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La bugia dell'artrosi e ciò che occorre sapere su questo tema

L'Artrosi è una Bugia -  Roland Liebscher-Bracht - Speciale

Le verità sull'artrosi, come evitare il dolore e le falsità sulle attuali terapie. Scopri tutto leggendo l'anteprima del nuovo libro di Roland Liebscher-Bracht.

La bugia dell'artrosi e ciò che occorre sapere su questo tema

L’artrosi e i dolori articolari sono causa di sofferenza in tutto il mondo.

Ora però abbiamo da darvi una bellissima notizia: questo problema è risolto. Non chiedeteci perché siamo stati proprio noi a trovare la soluzione. Le cose sono andate così, e ci sono voluti comunque trent'anni.

In questo libro vi spiegheremo il funzionamento della nostra terapia, in modo che possiate metterla subito in pratica e uscire al più presto dal vicolo cieco del dolore e dell’artrosi. E se avete la fortuna di non soffrire ancora dell’uno e dell’altra, forse perché siete giovani e avete fatto parecchie cose giuste, allora vi spiegheremo cosa potete fare per non finire mai in quel vicolo cieco. Prevenire è sempre meglio che finire sotto i ferri.

Cominceremo prendendo in esame che cosa sia in realtà l'artrosi. In questo capitolo descriveremo l'opinione più diffusa in tema di artrosi e di dolore articolare. Vi forniremo una panoramica dell'intera portata di questa epidemia e getteremo un rapido sguardo sul modo in cui la medicina convenzionale cerca di risolvere il problema.

Purtroppo senza risultati degni di nota. In particolare vi spiegheremo il motivo per cui a nostro avviso ciò che quasi tutti credono di sapere sull’artrosi e sui dolori articolari è una falsa verità.

 

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La “falsa verità” del dolore dell’artrosi

L'artrosi, ossia il logoramento delle cartilagini nelle diverse articolazioni, è qualcosa che ovviamente esiste: non è una bugia, è un fatto reale. Ma che cosa affligge le persone che ne sono colpite? L’usura delle cartilagini che diventano sempre più sottili? O il dolore che avvertono?

Proprio su questo punto le cose stanno in modo completamente diverso da quanto la maggior parte di noi crede. Molti pensano: provo dolore perché ho l’artrosi. E non solo i pazienti sono di questo parere: anche gli specialisti, i medici, i fisioterapisti o i naturopati la pensano così.

Ed è proprio qui che sta l’errore che noi definiamo "errore del secolo in medicina”. Poiché però la parola “errore” non scuote abbastanza le coscienze e può essere facilmente liquidata con una scrollata di spalle, abbiamo deciso di usare il termine “bugia”, con le sue connotazioni molto più negative e provocatorie.

 

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Chi è il bugiardo?

Ora ovviamente si pone la domanda su chi sia a mentire: per poter parlare di bugie, infatti, occorre che ci sia un bugiardo che le diffonde in modo consapevole. Nel nostro caso sono molti i “bugiardi” che contribuiscono a far credere a milioni — probabilmente addirittura miliardi — di persone che l’artrosi fa male.

Tuttavia la maggior parte di loro non sa di diffondere fatti che non corrispondono a verità: lo fa in modo non intenzionale.

Ma perché circolano queste “bugie”? Un motivo importante è che è comodo non mettere in discussione ciò che da tempo è accettato come realtà. Anche se un gran numero di indizi fa supporre che le cose potrebbero essere diverse.

Inoltre, queste affermazioni sono ovviamente contenute nei materiali didattici dei corsi di formazione delle facoltà di medicina o fisioterapia. I soggetti così formati hanno interiorizzato le conoscenze acquisite e lavorano da anni o decenni attenendosi a questa concezione.

Se mettessero in dubbio la convinzione che l’artrosi faccia male dovrebbero rimettersi in discussione. Poi naturalmente ci sono anche le persone colpite da questo problema e i pazienti che sentono dire e leggono ovunque che l’artrosi è responsabile del dolore che avvertono.

