SALUTE E BENESSERE   |   Tempo di Lettura: 10 min

Salute Olistica: Capire le connessioni del corpo

Ritrova l'Equilibrio Emotivo - Bernadett Gera - Speciale

Capire le connessioni del corpo, energetiche, fisiche ed emotive attraverso gli esercizi di Qigong, leggendo l'anteprima del libro di Bernadett Gera.

Salute Olistica: Capire le connessioni del corpo

La salute è quella condizione nella quale tutti i livelli all’interno di uno stesso organismo si inseriscono tra di loro in perfetta armonia e si trovano in totale concordanza con l’ambiente (il macrorganismo).

Tutto è energia (gi in cinese) e questa energia è alla base di ciò che si trova dentro e intorno a noi. Tutti i fenomeni sono solo diverse espressioni del qi, forza ed energia vitale. Il qi genera tutto e fa parte allo stesso tempo di ciò che appartiene al mondo dei fenomeni, emozioni comprese.

Non c'è malattia fisica che prima o poi non si manifesti anche a livello emotivo, così come non esistono disturbi emotivi che non siano evidenti anche a livello fisico. Sono convinta che l’avrete già sperimentato.

La medicina occidentale prende spunto da questo approccio ma tende a vedere i processi complessi in modo analitico-causale, nel senso che l’uno produce l’altro e viceversa. Emozioni, corpo, psiche e costituzione sono tuttavia fortemente interconnessi e si intrecciano, un'intuizione della medicina tradizionale cinese (MTC) nota da tempo immemorabile.

Sia nei testi classici cinesi sia in quelli moderni, è possibile trovare il termine yangsheng, che può essere tradotto come “nutrire la vita”. “Un sorriso ringiovanisce di dieci anni, mentre le preoccupazioni fanno venire i capelli bianchi”, dice un proverbio cinese ribadendo ciò che tutti sappiamo: il nostro corpo riflette nel suo aspetto le emozioni prevalenti.

Emozioni, disturbi fisici, pensieri, circostanze esterne ed eventi della vita sono strettamente connessi e si influenzano a vicenda. Con il crescente interesse per la psiconeuroimmunologia, la psicosomatica o la guarigione spontanea, siamo tutti più consapevoli degli effetti diretti delle emozioni sulla nostra salute e sul nostro benessere.

 

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La medicina tradizionale cinese

Attraverso il suo approccio olistico, la medicina tradizionale cinese (MTC) presta particolare attenzione a queste correlazioni, ha una propria concezione delle disarmonie che influenzano l’essere umano attraverso le emozioni e che si esprimono a loro volta attraverso di esse.

La MTC pone l’accento sulla natura energetica delle varie emozioni e le mette in relazione diretta con i singoli organi interni. Esempi tratti dalla vita quotidiana e proverbi comuni nelle nostre latitudini coincidono con le conoscenze millenarie dell'Oriente.

In Occidente si dice per esempio “farsela addosso per la paura”: nella medicina tradizionale cinese l'emozione della paura è direttamente collegata ai reni e alle vie urinarie fornendo una spiegazione a ciò che accade per esempio nei bambini quando si spaventano.

Un altro detto molto noto è “rodersi il fegato”: nella medicina tradizionale cinese la natura energetica di rabbia, ira, irritabilità o impazienza è associata all’energia di fegato e vescica biliare. Tutto ciò che affatica fegato e vescica biliare, inibendo il flusso energetico in questi organi, accresce la probabilità che il corpo reagisca con rabbia, irritabilità o impazienza.

Tale connessione diretta è presente anche in tutte le altre relazioni tra emozioni e organi. Chi non conosce l’irritabilità o l’impazienza in seguito a una forte cura disintossicante o l'umore alterato quando si beve un bicchiere di vino più del solito?

Oppure la cefalea, che in questo caso può essere attribuita anche a un blocco energetico del fegato che provoca una determinata chimica corporea causando irritabilità o rabbia.

 

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Emozioni dannose

Per la presenza di tutte queste connessioni, il corpo non è una strada a senso unico. Così come un organo indebolito o, più precisamente, il suo rispettivo stato energetico, facilita una certa emozione, è altrettanto vero che una data emozione eccessiva indebolisce il suo organo corrispondente e il flusso libero energetico presente in esso.

Se si finisce invischiati in questa situazione, ci si ritrova in un circolo vizioso dal quale diventa sempre più difficile uscire con il passare del tempo. Uno stato emotivo sofferente diventa una consuetudine, vibra latente nella vita di tutti i giorni andando a compromettere l'equilibrio interiore insieme alla vita sociale e lavorativa, indebolisce l’organo a esso associato e il flusso energetico presente in esso alimentando il protrarsi della rispettiva emozione.

Le cosiddette “emozioni dannose” non sono affatto cattive di per sé ma sono segnali utili di uno squilibrio energetico interiore. Il corpo può diventare uno strumento per elaborare e liberare stati emotivi e reazioni assegnati a singoli organi e “radicati” in essi da un punto di vista energetico.

Le emozioni non sono però solo strettamente legate a organi specifici, sebbene questo aspetto sia già da solo determinante per lo stato di benessere e salute. Nella medicina tradizionale cinese esse sono anche associate a qualità che non possono svilupparsi in presenza di uno squilibrio energetico.

 

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Squilibri energetici

L'apprensione, per esempio, riduce la fermezza ma se si compensa lo squilibrio energetico associato al rene, non calano solo la paura e la tendenza all’apprensione, ma si rafforzano anche risorse utili come la forza di volontà, la determinazione e la tenacia.

