ALIMENTAZIONE   |   Tempo di Lettura: 8 min

Trasformare il peso in eccesso in energia creativa

Getta la Bilancia! - Maddalena Premuti Bonetta - Speciale

Come trasformare il peso in eccesso in energia creativa e tornare al sacro attraverso il cibo, leggendo l'anteprima del libro di Maddalena Premuti Bonetta.

Trasformare il peso in eccesso in energia creativa

Tornare al sacro

Iniziamo facendo subito una distinzione tra nutrizione e nutrimento.

Quando normalmente si parla di nutrizione si intende un’azione puramente fisica, materiale, che avviene tramite l’assunzione di cibo.

Il nutrimento invece può essere:

  • Energetico: cantare, danzare, correre, fare attività fisica cosciente e consapevole.
  • Emozionale: affettivo, corporeo, intimo, relazionale.
  • Dell’anima: ogni visione che evoca bellezza raggiunge l’anima, la incontra e la nutre, ripristina, rinforza o mantiene quel collegamento tra l’anima e la fonte divina; compiere e vivere la missione della propria anima dona un grande nutrimento e contemporaneamente fa sì che si irraggi una frequenza altamente benefica ed evolutiva per tutti coloro che ci circondano. Nutrimento dell’anima può essere leggere una storia, ascoltare musica, andare a fare una passeggiata nella natura, contemplare ciò che ci fa sgorgare uno spontaneo, sincero a toccante “Oh, ma che bello!”. Fare il lavoro che più amiamo è nutrire la nostra anima.
  • Mentale: apprendere nuove cose, imparare attraverso la conoscenza teorica e pratica, avere conversazioni nutrienti con amici, colleghi, partner, sconosciuti riguardo i propri principi, concetti filosofici, intellettuali, e relativi alla conoscenza.
  • Spirituale: rinvigorire il proprio spirito, attraverso pratiche energetico-spirituali specifiche e azioni coscienti che tengano in considerazione le caratteristiche e i funzionamenti particolari dello spirito.

 

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I campi del nutrimento si intersecano e si sovrappongono. Sono stati così elencati e distinti per una maggiore comprensione ma in realtà sono come sfere dinamiche che fluttuano e collimano comunicando tra di loro, pur vibrando a frequenze specifiche e differenti. Sono quindi distinti ma non separati.

Mangiare in maniera sana non vuol dire escludere categoricamente e in modo rigido e impositivo i cibi che ci danno conforto, ma ci sprona a esplorare il mondo della nutrizione in modo veramente libero, consapevole, provando e scoprendo e costruendo una relazione viva tra noi e la parte di Madre Terra che accogliamo in noi, tenendo in grande considerazione tutte le parti di noi che necessitano del loro nutrimento.

Vedremo in seguito come riportare la nutrizione a un atto di nutrimento, ossia svincolare l’atto del mangiare da una mera pratica automatica, a un rituale di comunione con se stessi, la terra e il divino.

 

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Perché si ha del peso in eccesso?

I principali fattori collegati all’immagine di un corpo in sovrappeso, quando quindi ci si sente appesantiti, sono i seguenti:

  • Paura di esprimere se stessi per svariate ragioni
  • Immagini perturbate riguardo la pericolosità di avere un corpo naturalmente attraente

Ad esempio: “Quando avevo un corpo attraente ho subito un abuso”, “Mi scelgono sempre per com’è il mio corpo e non guardano alla mia interiorità/anima”.

 

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  • Alimentazione sconnessa dall’armonia naturale
  1. Consumo di cibi alterati e raffinati dannosi per il corpo.
  2. Ricerca di sapori forti, chimici e non naturali, per sopperire a una tristezza interiore dove la vita stessa ha “perso gusto”.
  3. Consumazione del pasto effettuata in fretta e in modo compulsivo con masticazione abbozzata. Invece di assaporare ed entrare pienamente nel momento del pasto, si divora la pietanza sfogando tutta la rabbia che si nutre verso determinate situazioni.
  4. Persistenti memorie dell’anima riguardanti carestie, scarsità di cibo, e forte privazione imposta.
  • Squilibrio dell’archetipo della Madre, dove essa, non trovando modo di espressione nella vita della persona, si insedia nella sfera del corpo fisico come possibilità latente ma non espressa (essere madri non significa necessariamente avere figli fisici, ma vuol dire ancorare in sé il principio della Madre in uno o in più dei suoi aspetti).

Ogni essere umano ha in sé entrambi i poli maschile e femminile, quindi uno squilibrio di questo genere può essere presente anche negli uomini e non solo nelle donne. Ognuno scoprirà attraverso la propria senzietà, cioè la facoltà del sentire, specifica dell’anima, quali sono le origini dello squilibrio che porta con sé.

