nubiani provenienti da sud e gli Ittiti provenienti da est.

Queste incessanti minacce portarono gli egizi a costruire difese e ad accrescere gli eserciti, ma anche a usare il potere della magia per proteggersi. I sommi sacerdoti, iniziati nelle Case della vita alla magia bianca e a quella nera, partecipavano alle guerre con incantesimi e sortilegi.

Queste cerimonie occulte erano parte integrante dell’arsenale difensivo ufficialmente in uso; durante tali rituali venivano incisi incantesimi su ceramiche che, una volta rotte, erano sepolte nei cimiteri abbandonati, insieme a statuette di argilla o cera rappresentanti i nemici legati e sottomessi.

 

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Durante gli incantesimi, i nomi dei regni ostili venivano incisi su di esse, quindi venivano decapitate, calpestate, rotte o bruciate in determinati momenti del giorno e della notte e in particolari date di calendario, poiché magia e astrologia erano strettamente collegate.

I maghi-sacerdoti avevano anche altre armi dissuasive contro i loro avversari, in particolare avori magici, coltelli e bastoni adornati con creature benefiche o malvagie che venivano usati mentre leggevano i geroglifici sacri che componevano i testi magici.

Tra gli strumenti del mago c'erano anche le bacchette magiche, ricavate da zanne di ippopotamo in riferimento a Ta-Urt, la dea protettrice del parto. La magia era la chiave di volta della religione egizia: rituali profilattici quotidiani furono costantemente eseguiti nei templi di tutto il paese per preservare l'armonia divina, Maat.

Ogni giorno all’alba, in tutto il regno, i sacerdoti salivano sui tetti dei templi e distruggevano le immagini del serpente Apophis, il nemico del dio del sole. La ripetizione regolare di questo tipo di rituale aveva lo scopo di proteggere e mantenere in vita l’Egitto, giorno dopo giorno.

Queste cerimonie religiose e magiche richiedevano uno stato di assoluta purezza fisica e spirituale. I sacerdoti-maghi, con i corpi totalmente depilati, rasati e coperti di lino bianco, non potevano officiare senza essersi immersi in acqua pura e aver meditato e pregato a lungo.

Nella mente degli egizi, le aspirazioni di felicità materiale e le speranze spirituali erano strettamente collegate; il cielo e la terra si intrecciavano continuamente. La vita, anche nelle sue sfaccettature più ordinarie, era irrigata da una energia spirituale chiamata Heka, comunemente tradotta come “magia”.

La magia era ritenuta un dono degli dèi, intesa ad aiutare gli umani ad affrontare i capricci della vita e a cambiare il loro destino. Heka è vecchia quanto il cosmo, è la scintilla all’origine della creazione, è il frutto del dio-astro solare, che prodiga senza limite la magia della sua luce, fonte di tutta la vita.

Nel corso del tempo, desiderose di sfruttare anche il potere di Heka, le genti egizie se ne impossessarono, rendendo la magia un'arma per controllare il loro destino nel mondo materiale come in quello spirituale, sviluppando rituali e incantesimi destinati a garantire felicità, salute e successo, in guerra come in amore.

 

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Da un certo momento in poi, Heka fu praticata nell’interesse di un intero popolo e liberata dalla segretezza di palazzi e templi, arrivando a proteggere anche i villaggi più modesti, dove maghi e stregoni curavano le malattie attraverso rituali terapeutici, abili miscele di preghiere, incantesimi e rimedi naturali.

Per riuscirci, si appellavano agli dèi, essendo ciascuna parte del corpo fisico associata a una divinità. Anche le pietre preziose venivano usate per curare il dolore fisico; ad esempio per curare un dolore ai reni bastava apporre una gemma magica rossa, di colore simile a tale organo, e invocare le forze occulte.

Avevano inoltre a loro disposizione una ricca ed elaborata farmacopea, a volte classica (miele, argilla, piante officinali...), ma anche tra le più strane (muco di manzo, cerume di mulo, artigli di falco, sangue di gladiatore...). Questi maghi terapeuti curavano anche dal veleno di serpenti, scorpioni e ragni, e sapevano ridare la speranza scongiurando la sfortuna e assistendo uomini e donne nelle questioni amorose.

Gli incantesimi d’amore erano ovviamente molto popolari, ma non avevano niente a che fare con le pozioni d'amore apparse molto dopo. Lo scopo di questi rituali non era di far sì che un uomo o una donna si sentisse attratto da chi li desiderava, ma di costringerli all’innamoramento; quindi erano molto più vicini all’incantesimo che all’ammaliamento.

Per questo, gli stregoni usavano statuette di argilla in cui inserivano aghi di rame mentre recitavano le formule magiche. Una volta completato il rituale, il mago gettava la statuetta in un cimitero e metteva il testo nella bocca di un morto.

Che fosse l’alta magia dei templi e dei sacerdoti o la magia ordinaria del popolo, le pratiche che l’accompagnavano avevano sempre tre elementi: il rituale, l'incantesimo e il talismano. Il rituale è ciò che si fa, l’incantesimo è ciò che si dice e il talismano è il supporto materiale, lo strumento magico.

Questi tre pilastri del pensiero magico, associati all’universo occulto egizio, sono l'essenza stessa della magia praticata nel mondo occidentale da oltre duemila anni e che ancora affascina molte persone alla ricerca di pratiche esoteriche.

 

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Data di Pubblicazione: 16 febbraio 2022

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