Ma anche quelli che non soffrono e non sono afflitti da artrosi hanno imparato sin da giovani che i loro nonni, genitori e altri parenti spesso avevano “dolori da artrosi”. Tuttavia, la storia insegna che molte volte la verità di oggi è l'errore di domani.

 

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La concezione convenzionale dell'artrosi sembra cosi chiara

Tutto appare così chiaro: quando si è giovani le articolazioni funzionano a dovere. Le cartilagini sono sane e intatte. Quanto più si usa un'articolazione, tanto più la cartilagine invecchia e si consuma, subisce lesioni e si sfalda progressivamente.

Quanto più questo processo si protrae, tanto più si prova dolore. Per alleviare la sofferenza ci sono efficaci analgesici di ogni tipo. Poiché si suppone che la cartilagine non possa rigenerarsi e che il processo di logoramento sia inarrestabile, è necessario prima o poi — al più tardi quando le ossa vengono a contatto diretto — sostituire l’articolazione.

Per fortuna nel frattempo sono state messe a punto eccellenti protesi “high-tech”. Una volta inserita un'articolazione artificiale di questo tipo, si può riprendere a vivere normalmente. In realtà ancor meglio di prima, poiché la protesi è fatta di materiali resistenti come il metallo o la ceramica, che non si logorano.

Per evitare malintesi: quella appena esposta è l'opinione convenzionale e generalmente diffusa in fatto di artrosi e dolore.

Secondo questa teoria non ci sono dubbi: si può essere più o meno fortunati, ma alla fine tutti subiamo lo stesso destino. Più invecchiamo, più soffriamo di artrosi e dei più vari dolori articolari, e tutto questo si riflette nella realtà e viene dimostrato dai fatti.

Il motivo per cui alcuni, pur subendo alterazioni alle articolazioni, vivono tutta una vita senza disturbi, mentre altri hanno problemi pur senza evidenziare un logoramento delle cartilagini, rimane un enigma per la medicina convenzionale: un enigma che noi abbiamo risolto in trent'anni di lavoro.

 

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Potete tirare un sospiro di sollievo: le cose sono molto diverse da quanto credono in molti

Riteniamo che la concezione convenzionale dell’artrosi sia una “falsa verità”. E ci permettiamo di dire che non è solo un nostro parere, ma pura realtà. Dopo trent'anni di ricerca e sviluppo e migliaia di pazienti da noi curati con la nostra nuova terapia, ora lo sappiamo e lo dimostriamo ogni giorno.

E con noi migliaia di medici, osteopati, naturopati, così come fisioterapisti e terapeuti di molte altre discipline che si sono formati nei nostri corsi.

Come recita l'antico adagio? Chi guarisce ha ragione. Che cosa intendiamo con il termine “guarire”? Semplice: eliminiamo il dolore e arrestiamo l'artrosi. E, se è ancora possibile, induciamo addirittura l’organismo a ricostruire pian piano la cartilagine in ogni sua parte e — a lunghissimo termine — a rimodellare anche le ossa.

Per il bene del paziente, in questo libro mettiamo in discussione punto per punto la falsa verità convenzionale in base alla quale l'artrosi fa male ed è incurabile.

La sostituiamo con la nuova verità su cui abbiamo condotto i nostri studi e che è già in atto: questo significa che nella stragrande maggioranza dei casi potrete liberarvi dal dolore, che potrete arrestare il processo di logoramento, e di conseguenza che la situazione non peggiorerà. E che in molti casi le vostre cartilagini e anche la struttura ossea delle vostre articolazioni si potranno rigenerare.

Prima di spiegarvi con esattezza che cosa succede davvero con l’artrosi e perché provate dolore, prendiamo in più attento esame alcuni fatti su questo tema.

 

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L'epidemia di artrosi in cifre

Dato che l’artrosi è considerata inguaribile, la terapia mira perlopiù a combattere il dolore e a impedire che le articolazioni si deformino ulteriormente.