Se il libero flusso energetico nel corpo viene favorito attraverso gli esercizi presentati in questo libro, le emozioni dannose non “prenderanno dimora stabile” nel corpo. Tutti gli aspetti positivi, psicologici e spirituali di un essere umano, energeticamente connessi con emozioni e organi corrispondenti, saranno in grado di manifestarsi.

Nessun essere umano può evitare nel corso della sua esistenza di sentirsi triste, ansioso, arrabbiato, preoccupato o avvilito per circostanze concrete della propria vita o per la risonanza di sentimenti altrui.

È importante che il flusso energetico non rimanga bloccato a lungo e che le emozioni dannose non si fissino e diventino una condizione stabile, la situazione ideale è che passino rapidamente come nuvole.

Se non siamo bloccati dalle emozioni non siamo solo più vitali, ma anche più aperti al mondo e in grado di affrontare meglio le situazioni perché la maggiore presenza e consapevolezza nel presente facilita non solo il nostro agire spontaneo, in base alle vecchie abitudini, ma anche una piena fiducia in noi stessi derivante dall'interazione con l’ambiente circostante.

In poche parole, le nostre emozioni ci mostrano in modo molto efficace a che punto siamo nella nostra vita e se c'è qualche suo aspetto che necessita di un cambiamento.

Ma prima di approcciare tutte le interessanti connessioni fisiche, vorrei illustrarvi brevemente il nostro cervello e, in particolare, le aree cerebrali che possono essere collegate a quelle emozioni che vi fanno soffrire. Le informazioni che seguono sono troppo interessanti per lasciarsi scoraggiare dalla terminologia anatomica, tuttavia, se preferite potete passare direttamente al paragrafo successivo, “Le emozioni e il concetto del sé” (p. 20).

 

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Il nostro cervello

Per molto tempo si è creduto che la sede delle emozioni nel nostro cervello fosse relegata solamente nel sistema limbico, un gruppo di strutture nel prosencefalo che formano un'unità funzionale. Il sistema limbico comprende l’amigdala, una regione con il compito di riconoscere le emozioni, valutare le situazioni e che si attiva al condizionamento della paura e quindi in presenza di emozioni intense basate sulla sopravvivenza.

Un'altra regione del sistema limbico è l’ippocampo nel quale viene stabilito quali segnali debbano essere inviati all’amigdala e quali ignorati. L'ippocampo è in grado di regolare efficacemente le emozioni ma “cataloga” anche le esperienze negative passate.

Se per esempio da bambini si subiscono delle minacce seguite da forti sentimenti di paura, questa esperienza può depositarsi nell’ippocampo per decenni, a meno che il problema non venga affrontato. Questa condizione aumenta di conseguenza la probabilità di arrabbiarsi o diventare ansiosi al minimo stimolo e, secondo il principio del condizionamento, i comportamenti si rafforzano al loro ripetersi perché ogni cambiamento esige tempo ed energia.

Esiste però una via d’uscita e la capacità del nostro cervello di reagire a qualsiasi cosa e cambiare in qualsiasi momento va a nostro vantaggio.

È tuttavia ormai noto che il sistema limbico non è il solo a influenzare le nostre emozioni, anche la corteccia cerebrale, e precisamente quella prefrontale (una parte della corteccia cerebrale nella parte anteriore del cervello), svolge un ruolo altrettanto decisivo quale centro di controllo più elevato del cervello e “sede dell’intelletto”.

I segnali provenienti dall'ambiente e da muscoli, articolazioni e organi interni vengono armonizzati con i contenuti della memoria già immagazzinati e le valutazioni emotive ed elaborati in reazioni motorie, intellettuali ed emotive.

 

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La neuroplasticità

La corteccia prefrontale mediale è l’unica parte della corteccia cerebrale che sembra possa modificare la reazione del sistema limbico, in particolare dell’amigdala.

Si riconosce inoltre l’importanza del giro fusiforme, una circonvoluzione sul lobo temporale della corteccia cerebrale, perché nelle persone autistiche e con difficoltà a riconoscere i tratti del viso è riscontrabile una ridotta attività in questa regione cerebrale.

In generale le interrelazioni sono estremamente complesse e le diverse regioni del cervello si influenzano a vicenda. Se volete saperne di più, in letteratura potete trovare approfondimenti su questo argomento cercando tramite parole chiave come “neuroscienze affettive” e “neurochimica”.

In ogni caso, a prescindere da quali siano le aree rilevanti e dal livello dell’attività presente in esse, il cervello cambia in ogni momento e si adegua alle nuove esigenze fino alla vecchiaia.

È la cosiddetta neuroplasticità: le strutture cerebrali possono essere modificate, per esempio ingrandite, attraverso i soli processi di pensiero. Un esempio spesso citato è quello dei tassisti londinesi che, secondo gli studi effettuati, hanno un ippocampo più sviluppato, essendo quest'ultimo responsabile, oltre che delle funzioni sopra descritte, dell’orientamento spaziale.

Anche la predominanza di una determinata emozione o abitudine può cambiare e quindi influenzare le strutture cerebrali. Reazioni eccessive possono verificarsi quando, a causa di esperienze intense, la trasmissione o l’elaborazione delle informazioni nel cervello prende una strada diversa da quella che sarebbe stata senza quelle esperienze, per questo motivo le affermazioni funzionano e possono aiutare a modificare il proprio punto di vista.

Attraverso la nostra coscienza e consapevolezza possiamo influenzare il nostro pensiero, comportamento, la nostra percezione di situazioni e circostanze, questo significa sviluppo e crescita. Nella coscienza risiede una capacità considerevole dell'essere umano di attivare o disattivare le regioni cerebrali citate.

Data di Pubblicazione: 22 giugno 2023

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