Che cos'è la Meditazione Trascendentale? Scopri come Federico Traversa ha conosciuto questa pratica spirituale, leggendo l'anteprima del suo nuovo libro.

La via spirituale della Meditazione Trascendentale

Da don Gallo a don Lynch

Dopo la morte di don Andrea Gallo mi trovai spiazzato.

Come scrittore avevo scelto da anni di immergermi solo in quelle storie capaci di rivelarsi utili per l'accrescimento culturale e spirituale delle persone. Più punti di vista conosci, maggiore sarà la facilità con cui potrai immedesimarti in quelli degli altri.

Il mondo non ha più bisogno di eroi o esempi. Ha bisogno di testimoni autentici.

Dando forma scritta alle parole di Andrea ero riuscito a veicolare messaggi importanti, a mettere in discussione i tanti falsi dogmi a cui si aggrappa la cultura imperante per fare in modo che tutto vada sempre allo stesso modo.

Scavando fra il credo annacquato avevamo separato il messaggio spirituale primitivo insito in tutte le culture dagli orpelli aggiunti per comodità dai palazzi. Quel piccolo sacerdote genovese — da sempre in lotta a fianco dei diseredati di ogni razza, ceto e colore — era un innato, carismatico ricercatore di pace, un portatore di empatia e saggezza. Figlio di autentica natura umana.

Raccontare la sua visione fu il meglio che potesse capitarmi. Ma adesso Andrea se n'era andato. Dopo 84 anni, il suo corpo sciolto in una nuvola di pace.

Io però di anni ne avevo solo 38 ed ero ancora un tumulto di rabbia, emozioni e voglia di fare la mia parte. Tanto nel flusso della natura quanto nell’arrugginito meccanismo dell’impalcatura umana.

Sì, ma come?

Qualcosa di nuovo da raccontare

Il Gallo mi aveva allenato e preparato alla vita di chi viene per servire e non per essere servito, di chi si adopera nel comprendere e nell’accogliere, scevro di ogni giudizio e pregiudizio.

Era un monaco zen? No, era un vero uomo.

Quello che però Andrea non mi aveva insegnato era a misurarmi con la sua assenza: affrontare il mio viaggio senza la sua saggezza, l'ironia, i commenti efficaci e gli infiniti spunti di riflessione. Senza di lui.

Ero davvero pronto a fare da solo? Difficile da dire. So solo che non scrivevo più una riga, né avevo un qualche interesse a farlo.

In quello strano periodo nacque il mio primo figlio e, com'è naturale che sia, la mia vita cambiò radicalmente. Fuori gli aperitivi, dentro i biberon. Iniziai a restare parecchio in casa, davanti alla tv insieme a mia moglie, in attesa che il pupo si svegliasse per reclamare la sua sacrosanta poppata.

Una sera Daria, grande appassionata della serie televisiva Twin Peaks, rientrò a casa col cofanetto delle puntate e mi propose di rivedercelo insieme durante le lunghe pause pannolino.

“Ok” dissi, e incominciò il nostro viaggio nel telefilm. La serie ci appassionò come vent'anni prima e, una volta terminata, ci ritrovammo totalmente immersi nella fase Lynch.

Così decidemmo di rivederci tutti i suoi vecchi film. Li commentammo, analizzammo, incazzandoci con lui quando i non capivamo. E capitava spesso.

Tutto iniziò da David Lynch

Qualche settimana dopo quell’epica full immersion leggemmo, su una di quelle guide tv che ti regalano al supermercato, che il sommo regista sarebbe stato ospite alla trasmissione “Che Tempo che Fa”.

No, nessun nuovo film in arrivo: David transitava su Rai 3 per spiegare la pratica della Meditazione Trascendentale. “What is this” pensai, mentre già stavo navigando in Rete per trovare informazioni.

Quando qualche sera dopo assistetti al programma ne sapevo un po’ di più ed ero parecchio incuriosito. Il resto lo fece quel diavolo di un Lynch, capace di agganciarmi esattamente come capitava con i suoi film.

Mantra segreti, Beatles, campo unificato, un guru indiano, beatitudine, creatività e conoscenza infinite! C'era da uscirne pazzi.

Non avevo mai praticato alcun tipo di meditazione in vita mia, nonostante in molti, conoscendo la mia natura ansiosa, me l’avessero suggerita. E probabilmente non l’avrei fatto nemmeno questa volta.

Ma poi Lynch cominciò a parlare di pace nel mondo e di uno studio secondo cui la pratica della MT sui carcerati ne avrebbe diminuito la carica aggressiva, riducendo enormemente conflitti e scazzottate. E aggiunse che, applicato su scala globale, questo modus operandi avrebbe potuto portare alla pace mondiale. Su questo stava lavorando.

Boom. Concluse davanti a un esterrefatto Fazio. Boom. Commentai io dal divano. Non crediate che il sommo regista mi avesse convinto.

Mi sembrava la più grossa utopia mai espressa a voce alta dai tempi di Karl Marx. Però mi piacque. Mi piacque la passione che ci metteva e l’ardore nei suoi occhi quando ne parlava. E poi, anche se le possibilità fossero di una sola su un miliardo, chi non darebbe una chance alla pace per tutti?

Meditazione Trascendentale

Per questo mi decisi. Decisi di tuffarmi nell’esperienza della MT per raccontarla da dentro e verificarne gli intenti. Dare un servizio alla gente e per la gente. Non era questo che mi aveva insegnato Andrea? Certamente un progetto ambizioso, ma se così non fosse, dubito avrei scelto il mestiere dello scrittore. Tante ore passate da soli davanti al monitor a scrivere e il conto in banca perennemente cianotico.

Comunque... avrei raccolto informazioni, parlato con chi pratica la MT da anni, contattato gli insegnanti. Alla fine me la sarei fatta insegnare io stesso. In cammino per un viaggio lontano, per poi tornare e raccontare a chi non è potuto o non è voluto ancora partire, se la terra visitata era ospitale e fertile come si diceva.

Senza contare che, con un neonato in casa, non lasciare il beneficio del dubbio a un uomo che parlava ardentemente di pace mi sembrava un crimine imperdonabile.

Così iniziarono i viaggi, gli studi, le ricerche. Mesi e mesi sospeso fra le luci e le ombre di un mondo nuovo non ancora mio. Alla ricerca di quell’utopia dove avrei voluto veder crescere mio figlio.

Data di Pubblicazione: 21 settembre 2023