 

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La scelta del cibo e la sua preparazione

Il cibo non è solo un agglomerato materiale di sostanze e nutrienti, ma è molto di più! È parte del corpo di Madre Terra, è infuso di energia e anima. Il posto dove è stato coltivato e il modo in cui è cresciuto fanno una grande differenza, non solamente in termini nutrizionali, ma anche in termini spirituali di energia sottile e di prana disponibile.

La crescita delle piante è sostenuta e curata dagli esseri elementali, esseri di natura (fate, elfi, salamandre, ondine, gnomi) appartenenti agli elementi (aria, fuoco, acqua, terra) e dalla mano dell’uomo.

Possiamo dire in linea generale che un cibo è tanto più sano quanto meno è raffinato, ma questo non vuol dire rinunciare a creazioni culinarie saporite e gustose, significa semplicemente avere cura dell’origine delle materie prime impiegate per la sua creazione, mantenendo uno stato d’animo sereno e sciolto nella scelta senza castigarsi con dogmi mentali; se ascoltiamo profondamente il nostro corpo sarà lui a guidarci.

Sentire un forte richiamo verso alcuni cibi può voler dire andare a riprendersi una “parte” della propria anima connessa con particolari momenti della nostra esistenza: cibi esotici connessi ad alcune incarnazioni positive, o piatti d’infanzia che ci ricordano momenti di amore e affetto tra noi e i nostri cari.

 

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Nel cibo possiamo trovare un grande alleato di guarigione fisica e spirituale. Sebbene sia desiderabile consumare cibi locali e di stagione ciò non deve diventare un’imposizione ferrea che impedisce all’anima di seguire propri slanci.

Cerchiamo di mangiare cibi semplici, che non siano stati iper-lavorati, con predilezione per quelli vegetali, ma sempre senza forzare ciò che il nostro corpo richiede; la chiave migliore è lasciare che lo spirito del cibo più adatto in quel momento giunga a noi e successivamente connettersi con esso per accoglierlo a tutti i livelli e formare una vera alleanza.

Ci tengo comunque a citare un cibo principe: il riso integrale. Sia dal punto di vista mitologico che macrobiotico il riso vanta moltissime proprietà benefiche ed è il cibo più equilibrato nella scala yin-yang.

È importante sia integrale, per chi può sostenere i cibi integrali, poiché una raffinazione ulteriore lo depriva, lo separa da una parte di sé, e ciò che invece noi cerchiamo dentro e fuori di noi è unione, completezza, e integralità. Per questo cibarsi di cibi integrali ci aiuta a essere integri, uniti alla nostra divinità interiore e con lo spirito del cibo che accogliamo in noi.

Ogni cibo ha una storia, un mito con un forte contenuto psichico; quando decidiamo di prepararci da mangiare, possiamo basare la nostra scelta in base alle qualità mitologiche che il nostro cibo eletto ha in sé. Nei momenti più difficili, possiamo cercare un’alleanza col nostro cibo, e chiedergli di aiutarci a realizzare la nostra vita, la missione della nostra anima, noi stessi.

 

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Mentre ci prepariamo da mangiare, e lavoriamo il cibo che andremo a consumare, è importante ricordarsi che tutte le nostre emozioni, stati d’animo e pensieri verranno trasferiti al cibo che abbiamo nelle mani.

L’interessante e sbalorditivo esperimento del dottor Masaru Emoto con il riso è un’esemplificazione perfetta di ciò: si cuoce del riso e successivamente lo si mette in due barattoli distinti chiusi con un coperchio, su di uno si scrive “amore” e gli si mandano pensieri ed emozioni positive quotidianamente, il secondo invece ha scritto la parola “odio”, e gli si mandano pensieri rabbiosi e astiosi ogni giorno.

Il risultato è sorprendente: il barattolo con l’etichetta “amore” ha sviluppato un liquido ambrato e profumato, il secondo invece ha fatto la muffa. Alla luce di ciò è consigliabile lasciar andare ogni tematica disturbante e concentrarsi nella preparazione in quanto atto rituale, creativo e foriero di grande bellezza.

Un occhio di riguardo va dato anche alle stoviglie con le quali ci serviamo i nostri pasti: scegliere materiali, colori e forme in modo presente e consapevole, ascoltando i nostri gusti e dedicando attenzione a ciò che vogliamo portare in tavola, rende quest'esperienza ancora più bella e gioiosa.

Data di Pubblicazione: 30 giugno 2023

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