A seconda dell'intensità del dolore, vengono prescritti analgesici semplici (p. es. paracetamolo), non steroidei, antireumatici (p. es. ibuprofene) ad azione antinfiammatoria, oppure oppioidi (p. es. codeina, morfina).

Per proteggere la cartilagine, nelle articolazioni viene iniettato l’acido ialuronico, negli interventi in artroscopia la cartilagine viene “lisciata” oppure si effettua un trapianto di tessuto cartilagineo. Per frenare la decomposizione della cartilagine, si procede alla somministrazione orale di glucosamina e acido ialuronico.

La “terapia multimodale” prevede inoltre l’impiego di trattamenti come agopuntura, stimolazione elettrica nervosa transcutanea (TENS), esercizi di movimento e terapia comportamentale.

Secondo la Commissione farmacologica federale del corpo medico tedesco, finora è stata clinicamente dimostrata solo l'efficacia degli analgesici, che si limitano a trattare i sintomi ma non le cause. Da un meta-studio pubblicato nel 2017 era tuttavia emerso che molti antidolorifici non procuravano effetti migliori dei placebo somministrati al gruppo di controllo. A volte questi ultimi risultavano addirittura più efficaci.

Se questi rimedi non ottengono alcun successo, si procede alla sostituzione delle articolazioni, in particolare di ginocchia e anche, mediante endoprotesi. In Germania più di tre milioni di persone hanno già un’articolazione artificiale.

Nel frattempo, ogni anno vengono impiantate più di 150.000 protesi del ginocchio, e nel 6,5% dei casi già dopo due anni dall'impianto si è reso necessario un altro intervento per sostituire la protesi. Duecentomila interventi chirurgici riguardano l'impianto di anche artificiali e 12.000 la sostituzione protesica della spalla.

 

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Quali sono le articolazioni colpite?

In linea di massima l’artrosi può colpire tutte le articolazioni: dita della mano, polso, gomito, spalla, colonna vertebrale, articolazione sacroiliaca, anca, ginocchio, caviglia, dita del piede. Le articolazioni più frequentemente soggette ad artrosi sono anche, ginocchia, mani e spalle.

Si parla di poliartrosi o di artrosi multipla quando il disturbo si manifesta simultaneamente in diverse articolazioni. Secondo i risultati del DEGS1, in più della metà dei pazienti artrosici il disturbo riguarda il ginocchio e in circa un quarto interessa l’anca.

Le donne con artrosi alle dita della mano (36,6%) sono significativamente più numerose degli uomini (15,7%). Inoltre, nella metà dei soggetti affetti da artrosi sono colpite altre articolazioni non meglio specificate.

L'artrosi può essere classificata in una forma cosiddetta primaria, in cui si ipotizza una debolezza biologica del tessuto cartilagineo, e una secondaria, provocata da sovraccarico meccanico, postura scorretta delle articolazioni, fattori genetici, alterazioni infiammatorie (“artrosi attivata”) o disturbi metabolici. Si ritiene che età, sovrappeso e mancanza di attività fisica costituiscano ulteriori fattori di rischio.

 

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Un'amara conclusione

Dall’osservazione dei numeri e delle procedure mediche e terapeutiche convenzionali si ricava l'impressione che ci si debba rassegnare al fatto che l’artrosi e i dolori siano parte della vita, che con l’andar degli anni debbano colpirci in misura sempre maggiore e che la nostra mobilità risulti sempre più compromessa.

Se siamo fortunati, dovremo prendere “solo” antidolorifici, altrimenti dovremo ricorrere all'impianto di una “nuova articolazione”.

Come già preannunciato, non solo crediamo che questa sia una falsa verità, ma sappiamo che si tratta di un errore gigantesco, l’errore del secolo, una bugia che non ha nulla a che vedere con quella che potrebbe essere la realtà.

Ci sono numerosi indizi a sostegno di questa ipotesi. Il modello convenzionale che spiega l'origine dell’artrosi e i risultati delle terapie sono pieni di incongruenze. Ce ne occuperemo nel prossimo capitolo.

Data di Pubblicazione: 20 dicembre 2022

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